Benvenuti a casa Briggs, 34 figli e due in arrivo. Mamma Jeane: «Sapevo fin da piccola che era la mia vocazione»
LA PRIMA ADOZIONE. I due, oggi sposati da 38 anni e residenti a Falling Waters, in West Virginia, con cinque figli naturali, compresero che era giunto in momento di allargare la famiglia nel 1985, quando in chiesa fu mostrata la foto di un bambino di 2 anni cieco e con le gambe rotte, che viveva in un orfanotrofio messicano: «Lo vidi e seppi che poteva diventare nostro figlio. Capii immediatamente che dovevamo adottarlo», ha spiegato la madre alla Bbc. Il piccolo, di nome Abram, nonostante i problemi e le sofferenze patite, grazie ai Briggs crebbe sviluppando una dote innata per la musica che oggi compone. Ora 31enne, Abram ha visto entrare in casa dopo di lui altri 28 fratelli di cui 6 provenienti dalla Russia, 10 dall’Ucraina, 2 dalla Bulgaria e 10 dal Ghana, fra cui alcuni affetti da qualche patologia o con situazioni drammatiche alle spalle.
UN’EDUCAZIONE SOLIDA. Nella casa dei Briggs, il cui edificio è in continua espansione, i ragazzi sono cresciuti bene. Oltre all’amore, i Briggs hanno offerto ai figli un’educazione solida. Non potendo mandare tutti a scuola, anche per motivi organizzativi, Jeane ha optato per l’istruzione in casa, in America largamente diffusa, riuscendo a portare alla laurea molti dei suoi figli. In casa Briggs si impara a crescere fra sveglie alle 7, colazioni alle 7.30 e mestieri prima delle 9, ora in cui comincia la scuola. Subito dopo c’è il pranzo preparato da Jeane per tutta la famiglia ogni giorno. Grazie al lavoro ben pagato di Paul e alla contabilità portata avanti dalla moglie, ogni membro della famiglia riesce ad avere l’essenziale. Ma sopratutto è l’amore che ha riempito i cuori dei ragazzi che si aiutano l’un l’altro in ogni occasione, portando avanti insieme anche le faccende domestiche.
ALTRI DUE IN ARRIVO. Fortunatamente, a sostenere la donna c’è la fede, che è sempre stata «la mia più grande motivazione». Ragione per cui la famiglia si è preparata a vivere un avvento carico di attesa. Fra pochi giorni, infatti, i Briggs raggiungeranno quota 40, con l’arrivo di due fratellini ghanesi di 3 mesi, trovati abbandonati in un cespuglio: «Io li vorrei subito – dichiara Leah – sono un regalo di Natale». Certo è una vita bella «quella per cui sono al mondo», racconta Jeane, ma non significa che sia tutto rose e fiori. Le sfide sono numerose per lei e il marito, mantenere l’ordine è difficile, spesso le cose si rompono e ci sono anche problemi seri da affrontare. Come quando un ragazzo scappò di casa. Ma la fede, ribadisce Jeane, «ci aiuta anche nei momenti difficili». E pensando ai suoi 34 figli la donna non ha dubbi: ne vale la pena, «perché abbiamo visto come si possono cambiare le loro vite».
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8 commenti
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Mi dispiace ma non riesco a dire che bello
Io ne ho avuti sei, ora ne ho cinque e anche tanta fede, eppure a volte mi sento una mongolfiera che sta per esplodere …..la invidio!!!
Non ho parole, anche se a tratti, a fronte di simili scelte, ci si chiede – senza offesa – se persone siffatte siano dei santi o degli squilibrati.
Assistere infatti è una cosa, adottare un’altra.
Boh…
Matti, santi, o un mix fra le due cose, che Dio li benedica.
E pure quelli che arrivano neonati sui rifiuti in Italia!
ESATTO BENEDEEEETTA…
anche noi pensiamo che i bambini meritino una possibilita’. pure quelli del kenya di non morire di tetano !
Scusa , Memores, se ti riferisci alla polemica sui vaccini anti-tetano che ostacolerebbero la fertilità, ti ricordo che per non morire di tetano bisogna prima essere nati !
Ma come fa a non confondersi coi nomi? Da noi si dice” mei na in lett stracc che stüff”, sicuramente è il loro caso!