Bello il mondo senza nucleare, ma il Giappone perde 33 miliardi di dollari in un anno
Nove compagnie energetiche in Giappone perderanno nel 2012 2,7 trilioni di yen, cioè 33,8 miliardi di dollari, se tutti i 54 reattori nucleari del paese, l’ultimo dei quali è stato spento sabato scorso, rimarranno inattivi fino alla fine dell’anno. Lo ha rivelato il ministro dell’Industria nipponico, dichiarando che bisognerà usare enormi quantità di (costosissimo) combustibile per assicurare al paese l’energia di cui ha bisogno.
Lo scorso 7 maggio il ministro ha riunito una commissione per discutere degli approvvigionamenti energetici e del loro costo, ragionando sui dati economici forniti dalle compagnie energetiche. Le nove società del paese hanno perso nel 2011 1,5 trilioni di yen. A parte la Okinawa Electric Power Co., che non gestisce una centrale nucleare, le riserve di capitale delle altre otto sono scese in un anno da tre trilioni di yen a 2.1 trlioni di yen.
Se andrà avanti così, le riserve saranno esaurite alla fine dell’anno. Le compagnie energetiche giapponesi avevano messo da parte dei capitali per fronteggiare emergenze o improvvisi aumenti del costo del carburante, ma dopo il terremoto e lo tsunami dell’11 marzo scorso, che ha causato l’incidente nucleare di Fukushima, il governo ha spento di fatto e temporaneamente tutti e 54 reattori del paese.
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