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Recentemente, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha escluso che la banca centrale americana sarà un “decision maker” nella lotta al cambiamento climatico. Sembrano parole in controtendenza: la Banca d’Inghilterra ha ricevuto esplicito mandato, quando Rishi Sunak era cancelliere dello scacchiere di Boris Johnson, di occuparsi del riscaldamento globale e molti altri banchieri centrali hanno flirtato con l’idea. Solo il direttore generale della Banca d’Italia, Federico Signorini, e la vicepresidente della Bundesbank, Claudia Buch, avevano espresso con cautela un’opinione radicalmente diversa, scrivendo che gli istituti di emissione potevano dare un contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici facendo anzitutto il proprio mestiere, perseguendo cioè la stabilità del prezzi. «Una politica chiave per il clima come il carbon pricing, ad esempio, ha un’efficacia ridotta se i prezzi non sono stabili». La riduzione delle emissioni deve essere “prezzata” correttame...
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