L’aumento delle auto elettriche fa crescere l’inquinamento
L’Olanda è il secondo paese con la maggiore percentuale di macchine elettriche al mondo, dopo la Norvegia. Lo Stato è piccolo e con i veicoli più avanzati si può girare da cima a fondo con una sola ricarica. Se si aggiungono gli sgravi fiscali garantiti dal governo e l’aumento delle accise sulla benzina, si capisce perché l’anno scorso il quattro per cento di tutte le macchine vendute nel 2014 in Olanda era alimentato a batterie elettriche.
BOOMERANG. L’obiettivo del paese, e soprattutto quello di Rotterdam, è di migliorare l’ambiente e abbattere inquinamento e smog a partire dalle automobili. L’intento è positivo ma, come dichiarato da diversi esperti al Washington Post, rischia di rivelarsi un boomerang. Chi compra un’auto elettrica per fare del bene all’ambiente potrebbe ritrovarsi nella stessa situazione di chi ha acquistato una Volkswagen prima del recente scandalo.
AUTO ELETTRICHE. Il boom delle macchine elettriche ha aumentato il fabbisogno energetico del paese. Una singola ricarica dell’automobile green per eccellenza consuma tanta elettricità quanto un frigorifero in un mese e mezzo. Così, per soddisfare la crescente domanda con il minimo della spesa, il governo olandese ha inaugurato tre nuove economiche ma super inquinanti centrali a carbone, due delle quali costruite a Rotterdam.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]CENTRALI A CARBONE. «Guidare una macchina elettrica non è positivo come potrebbe sembrare», spiega Luc Werring, ex consigliere della Commissione europea sui temi energetici. Entro il 2023, secondo le proiezioni dello stesso governo olandese, con il crescere del numero dei veicoli, sarà necessario il 50 per cento di elettricità in più rispetto ad ora. Per ora le centrali a carbone soddisfano il 29 per cento del fabbisogno energetico olandese e a causa dell’aumento della richiesta, nonostante gli investimenti in energia pulita, si prevede che la percentuale rimarrà nella migliore delle ipotesi invariata anche nel 2030. Così, oltretutto, Rotterdam non manterrà le promesse fatte in vista della Cop21. «Si è parlato anni fa di chiudere le centrali a carbone, ma quella discussione ora è chiusa. Il costo del carbone è troppo basso» per sostituirlo con altri tipi di energia, meno inquinanti, ma più costosi.
SPOSTARE IL PROBLEMA. Le macchine elettriche, dunque, rischiano semplicemente di spostare il problema dai centri delle città piene di macchine alle periferie dove le centrali a carbone che forniscono l’energia vengono costruite. Il nodo delle emissioni di Co2, però, resta uguale. Perché possano aiutare a diminuire l’inquinamento è necessario che il paese che sponsorizza questi veicoli aumenti l’approvvigionamento di energia da fonti pulite in modo considerevole. Ecco perché l’aumento di auto elettriche è un’ottima notizia in Norvegia ma è disastrosa in Cina.
Per John DeCicco, docente all’Istituto di energia dell’università del Michigan, il gioco non vale la candela: «Dal punto di vista economico [e ambientale] non ha senso favorire l’entrata nel mercato di un numero maggiore di auto elettriche. È molto più conveniente investire per rendere i motori a combustione tradizionale più efficienti».
Foto auto elettrica da Shutterstock
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17 commenti
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L’articolo sembra voler far passare il messaggio che abbiano dovuto costruire 3 centrali a carbone PER la auto elettriche.
Queste centrali sono state inaugurate nel 2013 e 2014 e, presumo, programmate almeno 2-3 anni prima. Diciamo nel 2010.
https://notalotofpeopleknowthat.wordpress.com/2014/04/08/netherlands-opening-three-new-coal-fired-power-plants/
Quante macchine elettriche c’erano in Olanda nel 2010?
Considerando che la Leaf, macchina elettrica più venduta al mondo, ha iniziato ad essere venduta nel 2010 ritengo il messaggio dell’articolo totalmente infondato.
Propongo il ritorno al cavallo (non “vapore”, proprio l’animale) e alla stearica. Per le telecomunicazioni, il piccione viaggiatore, per quelle normali la penna d’oca e il calamaio con inchiostro di seppia (oltretutto l’oca e la seppia possono finire al forno e non nell’indifferenziata).
Al di là delle battute, non capisco perché in Olanda costruiscono NUOVE centrali a carbone, mentre da noi ci si dà da fare in modo forsennato per chiuderle.
Stavo anche per chiedermi come mai la UE non intervenga, poi – in un millisecondo – ho lasciato perdere.
Lo so già.
Forte!!
Io non tornerei indietro (e sono convinta nemmeno tu!, vuoi mettere un bel viaggetto in auto e uno in groppa?) ,i pro e i contro ci sono dappertutto, c’erano anche nel Medioevo-(che so,iintoppi nella catena alimentare dovuti alla massiccia presenza di animali da soma da sfamare…); io sono per andare avanti, ma CON INTELLIGENZA (sta qui il problema, nell’ultimaparolina prima della parentesi…..)
Un ingegnere che sapia inventare un’auto a pedali, tipo le bici che si vedono in giro adesso che fai una pedalata e quella ti porta dove vuoi, senza tanta fatica.
Che so io, un’auto a pedali, dai un pedalone -un po’ come i pedalò al mare!- e percorri un chiilometro (forse ho esagerato), ma l’idea è buona, no? Poi, un bel paio di pedali anche a chi non guida, così per par condicio.
Due pedali per quelli dietro -magari i bambini che si divertirebbero un sacco!- e via andare!!
Forza, ingegneri, forza!!
Forse ti riferisci alle bici elettriche che consumano elettricità esattamente come queste auto, e non sono certo caricate delle due pedalate che gli dai, ma solo messe in moto.
Il problema dell’auto elettrica è che è demenziale sotto l’aspetto entropico: nell’auto a benzina bruci carburante per produrre l’energia necessaria al moto, nelle auto elettriche lo bruci nelle centrali per produrre elettricità che comunque si dissipa in energia attraverso tutti i passaggi di carica e di trasformazione.
L’unica soluzione veramente ecologica, almeno dal punto di vista delle emissione è quella di usare le auto a gas la cui combustione non è inquinante per i nostri parametri, e la produzione di tale gas può avvenire attraverso le bio masse, cioè utilizzando energia solare intrappolata da poco, anziché da milioni di anni.
Copia e incolla dal fatto quotidiano, o dal blog di Grillo, “alvise ” ? 🙂
Non sai più dove attaccarti per trollare.
Ti attacchi pure al tram.
( quando ti presenti con nick nuovi o semi-nuovi non riesco ad evitarti : se continui con xyzwk, nino, daniele, micheleL, bob…prometto che ti salto a pié pari )
Cara Giovanna,
ha già notato su altre pagine che se un tantino paranoica quindi ti lascio stare perché certi casi umani di anti-troll che si trasformano di fatto in troll trotterellanti mi fanno pena. Fossi nella redazione ti bloccherei per l’evidente disturbo che con le tue pseudo-crociate crei ai normali fruitori delle testata, ma forse ti lasciano stare perché in realtà fai parte della redazione
Cara “alvise”, ogni volta che ti presenti con un nick nuovo e ti becco, rispondi sempre allo stesso modo, con al massimo tre varianti : direi che questa è la numero 2.
Sei noiosissimissimissimisimissima.
Trolleresti persino nel sito di giallozafferano, se non lo fai già.
Ti attacchi veramente a tutto, trollona noiosa.
E dire che un tempo eri pappa e ciccia con la redazione: cara redazione sono la trollona multi-horror-nick, che non fa che fare puzze tte sul vostro sito, sito che ho chiamato più volte “letamaio”,…ma la Giovanna mi vuole impedire di trollare……la potete bloccare ?
Si vede che ora proprio non ne possono più della trollona….ogni limite ha la sua pazienza.
@ Alvise
Non ho scritto COME le bici, ma TIPO le bici, cioè prendere spunto dall’ottimo servizio che esse sono in grado di fornire, rapportando fatica e consumo; dalla forza motrice (?) che hanno tali biciclette, prescindendo dal tipo di energia che ha la capacità di spingerle in avanti, che le mette in movimento.
Mi sono spiegata?
Mumble..mumble….
Lasciamo perdere…
Nella bicicletta una persona deve muovere, a farla grande, 20 kg di mezzo. Nelle bici elettriche un piccolo motore elettrico aiuta il ciclista che così fa meno fatica (e si muove a Massimo 20km/h). A spanne, quando fa tanto il motore elettrico fornisce il 50% Della potenza, il resto lo fanno le gambe del ciclista.
Un’auto pesa di solito 1000 kg, poi c’è il peso dei passeggeri: quindi, se anche metti i passeggeri a pedalale, il contributo che possono fornire con le loro gambe è assolutamente irrisorio.
Non ci sono invenzioni che possano tirar fuori degli ingegneri geniali, è il concetto stesso di auto che va ripensato se vogliamo muoverci in modo sostenibile: finché muoviamo una tonnellata di ferro per spostare meno di un quintale di ciccia stiamo usando un sistema estremamente inefficiente.
@ Roberto
Dirai anche bene sul q.le diferro, ma spesso è proprio quel ferro che ci salva quando si va a sbattere..In un’auto in terracotta o di plastica io no ci salirei, anche se l’ho prima fatta benedire dal prete!
E quando mai ce la farai con le biomasse a produrre tutto il gas che ti serve?
Poi hai idea in cosa consiste la gassificazione delle biomasse in digestori anaerobi?
E con cosa verrebbero alimentati tutti i digestori che necessiterebbe un simile progetto di portata così vasta?
Necessiterebbero di ingenti quantità di lettiere animali, cioè di grandi allevamenti per minimizzare le spese di trasporto per il conferimento delle lettiere agli impianti di biodigestori.
Con i cascami vegetali la resa sarebbe sensibilmente minore rispetto alle lettiere animali.
Secondo me le biomasse, legno nello specifico, in Italia sarebbero competitive sui combustibili importati solo per il riscaldamento delle utenze rurali, e non è poco riuscire ad utilizzare il metano solo nelle aree urbane e negli impianti industriali.
In Italia disponiamo di una grande quantità di boschi cedui di latifoglie che producono combustibile di buona qualità con turni di 15-18 anni, più o meno il doppio dell’estensione boscata ad inizio anni 50.
In 60 anni l’area della penisola e della fascia alpina coperta da boschi è raddoppiata, e la maggior parte è costituita da boschi che si rinnovano per via agamica, dunque saremmo nelle condizioni ottimali per una selvicoltura da combustibile razionale ed efficiente.
Ma sono le teste che mancano qua in Italia.
Per la media degli Italiani il lavoro del bosco è un lavorio per paria, come le miniere fino agli ani 60.
In fin dei conti abbiamo quello che ci meritiamo.
– Braccia rubate all’agricoltura – dicono a proposito di persone che non ci arrivano per stupidità: in questa espressione è concentrata la tragedia dell’agricoltura e selvicoltura italiane.
Da una nazione che acquistava carta da macero dalla Germania, e inviava nella stessa Germania convogli di rifiuti indifferenziati contenenti anche carta da macero, cosa ti puoi aspettare?
Per coltivare i boschi ci vuole competenza, cioè laureati in Scienza Forestali e per la conversione delle biomasse ci vogliono laureati in Chimica Agraria, non un esercito di dottorini in Burocrazia Sociologica a caccia del ventisette sicuro.
I primi a non capirci nulla di ecologia sono i sedicenti Verdi.
Esiste un piccolo ostacolo alla sua fantasia, è il primo principio della termodinamica. Per avere un risultato maggiore dello sforzo fisico, bisogna che qualcun’altro o qualcos’altro faccia PIÙ fatica del risultato stesso, quindi serve sempre un motore che và a qualcosa, la pedalata resta del tutto ininfluente.
Sono ingegneri, non Gesù Cristo purtroppo.
@ Davide Giaretta
Infatti….sono “solo”ingegneri…Però A ME la fantasia non mi manca, nè?