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Viva i tamarri argentini, più forti dei pistolotti su diritti e fair play

Di Piero Vietti
20 Dicembre 2022
Sceneggiate, provocazioni, volgarità, niente inginocchiamenti né prediche sulle discriminazioni. I campioni del mondo ci hanno ricordato che amiamo questo sport anche perché non è una gara di bon ton
Argentina Martinez
Il portiere dell'Argentina, Martinez, esulta compostamente con il trofeo di miglior portiere del Mondiale in Qatar (foto Ansa)


La vittoria in finale dell’Argentina, oltre ad avere impedito agli (sportivamente) odiati francesi di vincere due Mondiali di fila e a Deschamps di eguagliare l’Italia di Vittorio Pozzo, ha avuto l’enorme merito di svelare i pensieri di molti cuori che hanno tifato e gioito per Messi e compagni.

L'opposto del calcio inclusivo e non offensivo
Da anni ci si affanna a spiegare che il calcio è fair play, rispetto per l’avversario, inclusione, strumento di lotta per i diritti e in difesa delle minoranze, aperto agli outing e tifato da gente per bene che non fa cori offensivi. Bene, l’Argentina campione del mondo è orgogliosamente l’opposto di tutto ciò. Tamarri, antipatici, frignoni, rissosi, con fidanzate e mogli più belle di loro in tribuna, scorretti, offensivi. Non si sono inginocchiati contro il razzismo, non hanno indossato fasce arcobaleno né inscenato proteste contro la censura della Fifa, non sono volati in Qatar con l’aereo gay friendly come Inghilterra e Germania, non...

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