Arcivescovo Parigi: Attenzione, la legge sul matrimonio gay «porta a una società violenta»
«I lunghi mesi di dibattito sul disegno di legge per il matrimonio omosessuale hanno rivelato divisioni che erano prevedibili e annunciate. Sono l’indicatore di una mutazione di riferimenti culturali. E ne è un segno l’invasione organizzata e militante della teoria del gender (genere) in particolare nel settore educativo o, più semplicemente, il tentativo di negare qualsiasi differenza tra i sessi». Ha parlato così ieri l’arcivescovo di Parigi André Vingt-Trois aprendo l’Assemblea plenaria dei vescovi. Il presidente della Conferenza episcopale francese ha aggiunto: «Vediamo il rifiuto della differenza come modalità di identificazione umana, e in particolare della differenza sessuale. È così che si prepara una società di violenza. Quello che già stiamo vedendo è l’impossibilità di accettare le differenze nella vita sociale e ciò sta conducendo verso la cristallizzazione delle rivendicazioni di piccoli gruppi». Insomma, argomenta l’arcivescovo, «la nostra società ha perso la sua capacità d’integrazione».
CLIMA INFUOCATO. Il discorso arriva alla vigilia della discussione all’Assemblea nazionale della legge Taubira, che inizia oggi e che legalizzerà il matrimonio e l’adozione gay in Francia. Contro la legge si è mossa la Manif Pour Tous, che ha portato in piazza per due volte un milione e un milione e 400 mila persone, chiedendo il referendum, ma Francois Hollande ha preferito tirare dritto per la sua strada. Il clima però è infuocato, come dimostrano i casi degli arresti di Franck Talleu e dei 67 giovani solo perché portavano la maglia della Manif o si opponevano pacificamente al matrimonio gay.
MA QUALE OMOFOBIA. «Non si possono ridurre queste manifestazioni a un’ossessione confessionale, retrograda e omofoba, perché è evidente che questa lettura non corrisponde a quello che tutto il mondo ha potuto vedere» continua il cardinale Vingt-Trois. Che si concede anche una battuta sulle decisioni di Hollande, che pur di approvare la legge più in fretta possibile ha deciso di farla tornare all’Assemblea nazionale con un mese di anticipo: «Sono stati messi in atto tutti i modi per evitare un dibattito pubblico [sul matrimonio gay], rinchiuso invece nel processo parlamentare, ma è difficile nascondere l’imbarazzo dei promotori del progetto di legge. Far passare una legge con la forza può in apparenza semplificare la vita per un po’. Ma così non si risolvono affatto i problemi reali che poi bisognerà affrontare in altro modo. Per evitare di paralizzare la vita politica, in un momento che richiede gravi decisioni economiche e sociali, sarebbe stato più ragionevole e semplice non dare il via a questo processo».
TESTIMONIARE LA VERITÀ. Infine l’arcivescovo di Parigi lancia un messaggio di rammarico e un monito ai cristiani: «È triste che il concetto di dignità umana che proviene dalla saggezza greca, dalla rivelazione giudaico-cristiana e dalla filosofia dei Lumi non sia più riconosciuto in Francia come un bene comune culturale e un riferimento etico». Ma «non dobbiamo più aspettarci leggi che difendano la nostra visione dell’uomo, (…) noi non combattiamo una battaglia ideologica o politica, (…) infatti a cosa serve combattere per la salvaguardia del matrimonio eterosessuale se le nostre stesse azioni rendono poco credibile seguire quel modello?». La battaglia contro la legge del governo Hollande, è il concetto, è l’occasione per tornare a testimoniare la verità del matrimonio.
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11 commenti
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Amici di Tempi, visto che alcuni hanno deciso di utilizzare questo sito di informazione per fare sedute di terapia e sfogare gratis tutte le loro frustrazioni represse, perchè non chiedete loro un contributo, anche solo simbolico, da destinare al sito? Almeno i lettori, che sono sempre più mortalmente annoiati da tanta stupidità malevola, ne avranno un minimo beneficio. Nella speranza che le sedute servano a qualcosa e questo strazio finisca presto.
…in effetti, ho confessato alla mia psichiatra che ogni tanto sbircio in questo sito e posto anche dei commenti. Mi ha consigliato di smettere – dice che non valete la pena. Ha ragione, seguirò il suo consiglio.
Ogni 5 minuti nel mondo viene ucciso un cristiano. Bisogna che i ragazzi si sveltiscano, altrimenti ci vorrà un sacco di tempo a finire il lavoro.
Ah, ecco, sei in cura da una psichiatra… Ciò spiega tante cose.
Poverino.
In effetti spiega tutto. Speriamo segua il consiglio dello psichiatra.
E speriamo che si “sveltisca”. 🙂
fate tutto ‘sto bordello, e siete già al secondo papa palesemente gay (tre con Paolo VI).
A proposito di bordello, tua mamma, quella santa donna, come sta? E tuo padre, sei finalmente riuscito a sapere chi sia? Ancora no? Coraggio, oggi col test DNA basta convincere le autorità a fare uno screening a livello europeo e vedrai che lo trovi di sicuro.
La società violenta è quella degli omofobici e dei transfobici, persone veramente pericolose perchè vogliono negare diritti e felicità ad altre persone. Sono persone che debbono essere curate ( non omosessuali e transessuali ma coloro che vogliono negargli diritti e serenità ).
veganatrans
tu sei messa proprio male
Coraggio signor Erika, tra un po’ fiorirà la camomilla che è una mano santa per i lavaggi rettali dei quali lei ha senz’altro bisogno per mitigare i dolorosi inconvenienti dovuti all’uso improprio del suo sfintere. Vedrà che dopo un bella lavanda si sentirà un’altro uomo.
Nei fatti Lei considera l’approvazione degli altri un diritto, ovvero qualcosa che Le è lecito esigere. Ne consegue che la mancanza dell’approvazione altrui diventa una minaccia, un atto ostile, una “violenza”. Questa non è la posizione di una persona emozionalmente matura. Ci sono nella vita delle situazioni in cui abbiamo davvero *diritto* all’approvazione altrui, perché se manca questa approvazione cresciamo sfigurati come persone, bloccati in una dinamica emozionale che dovrebbe caratterizzare il bambino e non l’adulto. L’approvazione del sé (in quanto persona, non a livello dei comportamenti) è la linfa vitale di cui abbiamo bisogno (e a cui abbiamo quindi diritto) — da parte dei genitori, e specialmente del padre. Se viene a mancare questa approvazione incondizionata della persona, ogni rifiuto, anche legittimo, viene vissuto come una pugnalata al cuore, come una violenza personale. So bene che razza di voragini si formano nella persona quando il padre non approva il figlio o la figlia, o lo approva in maniera superficiale o di facciata. Però che sia mancato qualcosa di *necessario* allo sviluppo non vuol dire che abbiamo diritto a pretendere che il resto del mondo “compensi” con la sua approvazione, specialmente perché non c’è approvazione esterna che possa riempire certi vuoti. L’unico rimedio alla mancanza di una cosa veramente necessaria (e l’amore del padre lo è) è l’esperienza dell’amore di Gesù Cristo.
Le parlo per esperienza personale. Sono diversi mesi che ho preso coscienza, nel pianto e nello strazio, di quanto sono “rotta dentro” a causa di modelli sbagliati e trovo conforto solo adorando Gesù Eucarestia e pregando col rosario. Sto cercando di guardare a Dio Padre e alla Vergine Maria, modelli di paternità e maternità, per ricostruire la mia capacità di capire il mondo e me stessa — e per potermi fidare di nuovo fino in fondo di Dio. Le auguro di cuore di trovare la strada verso la guarigione di tutte quelle ferite che le fanno percepire la mancanza di approvazione come una violenza. So come ci si sente e non lo augurerei al mio peggior nemico.
Le prometto una preghiera a suo favore.