Apprendistato alle superiori. Toccafondi (Miur): «Il modello duale tedesco muove i suoi primi passi anche in Italia»
Inizierà a settembre la sperimentazione che consentirà agli studenti di quarta e quinta superiore di trascorrere il 35 per cento delle ore di lezione in azienda. Alternando, sull’esempio del virtuoso modello duale tedesco, l’apprendimento pratico alle tradizionali ore sui banchi di scuola. Con un vero contratto di apprendistato in tasca. Così che gli studenti-apprendisti potranno non solo sviluppare le competenze richieste loro dalle aziende, ma cominciare a guadagnare qualche soldo e preparasi un futuro sbocco lavorativo per quando saranno diplomati.
«È l’inizio di una rivoluzione che integra finalmente scuola e lavoro», dichiara a tempi.it il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi, dopo aver seguito passo passo l’elaborazione del decreto: «Molte imprese sono pronte a raccogliere la sfida, ora dobbiamo impegnarci a informare correttamente studenti e famiglie e a sostenere l’impegno delle scuole, perché settembre è alle porte».
Toccafondi, cosa cambia con l’apprendistato alle superiori?
Dal prossimo settembre, gli studenti di quarta e quinta superiore potranno cimentarsi in un percorso di studi fondato sull’alternanza tra periodi di formazione in aula e lavoro in azienda per circa una settimana al mese. Ogni giovane che sceglierà questa nuova via disporrà di un piano formativo personalizzato, definito congiuntamente da scuola e impresa, e sarà seguito da un tutor. I ragazzi concluderanno il loro percorso formativo diplomati e con un contratto di lavoro in tasca. Un antidoto contro la disoccupazione giovanile, che ormai ha raggiunto il 46 per cento, ma anche un aiuto a quelle 130 mila imprese che in Italia, ancora oggi, faticano a trovare profili di diplomati che rispondano pienamente alle loro esigenze.
Chi parteciperà?
Gli studenti delle scuole che avranno sottoscritto una convenzione con le aziende firmatarie dei protocolli d’intesa con il Miur o gli Uffici scolastici regionali. Gli indirizzi di studio coinvolti, i criteri per individuare le scuole e gli studenti, saranno specificati proprio in quei protocolli. È una scelta sussidiaria e periferica, dove il ministero si limita a verificare che gli istituti e le aziende rispettino i requisiti necessari, senza intervenire direttamente in maniera centralizzata.
Gli apprendisti verranno retribuiti?
Sì, saranno retribuiti in maniera proporzionale alle ore lavorate. E la cosa più importante è che potranno incominciare a imparare “facendo”, che è una novità nel panorama scolastico e lavorativo italiano. Possiamo dire che ci troviamo di fronte a qualcosa di rivoluzionario, perché il sistema duale tedesco muove i suoi primi passi in Italia.
Perché una sperimentazione?
La sperimentazione consente al ministero di verificare la serietà dei protocolli siglati, di monitorare l’evoluzione dei programmi dopo la stipula delle convenzioni e il pieno rispetto degli impegni formativi da parte dell’azienda nei confronti degli studenti-apprendisti.
Il decreto privilegia le grandi aziende?
Nella sua prima versione si parlava esclusivamente di grandi aziende nazionali. Ma, vista anche la peculiarità del tessuto produttivo italiano, abbiamo lavorato per estendere il raggio d’azione alle aziende di rilevanza territoriale e alle reti d’impresa.
E i piccoli artigiani presso cui sono in essere già tante esperienze di stage in alternanza tra scuola e lavoro in tutta Italia?
Facendo rete tra di loro, per esempio, con l’appoggio delle associazioni di categoria, non è detto che non possano concorrere anche loro al programma.
Sono già stati siglati i primi protocolli tra aziende e Miur?
Alcune aziende si sono già mosse per trovare le scuole interessate ai percorsi di apprendistato, come, per esempio, ha fatto Enel che ha già siglato un accordo con i sindacati per assumere 150 giovani apprendisti. Adesso dobbiamo attivarci per informare correttamente tutte le scuole e le famiglie.
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3 commenti
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Bravo Toccafondi, forse arriva anchel’ora di cambire partito, meglio uscire da NCD.
Per andare dove?