Apple Daily. L’unico colpevole è la giustizia di Hong Kong

Di Leone Grotti
24 Novembre 2022
Sei ex dirigenti del giornale pro democrazia fondato da Jimmy Lai, anche se innocenti, si sono dichiarati colpevoli di «collusione con forze straniere». È l'unico modo per evitare l'ergastolo
La sede dell'Apple Daily a Hong Kong

Sei ex dirigenti dell’Apple Daily si sono dichiarati «colpevoli» a Hong Kong di «cospirazione e collusione con forze straniere». Tutti e sei si trovano in custodia cautelare da un anno e mezzo e sono stati arrestati nei giorni e nelle settimane successive alla chiusura forzata del giornale pro democrazia imposta dalle autorità nel giugno 2021.

Hong Kong è ormai uguale alla Cina

Non bisogna leggere l’ammissione di colpevolezza da parte degli ex dipendenti del giornale di Jimmy Lai come una conferma dell’accusa. Bensì come la dimostrazione di quanto il sistema giudiziario di Hong Kong sia sempre più simile a quello della Cina continentale.

L’editore Cheung Kim-hung e gli altri, infatti, sono accusati di aver violato la draconiana legge sulla sicurezza nazionale, entrata in vigore l’1 luglio 2020 per distruggere la società civile dell’isola. Poiché la giustizia viene ormai utilizzata in città dal regime comunista come un’arma per colpire chiunque si azzardi a difendere la democrazia e i diritti umani, tutti gli imputati sanno che saranno condannati. In carcere da innocenti da oltre un anno, dirigenti e giornalisti rischiano adesso l’ergastolo. Dichiarandosi “colpevoli” saranno sicuri di ricevere almeno uno sconto di pena e di risparmiare migliaia di dollari in spese legali inutili.

Il “realismo” dei dipendenti dell’Apple Daily

L’ammissione di colpevolezza dei sei imputati renderà la vita ancora più difficile in tribunale alla persona che il governo di Hong Kong, su ordine di quello cinese, vuole colpire più di ogni altro: Jimmy Lai. Il miliardario fondatore dell’Apple Daily, e strenuo difensore della lotta per la democrazia, si è già dichiarato «non colpevole» e il suo processo inizierà l’1 dicembre.

I sei imputati hanno riconosciuto di aver «cospirato» insieme a Jimmy Lai contro Hong Kong e la Cina. E non c’è dubbio che i giudici e i pubblici ministeri utilizzeranno la loro ammissione per perseguitare ancora più duramente il magnate dell’editoria, che si trova in carcere da oltre due anni dopo essere stato condannato in tre processi minori.

«I dipendenti dell’Apple Daily sono stati realisti», ha dichiarato a Radio Free Asia il giornalista indipendente Lam Yin-bong. «Devono fronteggiare un’accusa molto grave, rischiano l’ergastolo ed è realistico supporre che saranno condannati. Dichiarandosi colpevoli possono ridurre la sentenza. Purtroppo, visto lo stato attuale della giustizia a Hong Kong, anche se sono innocenti non avevano scelta».

«Jimmy Lai è un perseguitato politico»

Quando arriverà la sentenza nel loro processo sarà possibile avere un’idea più chiara di quanto dovrà ancora patire Jimmy Lai, che pur sapendo di essere nel mirino del regime si è rifiutato di scappare dal paese. Come dichiarato in un’intervista a Tempi dal figlio di Jimmy Lai, Sebastien,

«mio padre sta subendo una persecuzione politica. Lui sapeva di essere in pericolo, sapeva che sarebbe potuto finire in carcere, ma voleva difendere una città che gli ha dato tanto e gli ha permesso di diventare ciò che è ora. Diciamolo chiaramente: mio padre è molto ricco, poteva andarsene e vivere benissimo anche all’estero. Ma la gratitudine verso Hong Kong e i suoi abitanti l’hanno spinto a restare».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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