
Amanda Knox e Raffaele assolti: «Non hanno commesso il fatto» – RS
Ieri alle 21.47 il presidente della Corte Claudio Pratillo Hellmann ha assolto Amanda Knox e Raffaele Sollecito per le accuse di omicidio di Meredith Kercher «per non aver commesso il fatto» e per quella di simulazione perché «il fatto non sussiste». “Amanda piange e abbraccia gli avvocati Maria Del Grosso, Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova. Anche Raffaele Sollecito abbraccia Giulia Bongiorno e balbetta ringraziamenti. (…) Poco dopo arriva la nota del Dipartimento di Stato americano. La portavoce Victoria Nuland scrive: «Gli Stati Uniti apprezzano l’attenta considerazione della vicenda nell’ambito del sistema giudiziario italiano»” (Corriere, p. 2).
Amanda è stata condannata a tre anni di reclusione per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, accusato ingiustamente dell’omicidio e scagionato. “Forse, per spiegare questa sentenza, bisogna partire dalle parole usate dal giudice a latere Massimo Zanetti nella relazione iniziale: «L’unico fatto certo e incontestato è la morte di Meredith Kercher». (…) Gli esperti di dna nominati dalla Corte (…) arrivano in aula in estate e demoliscono punto per punto il risultato ottenuto dalla Scientifica e ritenuto valido, e decisivo, in primo grado. (…) In sintesi: quasi quattro anni dopo la morte di Meredith, le prove scientifiche sono da cestinare. E’ in quel momento esatto che il processo cambia direzione: tolta la chiave di volta del dna, l’impianto accusatorio frana” (Corriere, p. 2).
“Per le difese la strada è in discesa: «Sgretolata l’unica prova contro Raffaele» dice Giulia Bongiorno. «L’accusa non ha più niente, solo suggestioni», commenta Ghirga: nel suo intervento finale è durissimo con l’accusa, responsabile di una «ricostruzione lombrosiana» di Amanda, e di aver «alzato i toni per distrarre la Corte dal merito». Evidentemente, la Corte gli crede. E di certo valuta inattendibili i testimoni, tra i quali il clochard Antonio Curatolo, eroinomane, che giurava di aver visto i due ragazzi la sera dell’omicidio a pochi passi da via della Pergola. Invece, quei due, la sera del primo novembre 2007 erano in casa, a far l’amore. (…) Di certo ora sono liberi, Amanda e Raffaele. Fuori dal carcere, e da un incubo lungo 1.448 giorni” (Corriere, p. 2).
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