Contenuto riservato agli abbonati

L’altro nucleare possibile

Di Marco Enrico Ricotti
19 Marzo 2022
Smr, IV generazione, fusione. Ecco perché le nuove tecnologie sono compatibili con tempi e obiettivi della transizione ecologica. E la nostra nazione può esserne protagonista
Centrale nucleare
Centrale nucleare. Foto di Lukáš Lehotský per Unsplash

Si torna a parlare di nucleare, di questi tempi, citando spesso termini che appaiono a volte criptici, come gli Small Modular Reactors (Smr), a volte futuristici, come la IV generazione. Ma di che si tratta, cosa c’è di nuovo?
Partiamo dai piccoli reattori modulari. Un controsenso, all’apparenza. Sì, perché una legge economica pressoché universale, quella dell’“economia di scala”, ci dice che di norma si ottiene un risparmio se si costruiscono macchine più grandi, più potenti. Alcuni costi infatti sono praticamente fissi e dipendono poco o nulla dalla taglia dell’impianto: ad esempio i costi di ingegneria e di progettazione, i costi di licensing (ossia quelli per ottenere l’autorizzazione rilasciata dall’autorità nazionale di sicurezza, senza la quale non si può costruire né operare nulla), i costi di indagine e preparazione del sito. Altri costi invece crescono con la potenza dell’impianto, ma non con la stessa proporzione: l’acciaio che serve per costruire un grande recipien...

Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno

Articoli correlati