«Allah Akbar». Sei lettere anonime sono state recapitate in Francia ad altrettanti sacerdoti di origine africana della diocesi di Avignone con questa scritta, in francese e in arabo. «La bella scrittura» appare la stessa in tutte le lettere e ciascun sacerdote ha subito informato la gendarmeria. «Dio è grande e io sono d’accordo», ha dichiarato a France 3 uno dei preti mantenendo l’anonimato. «Ma poiché viviamo tutti in un contesto bizzarro, sono andato alla polizia per proteggere i fedeli». Per quanto possa essere paradossale, infatti, l’inno alla grandezza di Dio è ormai diventato una minaccia dopo che centinaia di terroristi islamici l’hanno utilizzato come grido di guerra prima di compiere i loro attentati.
«LE LETTERE SARANNO PRESE SUL SERIO»
Le lettere sono arrivate il 2 dicembre a sette parrocchie, che comprendono 24 comuni. Il testo, come notato da un sacerdote, «non è una minaccia in sé. Tutto dipende da chi l’ha scritto e perché». Le missive saranno ora analizzate dalla polizia scientifica e un’indagine preliminare è stata aperta in seguito a tre denunce. Come dichiarato all’Afp da una fonte della gendarmeria, «non si tratta certo di minacce di morte dirette, ma in questo contesto di terrorismo questo affare verrà preso sul serio».
Uno dei sacerdoti ha avvisato i suoi parrocchiani prima che apprendessero la notizia dalla stampa. «Non ho paura per me», ha affermato. «Io continuerò a vivere da solo nel mio presbiterio, ma sono responsabile di una comunità e devo essere prudente per i miei parrocchiani». Un altro ha aggiunto che «non bisogna ora farsi prendere dalla paura», anche se alcuni suoi fedeli sono rimasti «scioccati» dalla notizia.
SACERDOTI E FEDELI UCCISI IN CHIESA
È passato poco più di un mese, infatti, da quella mattina del 29 ottobre in cui il terrorista islamico Brahim Aoussaoui ha fatto irruzione nella basilica di Notre-Dame, nel centro di Nizza, e ha assassinato tre fedeli cattolici urlando «Allah Akbar». Una donna è stata sgozzata e quasi decapitata. L’attentatore ha poi ucciso altre due persone.
L’attentato di Nizza ha inevitabilmente ricordato quello di quattro anni fa: era il luglio 2016 quando padre Jacques Hamel fu sgozzato a Saint-Étienne-du-Rouvray durante la Messa che stava celebrando da due terroristi islamici. È in questo contesto che vanno lette e comprese le lettere recapitate ai sacerdoti della diocesi di Avignone. La locuzione araba per esaltare la grandezza di Dio, in Francia, resterà ancora a lungo una minaccia.
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