Tremende bazzecole
Alice e quel mostro imprevisto sulla strada verso le nozze
Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)
Ogni fatto è un coniglio. Gl’incidenti del vivere suggeriscono metafore ardite, a cui non si sarebbe mai pensato neppure con la fantasia più sfrenata. Andiamo, però, con ordine. Erano i giorni in cui i piani di una donna dalla volontà solida sono saltati per aria, per colpa di un referto che stabiliva un incontestabile “no!” alla sua puntuale e precisa agenda. Il pensiero va spontaneamente alla cancelliera Merkel e alla Grecia di Tsipras, ma non è a questi fatti che mi riferisco.
Non parlo di un referendum, bensì di un responso per niente democratico; e non parlo dell’eurozona, ma di un banchetto nuziale. Si tratta di eventi minuscoli, rispetto alle grandi questioni europee; si tratta di eventi giganteschi, per la vita di una mia amica che chiameremo ipoteticamente Alice. Il suo matrimonio è alle porte e lei era tutta presa dal delirio lieto degli ultimi preparativi: l’ultima prova dell’abito, le tappe del viaggio di nozze, le conferme degli invitati. Essendo proprio una brava Merkel (ma molto più simpatica, a onor del vero), ha pensato a tutto con rigore e chiarezza, con sobrietà e determinazione. E tutti i conti tornavano. La casa era pronta addirittura in anticipo.
[pubblicita_articolo]Ma poi, come un invitato non desiderato, è arrivato il referto di certi esami del sangue. Alice ha scoperto che nella sua testa c’era qualcosa che non andava. I nomi tecnici della medicina, se riguardano una zona che è anche solo limitrofa ai tumori, diventano subito dei mostri. E l’ombra di un nemico, che con il suo “no” intralcia la strada che doveva portare a un “sì” per sempre, è diventata insopportabile.
Anche in momenti meno drammatici, il nostro sguardo al positivo e al negativo della vita non è mai onesto. Attribuiamo sempre al negativo un peso specifico maggiore; se una goccia di male s’infila in un mare di bene riesce a tramutarlo tutto in veleno. Curioso, è difficile che accada il viceversa: non tributiamo mai al positivo la stessa potenza invasiva del negativo. Per Alice era ben più di una goccia di male, ma le ho sfacciatamente chiesto di osare il viceversa, cioè di fare un passo alla volta aggrappandosi con ancora più testardaggine al bene che la circondava. Le ho detto che l’avrei persino interrogata sulle cose buone di ogni giorno. E lei ha accettato la sfida.
Il giorno dopo questo nostro patto mi ha scritto un messaggio, in cui metteva agli atti la prima cosa positiva – o se non altro buffa – capitatale in ufficio: all’improvviso, guardando fuori dalla finestra, si era accorta che c’erano due conigli nel parcheggio; lei e i suoi colleghi erano scesi in strada, mettendosi a inseguire le bestiole, per prenderle e portarle al sicuro. Operazione non proprio facile, che aveva generato corse improbabili, balzi sgraziati, grida divertite.
Ecco, cara Alice, i fatti che ci segnano sono proprio come conigli. Balzano inaspettati dentro il nostro giardino ordinato e preciso, e ci portano altrove. Bisogna avere il coraggio di seguirli, prima di volerli capire. Ci conducono sempre al paese delle meraviglie, che non è affatto il mondo dei sogni. Nel paese delle meraviglie ci sono anche dei mostri. Casa nostra non è certo lì, eppure quanto è cresciuto l’amore di Alice per la sua casa dopo aver attraversato quel luogo così improbabile e persino pericoloso?
Foto matrimonio da Shutterstock
[pubblicita_articolo_piede]
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!