Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
    • Agosto 2022
    • Luglio 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
    • Agosto 2022
    • Luglio 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Cultura

Al Meeting la Pietà del Bellini e i suoi angeli occidentali

Così Giovanni Bellini tradusse all’occidentale il tema bizantino dello stupore di fronte al più imprevisto degli eventi. La morte del Signore di tutte le cose. In mostra a Rimini la Pietà del maggior pittore del rinascimento veneziano.

Marco Bona Castellotti
10/08/2012 - 9:08
Cultura
CondividiTwittaChattaInvia

Pubblichiamo l’articolo uscito sul numero 32-33/2012 di Tempi.

Secondo una celebre canzone di Giorgio Gaber, Cerutti Gino era «il re del Giambellino». Ma, oltre ad aver dato il nome a un quartiere periferico di Milano, il Giambellino chi era? Nel dilagare dell’ignoranza, non solo primaria e secondaria, vale la pena rischiarare la memoria e far riaffiorare la figura di Giovanni Bellini detto il Giambellino, il maggior pittore del rinascimento veneziano, se per rinascimento intendiamo la grande stagione culturale del secondo Quattrocento che sconfina nei primi due decenni del secolo successivo. Più di quarant’anni fa mi avevano insegnato che l’arte veneziana viveva di un suo pur luminoso isolamento, determinato sostanzialmente dal fatto che il suo fulgido medioevo artistico avevo subìto un’inflluenza così radicale della cultura bizantina da provocare, rispetto al progredire dell’arte italiana, un fenomeno simile a una reazione, ma che in realtà di reazione non si trattava, bensì di un particolare consistere figurativo. Posso oggi confermare che tale succinto concetto era vero; ciò significa che anche il rinascimento, a Venezia, tardò a farsi largo fra le remore del gotico internazionale e l’invasione degli elementi ornamentali, come vediamo per esempio nell’architettura veneziana, ma che poi da esso sortì un linguaggio artistico proteso verso forme moderne e pienamente prospettiche, proprie di un umanesimo che, in taluni speciosi casi, merita appieno il titolo di cristiano. Fu proprio Giovanni Bellini il protagonista maggiore di tale rinnovamento. La data della sua nascita non si conosce, ma è probabile che fosse nato tra il 1430 e il 1440, mentre sappiamo con certezza che morì nel 1516, entrando a far parte del folto gruppo dei grandi vecchi veneziani (vedi l’esempio di Tiziano), instancabili, combattivi, attaccati alle cose materiali e ai soldi, attenti a ogni fremito dell’arte che colleghi e rivali proponessero e che fossero da seguire se ne valeva la pena.

Il maestro che imparava sempre
Pittore che non ebbe mai il timore di imparare sempre, Giovanni Bellini, versato in una singolare economia di scambi, in un do ut des perpetuo, diede suggerimenti e ne prese, tracciò linee di tendenza così indelebili da rimanere vive nella pittura, non solo veneziana, per l’intero Cinquecento. Ebbe un altro esclusivo pregio: di essere un pittore altamente religioso, in una Venezia abituata agli ammiccamenti profani, e Bellini lo fu nella profusione di soggetti sacri, come le innumerevoli Pietà – ricordiamo quella sublime a Brera –, le grandi pale d’altare, le Madonne col Bambino, le figure di santi e sante. Pittore religioso, ma non appiattito sui temi devozionali, anzi, nel momento di onorare le commissioni di quadri profani, ugualmente eccellente, ancorché meno commosso. Nelle Pietà Giambellino dimostra di pervenire a un patetismo toccante e condiviso, a un dolore personificato, controllato nella lucidità delle composizioni, sempre segnato da un rispetto liturgico e quasi monastico delle forme. Tutto questo lo possiamo vedere e capire nel dipinto che costituisce il fulcro di una mostra allestita (per due mesi a partire dal 19 agosto) nel Museo della Città di Rimini, concepita in seno al prossimo Meeting. Ha per titolo “Gli angeli della Pietà”. La Pietà è quella di Cristo morto “de cruce sublato”, deposto dalla croce, con angeli bambini che lo attorniano, un tema molto caro a Bellini. Ma nello stupendo quadro riminese – massimo capolavoro di un museo bisognoso di frequentatori meglio selezionati dei soliti tipi da spiaggia – gli angeli sono quattro, vale a dire in numero maggiore che in ogni altra versione del maestro veneziano.

LEGGI ANCHE:

Ritratto di Maria di Nazareth in cui nessun colpo (musicale) è escluso

8 Dicembre 2022
La copertina del numero di settembre 2022 di Tempi, dedicata all’urgenza della politica in vista delle elezioni 2022

Elezioni. Nel nuovo numero di Tempi facciamo i nomi

10 Settembre 2022

Sono «angeli increduli: l’uno, a sinistra, che contempla (Cristo morto) con più di una punta di tristezza, l’altro che nello sforzo di sollevare il corpo del Salvatore finisce quasi per scomparire dietro di lui; un altro che tiene stretto un chiodo della croce come una reliquia e negli occhi ha lacrime così trattenute e scintillanti da farci intendere che l’idea di Bellini di imperlarli non nasceva dal voler registrare un moto puramente sentimentale; infine quello a destra, che si è concentrato sulla piaga impressa nella mano come uno che stenti a capacitarsi che il figlio di Dio possa essere finito così male» (dal catalogo della mostra).

La curiosità delle creature celesti
La storiografia artistica solo in pochi e illustri casi si è fissata a interpretare questo infantile e commovente consesso angelico, perché è norma che gli storici dell’arte non oltrepassino i confini della filologia, dell’analisi stilistica, delle vicende storiche di un’opera per addentrarsi nei problemi iconografici. Chi osa farlo è solitamente dotato di basi di pensiero rare a trovarsi, ma ancora più rari (e sovente penosi) sono gli esempi di filosofi che pascolino nei campi dell’arte senza dire cazzate. Qui però siamo di fronte a un quadro di così forte magnetismo da dettare – legittimamente – difformi letture, talune fondate e interessanti, vedi quella che trova in questo dipinto sublime un richiamo all’Eucarestia per l’angiolino che vorrebbe sollevare il corpo di Cristo, evocando il gesto dell’elevazione dell’ostia, oppure quella che vedrebbe i quattro angeli intenti a prepararlo per la risurrezione; ci sono poi interpretazioni di risibile fatuità. Nel corso della mostra e nella messa a fuoco del problema iconografico connesso al capolavoro riminese è stata avanzata un’ipotesi per molti aspetti nuova e convincente, sì che mi accingo a riassumerla citando l’autore don Paolo Prosperi prete a Washington. Secondo Prosperi nel dipinto di Giovanni Bellini «potrebbe essere, presente in filigrana, un tema classico della liturgia bizantina, anche se riletto alla “occidentale”, quello dello stupore-sbigottimento angelico di fronte alla passione del Logos divino. Lo sbigottimento di fronte all’evento inaspettato e incomprensibile del Re della gloria».

Forse «il significato fondamentale degli angeli è che essi esprimono – affiorare della ragione umanistica? – la traduzione occidentale del tema dello stupore angelico, che diventa una quasi infantile, tra il timoroso e l’attratto, curiosità, la curiosità aristotelica del filosofo che si chiede il senso di ciò che vede per la prima volta, dell’aprosdoketon, l’imprevisto senza precedenti e analogie. In particolare osserva l’angelo di destra. Non solo tiene la mano di Gesù, ma soprattutto guarda la piaga. Questo tema degli angeli che guardano le piaghe è classico della liturgia bizantina. In Gregorio di Nissa c’è un’omelia sull’Ascensione che ha avuto grande influenza nell’evolversi della liturgia bizantina. Rilegge il Salmo 23 (Chi è questo Re della gloria?) come un dialogo tra Gesù e gli angeli, al momento del Suo ritorno al Padre. Gli angeli non vogliono lasciarlo passare, perché non lo riconoscono quando vedono le piaghe, ma poi si arrendono stupiti». Nessuno pensa che Giovanni Bellini, quando dipinse il Cristo morto con quattro angeli oggi a Rimini, avesse chiaro il significato originario del Re della gloria divenuto poi l’Uomo dei dolori o fosse fresco di letture del Nisseno, certo è però che anche nella cultura del Quattrocento questo concetto era vivo e presente e che come tale potesse influenzare qualche sorprendente capolavoro.

Tags: giambellinogiorgio gaberGiovanni BelliniMeeting Rimini
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Ritratto di Maria di Nazareth in cui nessun colpo (musicale) è escluso

8 Dicembre 2022
La copertina del numero di settembre 2022 di Tempi, dedicata all’urgenza della politica in vista delle elezioni 2022

Elezioni. Nel nuovo numero di Tempi facciamo i nomi

10 Settembre 2022

Quarant’anni fa, la visita di Giovanni Paolo II a Rimini e a San Marino

29 Agosto 2022
Lo stand del mensile Tempi al Meeting di Rimini 2022

Tempi al Meeting. Avanti popolo, manona rossa trionferà

27 Agosto 2022
Gregoire Ahongbonon al Meeting di Rimini

Meeting. Gregoire: «Dio è venuto a cercarmi nel mio buco»

27 Agosto 2022
L'ultimo incontro sull'Ucraina al Meeting

Meeting. «Oggi non si possono costruire ponti tra russi e ucraini»

26 Agosto 2022

Video

Video

Artsakh, il conflitto invisibile. «Anche fare una zuppa è impossibile»

Redazione
1 Febbraio 2023

Altri video

Lettere al direttore

Roberto Perrone

Roberto Perrone mancherà a Fred Perri e a tutti noi

Emanuele Boffi
31 Gennaio 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Gli insostenibili argomenti di Nathalie Tocci sulla guerra in Ucraina
    Rodolfo Casadei
  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Su Cospito il Pd è più irresponsabile di Donzelli
    Lodovico Festa
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    Le tesi per il Movimento Popolare
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Io non sono Charlie Hebdo
    Federico Cesari
  • Cartolina dal Paradiso
    Cartolina dal Paradiso
    Come ho scoperto che Dio fa ardentemente il tifo per me
    Pippo Corigliano

Foto

Foto

Karabakh. Il conflitto invisibile. Cosa sta succedendo alla popolazione dell’Artsakh

28 Gennaio 2023
Foto

Crisi del sistema politico. Il presidenzialismo è la soluzione?

19 Gennaio 2023
Politicall
Foto

La geopolitica tra identità e relazioni internazionali – Incontro a Torino

16 Gennaio 2023
Rosario Livatino
Foto

L’attualità del beato Rosario Livatino

16 Gennaio 2023
Luigi Negri sul palco del Meeting di Rimini
Foto

”Metanoeite – cambiate mentalità”, la collana di don Negri

9 Gennaio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
    • Agosto 2022
    • Luglio 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Società
    • Social network
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist