Se si deve attendere che passi il premierato, si dilateranno all'infinito i tempi per introdurre la separazione delle carriere e per frenare lo strapotere delle correnti
Gli addii sono quasi sempre tristi. Ma l’addio alla grande riforma della giustizia, malgrado le promesse contenute nei programmi di governo, sembra proprio un disastro. Sabato 11 novembre il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha dichiarato che «la riforma del premierato posticipa la riforma del Consiglio superiore della magistratura e quella della separazione delle carriere tra magistrati inquirente e giudicanti».
È vero che lo stesso Nordio ha poi cercato di minimizzare, spiegando che «una volta che sarà esaurita questa fase (cioè la riforma del premierato, ndr) passeremo a quella successiva (cioè alla riforma della giustizia, ndr)». Ma l’annuncio del Guardasigilli segnala comunque un disastro incombente: perché ci racconta che adesso si dilateranno, praticamente all’infinito, i tempi per introdurre la separazione delle carriere e per varare qualche misura (più concreta di quelle varate dai predecessori Bonafede e Cartabia) per frenare lo strapotere delle correnti de...