Venerdì pomeriggio, la Commissione carceri della Regione Lombardia è entrata a San Vittore. «Ero venuto a conoscenza – dice a tempi.it Stefano Carugo, consigliere regionale del Pdl e presidente della Commissione – dello sciopero della fame dei detenuti tramite le lettere di Antonio Simone. Abbiamo incontrato una delegazione di detenuti, la vicedirettrice del carcere e alcuni agenti della polizia penitenziaria».
Il primo impatto?
Il caldo. All’esterno il termometro segnava 38 gradi, all’interno si superava la quarantina. Le celle della prigione si stagliano su tre piani: più si sale, più sembra di vivere in una fornace. Gli stessi agenti parlavano di una situazione insostenibile.
Nella torretta dove si controllano i detenuti durante l’ora d’aria non c’è neanche un ventilatore. In parole povere: un solo agente controlla trecento detenuti in una stanza caldissima. È una condizione di lavoro assurda. I cani di Green Hill avevano più tutele e più spazio: insomma, una vita migliore.
Di cosa avete parlato con i detenuti?
I detenuti hanno smesso di far lo sciopero del carrello dei pasti, ed è una cosa importante. Ci hanno chiesto di non abbandonarli. E si capisce che sia necessario un interesse immediato: al terzo piano non arriva l’acqua, se non in certi orari. L’acqua a intermittenza in una cella sovraffollata è da considerarsi ai limiti di una tortura. Manca ciò che è necessario per vivere.
Come vi state muovendo?
Abbiamo lanciato un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, da sempre sensibile alle condizioni di vita dei detenuti. È indubbia la necessità di creare un carcere nuovo e all’avanguardia, così come è chiaro che San Vittore è una struttura troppo vecchia. Bisogna sistemare le tubature: questo significa spostare detenuti. Ma già due bracci sono chiusi e i detenuti sono stipati in celle piccolissime, con letti a castello a tre piani in pochi metri quadrati di superficie.
L’estate è vicina. Avete in mente qualche misura rapida per ovviare all’afa?
Nel breve periodo, chiediamo di decongestionare San Vittore: che le celle da sei detenuti ne ospitino solo quattro e quelle adibite a contenerne dodici ne ospitino otto. Esistono diverse possibilità: depenalizzare i detenuti in custodia cautelare e tradurne alcuni agli arresti domiciliari, lenire le custodie preventive o istituire temporaneamente un’altra casa circondariale.
Sul lungo periodo, invece?
Le decisioni a lungo termine sono prese dal ministero della Giustizia. Per quel che può, la Regione Lombardia finanzia attività sociali e controlla la condizione delle carceri locali. In Italia, sono solo due le persone che, quel che dicono, fanno: Giorgio Napolitano e Mario Monti. Appelliamoci a questi due. Vengano con noi a visitare San Vittore.