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Su Linkiesta Mario Lavia scrive: «Col passaggio da Miglio a Vannacci, da Bossi a Paragone, da Maroni a Palamara, si seppellisce dunque un pezzo della nostra storia, bella o brutta che sia stata, la Lega ci sarà ancora, intendiamoci, ma è un’altra roba, e a Matteo Salvini è toccata la parte del becchino, non l’avrebbe mai immaginato, un ganassa come lui».
Dopo un lungo periodo di scomuniche del secessionismo bossiano e un altrettanto lungo periodo di attacco al sovranismo salviniano, ora si piange su una storia (bella o brutta che sia stata) che scompare. In realtà, il formarsi di un articolato ma finora sostanzialmente unitario orientamento conservatore è un elemento di forza del sistema politico italiano che oggi nel quadro europeo si distingue per una certa (pur travagliata) stabilità. Molte posizioni vanacciane o paragoniane vanno fermamente, culturalmente contrastate, però è meglio che siano assorbite e quindi diluite in una corrente politica nazionale con spirito di governo, ch...
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