Lettere dalla fine del mondo

Col crocifisso per contemplare Gesù presente nella mia vita

padre-aldo-trento-fortunatoGentile padre Aldo, sono Mariastella, ho 25 anni. Ti scrivo perché ho una domanda grande a cui non riesco a trovar risposta. Da 4 anni convivo con ansia e depressione. Ho paura della vita. Non riesco a staccarmi dai 20 anni di vita in cui mio padre picchiava me e mia mamma. Vivevamo in un clima di costante pericolo, paura. Ora che si sono separati tutto questo non c’è più, ma ovviamente la mia vita è rimasta segnata. Non riesco a capire come si fa a sperare, a essere felici, a ringraziare Dio quando la tua mente, il tuo corpo, i tuoi pensieri ti dicono il contrario. Da 4 anni prego per trovare pace, ma non la trovo, non capisco cosa manca, la tristezza è sempre lì in agguato. Lo so che devo stare attaccata alla realtà, vedere le cose belle che ho nonostante la malattia. Non voglio continuare a vivere la mia vita senza trovare pace. Dio in tutto questo dolore non riesco a vederlo. Come fai tu a vivere?
Mariastella

L’anno nuovo è arrivato in compagnia di alcune lettere cariche di un grido pieno di dolore: “Padre Aldo, aiutaci”. Mi permetto di pubblicarne una o due ogni settimana con la speranza che non soltanto io ma anche i lettori possano fare proprio questo grido di aiuto. Le ho lette molte volte e sempre un brivido si impadronisce della mia persona. Quando uno è stato “vittima” della depressione è difficile che possa vivere senza immedesimarsi con chi soffre di questa malattia. In tanti mi hanno augurato un felice anno nuovo, provocando in me una domanda: cosa significa anno nuovo? In cosa consiste questa novità?

Nella mia esperienza esiste solo il presente e la grande novità coincide con l’avvenimento che abbiamo contemplato in questi giorni natalizi. Il presente è la modalità mediante la quale il Padre continua a crearci in ogni istante. Senza questa certezza non solo mi mancherebbe il respiro ma anche l’energia per provare a comunicare a questi amici un minimo di speranza. Solo un’esperienza impedisce che un dialogo si riduca a flatus vocis. Essendo stato possibile per me, non può non esserlo anche per loro.

Venendo alla domanda di Mariastella, come faccio a vivere. È lo stesso interrogativo che, nei lunghi anni della mia depressione, ponevo a quanti incontravo. Solo chi viveva in modo drammatico la sua vita poteva condividere con me questo dolore. Un dolore che impedisce di vivere in modo borghese come fanno la maggior parte delle persone. La strada è stata lunga e ho camminato in ginocchio gridando con tutte le mie forze che il Signore mi mostrasse il Suo volto, finché un giorno ha illuminato la mia anima e ho cominciato a percepire che il mio io non era riducibile alla malattia perché dall’eternità è in relazione con il Mistero.

aldo-trento-don-giussaniLa forza di un abbraccio
Da quel giorno la coscienza che ho di me posso esprimerla con l’affermazione di don Giussani: «Io sono Tu che mi fai». Rimangono ancora le ferite della depressione, però la mia consistenza non è riducibile a questo dolore. Il deserto continua, però i miei occhi sono fissi lì dove c’è la vera gioia. Le emozioni della giovinezza sono finite da moltissimi anni, obbligandomi a cercare la ragionevolezza in tutto quello che faccio e dico. Ragionevole è tutto quello che mette l’uomo in relazione con il Mistero fatto carne nella eucarestia, nella compagnia cristiana e nei poveri.

Il mio letto è abbastanza ampio e un giorno ho staccato il crocifisso dalla parete ponendolo sopra il cuscino che sta alla mia destra. Quando mi accosto per dormire lo guardo recitando i misteri dolorosi. Contemplo le sue ferite, la corona di spine, i chiodi nelle mani e nei piedi. Forse sembrerà una cosa ridicola, tuttavia per me è un segno che mi fa tornare alla carne di Gesù presente nella eucarestia e nei poveri.

Permettetemi un’ultima parola riferendomi alla dolorosissima esperienza di violenza familiare. Ciò che mi racconti è quanto hanno vissuto la maggior parte delle ragazze che vivono qui. L’unico modo per riuscire a perdonare è sentirsi amati. Può sembrare una cosa impensabile e impossibile per gli uomini, ma quando la luce di Cristo entra attraverso l’amore di una persona, l’impossibile diventa possibile.
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