A Carpi riapre la chiesa “parafulmine” distrutta dal terremoto

Di Matteo Rigamonti
03 Novembre 2012
Il racconto del vescovo della diocesi, monsignor Francesco Cavina: «È importante che la gente non si senta abbandonata. La chiesa è il luogo in cui si sperimenta un'appartenenza».

Riapre a Carpi la chiesa di Santa Chiara e le Sorelle Clarisse possono rientrare nel loro monastero. La prima Messa è stata celebrata giovedì 1° novembre, festività di Tutti i Santi, dal vescovo monsignor Francesco Cavina e la seconda celebrazione si è svolta venerdì 2 in occasione della commemorazione dei defunti. Esplode la felicità dei fedeli che accorrono numerosi alle celebrazioni e sensibile è il sollievo della città che ritorna ad avere uno dei suoi più importanti punti di riferimento e di speranza. La struttura, infatti, era stata danneggiata dal terremoto dell’Emilia.

La chiesa di Santa Chiara è stata restituita alla sua comunità, è contento monsignore?
La chiesa, appena riaperta, non è ancora totalmente agibile perché non tutte le sue parti sono state messe in sicurezza, ma la prima Messa dai giorni del terremoto è stata celebrata giovedì mattina alle 7:30: l’assemblea era gremita, c’erano molti giovani ed è stato un momento di grande gioia per tutta la diocesi e la città. Le sorelle poi sono felici di poter ritornare nel loro monastero, in mezzo alla loro gente, come dicono loro stesse.

Perché è così importante riaprire una chiesa?
La chiesa e la comunità claustrale che vive nel monastero sono un punto di riferimento tanto per i cattolici quanto per tutta la comunità cittadina, un “parafulmine” nel cuore di Carpi. E, in questo momento in cui il pericolo maggiore è che la gente si senta abbandonata, sono un punto cui il popolo sente di appartenere. Per non parlare poi del valore storico e artistico che hanno questi luoghi di culto.

Quanto è già stato fatto dai giorni del terremoto e cosa manca ancora da fare?
Rispetto a due mesi fa, qualcosa sta cominciando a muoversi dal punto di vista della messa in sicurezza degli edifici: grazie agli aiuti delle istituzioni tre chiese a Carpi sono state recuperate, ma i danni maggiori sono nella parte nord della diocesi, a Mirandola e Concordia.

Lì a che punto sono con i lavori?
L’anno scolastico è ripreso regolarmente, anche se solo nelle strutture prefabbricate. E le scuole cattoliche hanno dato il loro contributo. I problemi più gravi, invece, riguardano la ripresa dell’attività economica.

E quali sono?
Spesso ci sono intoppi burocratici che impediscono la realizzazione di opere necessarie per la comunità, perché i criteri richiesti non sempre sono rispettabili. Ma la collaborazione con le istituzioni comunque è buona, e questo è importante. Rimettere in moto l’economia, infatti, è fondamentale per riportare il lavoro in quelle zone.

@rigaz1

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