«Abbiamo recuperato due milioni», dice Attilio Befera, facendo riferimento al famoso blitz di Cortina. Era il 30 dicembre 2011 e gli addetti del fisco planarono sulla famosa località turistica per un’operazione che doveva scoperchiare le magagne gli evasori fiscali (il sindaco fu addirittura messo agli arresti domiciliari). Foto e servizi tv fecero il resto. L’Italia esultò con un “dàgli all’avesore” e “forza scontrino”. Ieri, Befera ha dato i numeri di quell’operazione che ha portato due milioni di euro nelle casse dello Stato. «Dei 173 accertamenti fatti in quell’occasione, 142 sono stati già definiti e incassati». Recuperati 1,2 milioni di imposte dirette, tra Ires e Irap, 224 mila euro di Iva e 675 mila euro in multe.
SCAPPANO IN CROAZIA E AUSTRIA. Tutto bene? Certo, è una buona notizia. Ma vale la pena vedere anche l’altra faccia della medaglia. Il vicesindaco della città ha fatto notare che «non sappiamo se siano state due multe da un milione o mille da duemila euro». Più che altro, contesta la spettacolarizzazione dell’operazione il cui effetto è stato che «la maggior parte dei turisti è fuggita, ed è andata in Austria o in Svizzera. Così lo Stato, per tanti soldi recuperati dai controlli, ne ha persi altrettanti di mancati introiti».
Di che cifra stiamo parlando? Difficile dirlo, ma i commercianti del posto parlano addirittura di 20-22 milioni. Fossero anche la metà, qualche domanda dovremmo porcela. Di sicuro c’è che nel 2012 il calo di turisti italiani è stato del 15 per cento. Gherardo Manaigo, presidente della Federalbergatori e proprietario dello storico Hotel Posta, ha detto al Giornale che «il danno è di almeno 20 milioni l’anno, ma temo sia ancora più alto. Non contiamo gli stranieri, che magari non conoscono il nostro labirinto fiscale, ma gli italiani no: si sono rarefatti subito dopo l’invasione natalizia. Il contraccolpo è stato subito evidente e poi si dovrebbero pesare anche i comportamenti dei possessori di ville e seconde case. Cauti, molto più cauti negli acquisti».
Stiamo parlando soprattutto di gente col portafoglio sempre pieno, «ma che si è scocciata di tanto frastuono e si è spostata verso il Tirolo, il Vallese, la Croazia. Quello di Befera è stato un autogol perché i nostri mancati incassi sono anche i suoi mancati introiti. Meno guadagni per noi e meno gettito di Irpef e Iva per lui».