Di quel che accadde il 31 agosto 1978 abbiamo detto in editoriale. Ma il contesto storico, qual era? E perché, oggi, sembra abbia ragione Lanfranco Pace a sostenere che sarebbe ora di una bella «pacificazione della memoria» e, diciamo noi, di chiudere i conti col passato ponendo finalmente (e seriamente) la questione di un’amnistia generale per i fatti di sangue occorsi negli anni ‘70 ? Dunque, anno 1978. è l’epoca del governo di solidarietà nazionale. E mentre gli intellettuali (in prima fila gli Umberto Eco e i Giorgio Bocca) si esercitano nell’arte della dissimulazionee del “neneismo” (“Né, con lo Stato, né con i terroristi”), Dc e Pci, le due più grandi forze politiche popolari, stringono un patto d’acciaio contro le Br, le miriade di gruppi armati e le decine di migliaia di loro fiancheggiatori che, nelle scuole, nelle fabbriche, nelle univeristà, hanno condotto l’Italia sul baratro di una guerra civile.
Dentro l’Italia in fiamme, i cattolici di Comunione e Liberazione rappresentano una sparuta e culturalmente insignificante minoranza. E per di più sospetta anche agli occhi delle gerarchie ecclesiastiche. Grazie anche a una campagna stampa orchestrata dall’Espresso, La Stampa e il Manifesto che avevano accusato Cl di essere al soldo della Cia (accuse che si riveleranno naturalmente false, ma che intanto danno la stura alle violenze degli estremisti) solo nell’anno 1977, Cl aveva già subito oltre cento attacchi terroristici alle sue sedi e persone. Ma lo stesso mondo cattolico non va oltre la denuncia delle violenze e della solidarietà.
La Democrazia cristiana è ancora la forza politca preminente a livello nazionale (sebbene il Pci l’abbia quasi raggiunta nei consensi elettorali). Di fatto, le realtà politiche, religiose e istituzionali cattoliche sono allo sbando. Gusci vuoti. Con una Chiesa cattolica fuori gioco. Al di là del partito politico che la rappresenta e ne difende istituzioni e poteri secolari, l’influenza della Chiesa sulla mentalità e cultura dominante, è praticamente zero (come sapeva e aveva già scritto Pier Paolo Pasolini). I politici democristiani se ne stanno blindati a Palazzo, mentre l’associazionismo cattolico si divide tra quanti abbandonano esplicitamente l’agone pubblico (è la “scelta religiosa” dell’Azione Cattolica) e quelli che salgono sul carro della sinistra, talora non disdegnando (come nei casi di Gioventù aclista e dei “Cristiani per il socialismo”) il sostegno aperto agli estremisti che auspicano la scomparsa (in certi casi anche fisica) della presenza di Cl dalla società italiana.
Nonostante ciò, a parte l’esercito di poliziotti, celerini e la possente organizzazione del Pci e della sua longa manus nelle organizzazioni sindacali che presidiano i luoghi sensibili delle città (scuole, fabbriche, univeristà, giornali, tv), i giovani di Cl rappresentano l’unica presenza non militarizzata rimasta a presidiare la democrazia negli ambienti di studio e di lavoro. Giussani e i suoi giovani amici.
31 agosto 1978. Sono anche i primi cento giorni dal massacro della scorta, del sequestro e omicidio di Aldo Moro.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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