«Grave», «sconcertante», «assurdo», «disarmante»: così i giornali italiani che ne sanno più degli elettori commentano il recupero di Silvio Berlusconi, che è «populista», «pifferaio», «abbindolatore», «logoro», «bugiardo», «truffaldino» e «cappellaio matto». Ma di chi è la responsabilità della sua rimonta, o come sarebbe meglio dire sfogliando le pagine di Repubblica, Fatto Quotidiano, l’Unità e Corriere della Sera, la «colpa»? Ma degli italiani, è ovvio, che votando Pdl «non hanno capito», «non hanno seguito», «si sono fatti abbindolare», «vogliono fare morire il paese» e quindi «non sono in grado di governare il proprio destino».
GLI ITALIANI NON HANNO CAPITO. Pierluigi Battista l’aveva annunciato oggi nel suo articolo sul Corriere della Sera: «Daranno la colpa all’elettorato. Ne deploreranno la rozzezza, la credulità, la volgarità. E ancora una volta non avranno capito». Così è successo. Se Dario Fo, intervistato da Repubblica, definisce «grave» il risultato del Pdl «se fosse confermato», Gabriele Albertini, eletto in Senato con la lista Monti e candidato presidente a perdere in Lombardia, alla luce dei dati definitivi sbotta: «Gli italiani si sono invaghiti dei due pifferai magici».
SETTE MILIONI DI «POVERI CRISTI». Ma perché, si chiede Massimo Giannini nel suo editoriale su Repubblica, «il Paese non ha capito e non ha seguito» il progetto del Pd, visto che «il Pdl di Berlusconi era morto, dopo il crollo del dicembre 2011»? Semplice, perché il Cavaliere ha giocato la carta del «populismo» e «per quanto logoro e bugiardo, l’uomo simbolo dell’anomala destra italiana» ha vinto «scommettendo sul peggio», cioè su 7 milioni e 332 mila italiani che, sempre secondo Giannini, si trovano nella «zona grigia dell’illegalità fiscale», «i poveri cristi, pensionati e dipendenti, che hanno appena pagato la stangata» dell’Imu.
HA VINTO «L’ITALIETTA». Certo, non tutti i giornali sono d’accordo nel disprezzare così tanto gli italiani. Per Antonio Padellaro (Fatto Quotidiano), si sono fatti semplicemente ingannare «dalle trovate truffaldine del solito Berlusconi», per Claudio Sardo (l’Unità) «non hanno voltato pagina» perché ammaliati dal «vecchio pifferaio» che, come riportano molti elettori del comitato del Pd di Firenze, «si sono fatti abbindolare». Oppure, più semplicemente, «questo paese ha voglia di morire». La spiegazione potrebbe però essere anche un’altra. Secondo Stefano Fassina, consigliere economico del Pd, gli italiani non sono poi da disprezzare e forse non sono neanche stupidi, semplicemente «i nostri concittadini sembrano avere la memoria corta, dimenticando le responsabilità politiche del Pdl, di chi ha portato il paese a pochi centimetri dal baratro». In fondo, «la rimonta di Berlusconi è un fenomeno che ha a che fare con un atteggiamento individualistico, un atteggiamento che guarda al breve periodo e che punta a tirare a campare con evasione e condono. Quell’italietta là non può più tornare».
L’ITALIA NON È IN GRADO DI SCEGLIERE. Ma «quell’italietta là» sembra avere rialzato la testa ed è per questo che Michele Prospero sull’Unità non può fare sconti al popolo nostrano: «L’Italia mostra di non essere più una nazione moderna, in grado di governare il proprio destino». Perché? Perché davanti alla battaglia giocata «sul fisco, sul rigore, sugli imperativi ferrei dell’euro» si sono fatti «incantare» dal «Cavaliere, come “cappellaio matto”, che gioca beffardamente sulla pelle del Paese e che con le sue proposte assurde ha trovato ancora il modo di incantare una società in disarmo» Per questo «l’Italia non è più una nazione credibile dopo il crollo delle élite dell’economia, dei media, della politica». Tutto questo poteva essere detto in modo più elegante, come fa Massimo Franco nel suo editoriale per il Corriere della Sera: «È come se l’Italia avesse interiorizzato l’idea di una sospensione della democrazia; e si fosse rifiutata di analizzare i riflessi internazionali del voto. Di più: ha deciso di sfidarli, assecondando umori ostili a un’austerità valutata non per gli effetti benefici sui conti pubblici, ma per quelli negativi sulla crescita e sui posti di lavoro».
CHI È CHE NON HA CAPITO? A nessuno viene in mente di dare credito a quello che, secondo Battista, è il vero motivo per cui Berlusconi ha quasi rischiato di vincere queste elezioni nonostante i giornali e i sondaggi: «Ma lui parla di tasse. E loro non si accorgono che milioni di italiani si sentono vessati dalle tasse. Sorridono sulla “restituzione dell’Imu”. Ma non si accorgono che l’Imu è stato un colpo durissimo in tempo di tredicesime. Lui parla di Irap e loro non si accorgono che per colpa dell’Irap piccole e piccolissime aziende chiudono e che il popolo berlusconiano non voterà mai e poi mai chi non si occupa di Irap e piuttosto si astiene, piuttosto vota Grillo, ma quelli che ignorano l’Irap mai e poi mai. Lui parla di Equitalia, e loro non se ne accorgono». Rimangono dunque due opzioni: o gli italiani sono «poveri cristi» che «non hanno capito» e che «non sono più in grado di governare il proprio destino», oppure come dice Battista è «il sistema dell’informazione, quello dei partiti tradizionali della sinistra, quello dei padroni dei sondaggi» che non hanno capito e «hanno sbagliato» e ora degli italiani «deploreranno la rozzezza, la credulità, la volgarità, l’essenza naturaliter delinquenziale. E ancora una volta non avranno capito».