Se non ci fosse stato lui, l’anno scorso sarebbero potute morire migliaia di persone nella chiesa cattolica di San Giovanni, a Lahore, capoluogo del Punjab, nel quartiere cristiano di Youhanabad. Akash Basir aveva 20 anni e si era offerto volontario per fare da guardia alla chiesa durante la messa affollata da quasi duemila fedeli. Il 15 marzo dell’anno scorso, quando si è reso conto che l’uomo che stava entrando dal cancello aveva una cintura esplosiva, non è scappato ma è corso ad abbracciarlo.
DUPLICE ATTENTATO. Il kamikaze si è fatto esplodere, contemporaneamente a un altro attentatore che ha attaccato una chiesa protestante vicina, sempre nel quartiere cristiano. Oltre a Basir, nel duplice attentato sono morte 14 persone e 70 sono rimaste ferite ma la strage poteva coinvolgere migliaia di persone. Domenica 13 marzo, nel primo anniversario degli attacchi, centinaia di cristiani si sono riuniti a pregare in una messa in suffragio delle vittime e in particolare di Basir.
«AKASH È IL NOSTRO EROE». «Akash è il nostro eroe. Il suo coraggio ha salvato la vita a più di duemila persone all’interno della chiesa», ha dichiarato durante la funzione il parroco padre Francis Gulzar. «Lui ha ispirato i giovani cristiani locali e ora sono in tanti ad essersi uniti alla squadra che protegge la chiesa».
CRISTIANI ARRESTATI. Nelle proteste seguite agli attentati, due musulmani accusati di far parte del commando dei talebani che ha compiuto la strage sono stati linciati per strada. Centinaia di cristiani sono stati arrestati in modo indiscriminato per l’omicidio, 42 sono ancora attualmente in carcere. Nessuno dei complici dell’attentato alle due chiese è stato per ora arrestato. Ameer ul Azeem, segretario per l’informazione del Jamaat-e-Islami, uno dei maggiori partiti islamici del Pakistan, ha rimproverato i cristiani locali chiedendo di «mostrare più tolleranza», riporta AsiaNews,
«VOLTO DIVERSO DEL PAKISTAN». La messa è stata presieduta dall’arcivescovo di Lahore, Sebastian Shah, e sette sacerdoti. «Siamo tutti orgogliosi del coraggio di questo nostro figlio la cui vita è stata breve ma ricca di significato», ha dichiarato il prelato a Ucanews. «Il suo gesto è stato il risultato della sua passione spirituale e degli insegnamenti della Bibbia. L’indifferenza prevalente nella nostra società porta al terrorismo mentre i cristiani, con la misericordia nel cuore, possono offrire un volto diverso del Pakistan».
INDIMENTICABILE SACRIFICIO. A tutti i presenti è stato distribuito un libretto, intitolato Indimenticabile sacrificio, nel quale si racconta anche la storia della vita di Basir. Il parroco ha detto che il libretto servirà da base per aprire la causa di canonizzazione del ragazzo, che potrebbe diventare il primo santo del Pakistan. «Siamo appena all’inizio, ma il movimento è cominciato».
Foto Ansa e Ucanews