Tremila scienziati protestano per la legge ultra-animalista che salva le cavie e uccide la ricerca

Di Redazione
13 Agosto 2013
Ricercatori e docenti chiedono la revisione della "restringi-vivisezione": «Troppi limiti, violate le direttive Ue. Regole che non si usano neanche coi bambini»

Una bella fetta del mondo della ricerca è sul piede di guerra contro la legge “restringi-vivisezione”, approvata dalla Camera lo scorso 31 luglio, che impone nuove limitazioni alle sperimentazioni in laboratorio sulle cavie. Tante le sigle mobilitate contro la decisione del governo, da Telethon ad Airc, da Aism all’Alleanza contro il Cancro: in poche settimane sono stati più di tremila gli scienziati che hanno sotto scritto gli appelli contro questa norma. «La legge mina il progresso della scienza», è l’allarme che lanciano.

OLTRE LE DIRETTIVE UE. Secondo i ricercatori contrari alle nuove misure, il testo sotto accusa violerebbe anche i vincoli imposti dall’Europa. La “restringi-vivisezione” accoglie infatti quelle che sono le direttive emesse nel 2010 dall’Unione Europea in materia di sperimentazione sugli animali, ma introduce divieti e regole ancora più restrittivi, cosa esplicitamente esclusa da Bruxelles. La legge italiana vieta, ad esempio, l’allevamento di cani, gatti e primati, oltre agli xenotrapianti e alle ricerche sulle tossicodipendenze. Inoltre obbliga a somministrare alle cavie un sedativo per bocca prima di ogni iniezione, cosa che, spiega a Repubblica Giuliano Grignaschi dell’Istituto di ricerca Mario Negri di Milano, «non si fa neanche con un bambino».

RICERCATORI COSTRETTI A MIGRARE. La riforma, secondo gli addetti ai lavori, rischia di mettere in grave difficoltà tutto il settore della sperimentazione. «La ricerca biomedica oltre a rappresentare la speranza di vita e di una miglior qualità della stessa per milioni di persone malate, rappresenta anche una straordinaria occasione di sviluppo e di lavoro qualificato per migliaia di giovani ricercatori, altrimenti costretti a mettere a frutto altrove le competenze acquisite in Italia». Così recitava l’appello lanciato non più di tre settimane fa – quando ancora la legge era in discussione – da una decina di scienziati al ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Maria Chiara Carrozza. Ora che il testo è approvato i ricercatori minacciano di avviare una procedura d’infrazione all’Unione Europea.

LO XENOTRAPIANTO. «Da sola, quella norma cancella l’intera ricerca sulle terapie contro il cancro. L’Italia si prepari a chiudere il 60 per cento della sua attività in campo oncologico e tutti gli studi sulle staminali», avverte Pier Giuseppe Pelicci, direttore dell’oncologia sperimentale dello Ieo di Milano. Il riferimento di Pelicci è al divieto di xenotrapianto, pratica usata per sperimentare tanti trattamenti contro i tumori e che consiste nel trapianto di un piccolo numero di cellule malate dell’uomo nei roditori. La speranza è che il governo faccia un passo indietro e riabbracci la direttiva europea, equilibrata secondo tanti scienziati: «Il testo ruota attorno a due presupposti», dice sempre a Repubblica Francesca Pasinelli, direttrice generale di Telethon. «Che la sperimentazione su un essere vivente sia necessaria prima dell’approvazione di una terapia. E che salvare una vita umana sia più importante che salvare una vita animale».

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13 commenti

  1. IO SONO ANIMALISTA

    Parlate tanto di ignoranza, ma poi siete i primi che credete nell’amico immaginario, ora mi potrete offendere e boicottare, questo dimostrerà solo la vostra intolleranza verso chi la pensa diversamente da voi, e poi esiste la libertà di opinione, perché sui gay si può dire quello che si vuole mentre su di voi o taci o vieni offeso.

    1. MA vaffanculo

      Sei solo una bestia, pensi solo agli animali, mica pensi alle persone, spero che ti prenderai 100 cancri incurabili

  2. gabriella bio

    antivivisezionisti non avete alcuna idea di cosa voglia dire ricerca,e cosa voglia dire essere malati..miliardi di esseri?ti auguro un sacco di malattie incvrabili,e poi ti voglio vedere ,se non sarai in america, a cercare farmaci .pezzi di ignoranti fate schifo,informatev almeno ci avete uccisi.

  3. gabriella

    antivivisezionisti non avete alcuna idea di cosa voglia dire ricerca,e cosa voglia dire essere malati..miliardi di esseri?ti auguro un sacco di malattie incvrabili.pezzi di ignoranti fate schifo,informatev almeno ci avete uccisi.

  4. Anna-Maria

    Ma che se andassero pure all’estero i vivisettori. Chi se ne frega. Puliamo l’Italia. Muoiono miliardi di animali ogni anno per gli esperimenti, dov’è lo stesso numero di persone salvate?
    Una cosa è ucciderne uno per salvarne 100, ma qui si uccidono miliardi di esseri per salvarne nessuno o pochissimi. Insegnate alla gente a prevenire (questo nessuno lo fa, chissà perché). Non insegnate loro a fare quello che vogliono per poi abbuffarsi di medicinali.

  5. enrico

    ricercatori andatevene all’estero, fate avvenire questa fuga di cervelli. l’italia è ormai popolata da bestie ignoranti e deve morire, lasciate la merda che c’è qua, andate in regno unito australia o america dove avrete carta bianca, buona retribuzione e riconoscimenti validi, non verrete considerati sadici assassini e troverete un buon posto dove avere soddisfazioni dal lavoro e persone amichevoli e rispettabili al vostro fianco. ho viaggiato per il mondo e l’italia è uno dei posti più arretrati per la mentalità e gli animalari sono la rappresentazione più onnivalente e concreta. un italia in mano a antiprogressisti e ignoranti precipiterà nel baratro e sarà costretta a darsi una regolata. voi ricercatori avrete una bella situazione all’estero. resistenza razionalista. buona fortuna a tutti voi, vi faccio i migliori auguri, allontanatevi da chi é ingrato e circondatevi di chi sa ragionare. big up for science

  6. ANTONIO

    …a fronte di tanti soloni pro-vivisezione ve ne sono altrettanti contro…
    Nel mare d’ignoranza in cui viviamo, la verità non è un’esclusiva pro-vivisezione, nè può esserlo…

  7. Jan

    Bravi, censurate i commenti di chi non la pensa come voi, non fate che confermare ciò che già sapevo bene: questa non è informazione ma pura propaganda, opinioni spacciate per verità universali e chi non la pensa allo stesso modo sbaglia. Censurate pure questo, era solo per voi.

  8. Jan

    Questo succede quando non si concede niente, ma proprio NIENTE (perchè la direttiva 2010/63 è concedere niente) e si crede di poter lavorare senza limitazione alcuna e senza la minima apertura al dialogo con la sola scusa che ‘la Ssscììienza non è democratica quindi facciamo quel che ci pare’. La colpa è solo vostra, ‘Scienziati’, che per quanto mi riguarda ormai significa ricercatorucoli da due soldi, essendo così intelligenti come credete di essere dovevate prevederlo.

    Un appunto, Progresso non significa continuare a fare sempre le stesse cose. E’ progresso trovare nuovi metodi di studio, il topo virtuale tirato fuori dal cappello magico che vi aspettate di avere un giorno è un’utopia, e purtroppo avete dimostrato che o vi si impongono limitazioni pesanti, o state seduti sulle vostre chiappe a ripercorrere le orme di chi è venuto prima di voi. La scienza è fatta di nuove idee, non di lettura e ripetizione di testi universitari.

    1. bah

      … non hai idea di come si lavora in ambito scientifico, ergo prova a non sparare frasi ad effetto che non hanno senso.

      1. Giulio Dante Guerra

        Come chimico che ha fatto perr più di 30 anni ricerche sui “biomateriali”, non posso darti che ragione. Il mio curriculum scientifico, fatto di di articoli su qualificatissime riviste internazionali del settore, credo che mi permetta di respingere, come un vero e proprio insulto, la qualifica di “ricercatorucolo da due soldi”, con cui sono stato bollato. “Due soldi”, caso mai, erano i finanziamenti che ci dava – e continua a dare a colleghi/e rimasti/e in servizio dopo il mio pensionamento – il CNR, non ostante la cui scarsità siamo sempre riusciti ad ottenere risultati degni di pubblicazione. Ora facciamo un esempio concreto: un composito, sintetico o “bioartificiale”, biodegradabile e bioriassorbile per protesi ossee. Come si potrebbe, con le sole prove “in vitro”, p.es. su colture cellulari, sapere se, con gli sforzi a cui è sottoposta in vivo qualunque parte dello scheletro, la velocità di biodegradazione della protesi è dello stesso ordine di grandezza della rigenerazione dell’osso vivente? Un altro esempio: agli inizi del nostro gruppo di ricerca (primi anni ’80 del secolo scorso) ricevevamo in continuazione dagli ortopedici protesi d’anca rigettate dagli organismi dei pazienti a cui erano state applicate, perché le esaminassimo con le tecniche analitiche a nostra disposizione. La risposta, deducibile dai risultati delle analisi, era sempre più o meno la stessa: la biocompatibilità a lungo termine dei cementi per ossa usati non era stata verificata abbastanza prima di passare all’applicazione sull’uomo. Già, perché l’unica vera alternativa alla sperimentazione in vivo sugli animali è quella, autorizzata, ad un certo dr. Mengele, da un “animalista integrale” – era perfino vegetariano! – andato al potere in Germania in quegli anni: un ex-caporale dell’artiglieria da montagna austro-ungarica, un certo Adolf Hitler…

    2. Tommaso

      Dacci queste nuove idee visto che chiaramente ne sai più tu di gente che lavora nel campo da decenni. E nel frattempo ti metto in lista per il Nobel, che ne dici?

      Quando imparerete a tacere di fronte ad argomenti di cui palesemente non sapete una minchia? Io vado a dire ai filosofi che sono incompetenti e che Kant parlava in realtà di ravioli al sugo? No, perché di filosofia non so una mazza. Non capisco cosa vi dia l’arroganza di scavalcare questo semplice confine logico, a parte il fanatismo proprio dell’ignorante.
      La scienza non è una democrazia proprio perché non puoi decidere cosa sia vero e cosa no in base a ciò che più preferisci. A tutti piacerebbe vivere in armonia con gli animali come in un film disney. Purtroppo il tuo forte desiderio di essere Biancaneve non ti rende tale, mettici una pietra sopra.

  9. ftax

    Chi non crede in Dio diventa un credulone di tanti dei.
    Siamo ritornati all’adorazione del vitello d’oro…

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