L’abbiamo fatto un po’ tutti, davanti le grandi opere fotografabili che più ci hanno colpito: che sia un selfie vicino a La lattaia di Vermeer o un ritratto di famiglia con dietro il Campo di grano con volo di corvi di Van Gogh poco importa. E’ l’idea di entrare in contatto, di dialogare con l’opera e con i suoi protagonisti che conta, che fa nascere un rapporto informale tra lo spettatore e la creazione. Ma l’artista Rachele Maistrello si spinge ancora oltre, giocando sul confine tra realtà e finzione: protagonista della mostra Beyond Reasonable Evidence, aperta presso la galleria upp di Venezia fino al 15 aprile 2015, la fotografa offre al pubblico l’occasione di mettere in discussione l’evidenza della realtà, immortalando il viso di un soggetto in carne e ossa accanto il viso di un soggetto in un antico ritratto.
La somiglianza tra i due soggetti, quello dipinto e quello fotografato, balza subito all’attenzione. Ecco il punto di partenza per esplorare le contrapposizioni tra realtà, pittura e fotografia. La doppia rappresentazione sottolinea sia le somiglianze che le incongruenze tra le due figure. La foto rivela piccoli dettagli che accomunano i due soggetti, come la cerniera della giacchetta o alcuni tratti marcati del viso, ma scavando ancora questi dettagli si leggono, ironicamente, come imperfezioni che ne convalidano la realtà. Ma sia la persona ritratta che quella fotografata non possono ancora esser definiti reali. E chi è reale in questo gioco di osservazione se non lo spettatore?