Mio caro Malacoda, hai mai sentito parlare del genocidio armeno? Nel 1896, in pieno impero ottomano, c’erano circa due milioni di armeni residenti in Anatolia. Un primo pogrom turco quell’anno fece cinquantamila vittime. Dopo un ammonimento da trentamila morti del 1909, nel 1915 iniziò il secondo massacro che produsse, secondo fonti turche duecentomila morti, secondo quelle armene due milioni e mezzo.
Le stime degli storici variano fra i cinquecentomila e i due milioni. Lo storico inglese Toynbee ritiene che i morti furono un milione e duecentomila, McCarthy seicentomila. La media di un milione e duecento-un milione e trecentomila morti è quella più comunemente accettata per quantificare il massacro, anche se c’è ancora chi non vuol sentir parlare di genocidio.
Hai mai sentito parlare dello sterminio dei kulaki? Unione Sovietica, anni Trenta. Lo storico americano Robert Conquest si attesta su sette milioni di morti: di cui circa tre milioni e mezzo perirono nella collettivizzazione e altrettanti in seguito alle deportazioni. Cifre non verificabili anche se verosimili per ammissione del regime. Certi sono invece i decessi provocati dalla carestia che seguì all’eccidio dei contadini: cinque milioni e mezzo morti per fame e per malattie causate dalla fame. Solzenicyn si spinge oltre e parla di quindici milioni di morti nella tundra.
Hai mai sentito parlare del genocidio sudanese? Un milione e novecentomila cristiani e animisti morti a sotto le armi o a causa del blocco imposto dal governo di Khartum all’arrivo degli aiuti umanitari destinati al Sudan meridionale. Forse saprai degli ottocentomila civili tutsi massacrati in Ruanda dagli estremisti hutu. Ottocentomila sono anche le vittime nel paese confinate, il Burundi.
Avrai letto qualche cosa sulla rivoluzione culturale cinese, sui tre milioni di intellettuali e membri di gruppi sociali “sospetti” uccisi, e sui cento milioni di cinesi incarcerati o deportati.
Forse sai poco del milione di comunisti indonesiani deliberatamente eliminati dalle forze governative indonesiane nei due anni dal 1965 al 1967. E forse meno ancora dei duecentocinquantamila abitanti di Timor Est uccisi tra il 1974 e il 1999 da gruppi paramilitari filo-indonesiani. Potrebbe esserti sfuggito, o più facilmente te ne sarai dimenticato visto che non se ne parla più da tempo e i fatti risalgono alla seconda metà degli anni Settanta, il milione di morti cambogiani sotto il regime dei Khmer rossi di Pol Pot.
Dovresti invece sapere tutto dei sei milioni di ebrei sterminati nei campi di concentramento nazisti, ma potresti aver avuto un professore negazionista che ti ha tenuto all’oscuro di tutto.
Bene. Questo veloce ripasso della storia del Novecento – di cui un diavolo che si rispetti si dovrebbe far vanto – per dirti che nel primo decennio del Duemila (Darfur e Sud Sudan a parte) ci siamo totalmente distratti, e a nostra insaputa si è consumato un delitto di cui non possiamo vantarci. Ce lo segnala Matteo Salvini, nuovo segretario della Lega Nord: «L’euro è un crimine contro l’umanità». Chiedi a Salvini, la prossima volta che lo incontri: se l’euro è un crimine, può per favore farci i nomi dei criminali? Una nuova Norimberga potrebbe tornarci utile.
Tuo affezionatissimo zio Berlicche