Se sei cattolico, non azzardarti a pregare
Non bisogna mai polemizzare con i teologi senza fede perché loro – zac! – ne sanno una più del diavolo. Sono gli azzeccagarbugli di dio (con la minuscola), i profeti della chiesa senza cristo e i discepoli di cristo senza la chiesa (sempre tutto minuscolo). Se tu provi a dire loro che preghi Dio perché ti faccia una grazia, ti spiegheranno che la tua fede è acerba. Se t’azzardi a proclamarti contro l’eutanasia per rispetto al quinto comandamento, ti rimprovereranno la tua scarsa apertura mentale. Se pensi che Natale sia da festeggiare perché è nato Gesù e Pasqua perché è risorto, ti diranno che no, non hai compiuto un adeguato lavoro introspettivo per capire il profondo significato dei due eventi.
Perché c’è sempre un buon motivo – un motivo giusto, sobrio, legale e pulito – per essere cattolici, ma non può certo aver a che fare con la fede.
L’anima e il suo destino
Gli azzeccagarbugli di dio sono adepti del maestro Hans Kung, riempiono le librerie di saggi che fanno tanto “Dieci modi per diventare ricco in cinque minuti”, ma che nel loro caso – giusto per darsi un tono – hanno titoli appena più altisonanti e riflessivi: Il bisogno di pensare, Io amo: Piccola filosofia dell’amore, La vita autentica, Questa vita: Scoprirla, nutrirla, curarla, L’anima e il suo destino.
Preghiere imbarazzanti
Sono gran produttori di parole questi azzeccagarbugli di dio: per loro il Logos non si è fatto carne, ma chiacchiera, convegno e spiegazione. Dio non si è fatto uomo, ma esempio e la Chiesa non è comunità, ma emeroteca.
Così il loro corifeo, il teologo Vito Mancuso da Carate Brianza, s’è messo ad argomentare dalla sua cattedra su Twitter che il Papa che invita a pregare il rosario per la pandemia è cosa «imbarazzante», sconveniente, non si fa, no no no, ecchecacchio.
«Chi crede ancora che la spiritualità autentica sia fatta di queste cose? Cioè di una preghiera per ottenere da un Dio onnipotente quello che Egli, con un solo pensiero, potrebbe realizzare? Non è tutto un po’ troppo imbarazzante?».
Cose antiquate
Non bisogna mai polemizzare con i teologi senza fede, perché a te – fedele antiquato – diranno che questa pratica di rivolgersi a Dio è figlia di una concezione passata, superata, antica (dai!). Roba da cavernicoli che pensano possa esserci una libertà tua e una libertà di Dio, e che ci possa essere un incontro tra queste due libertà attraverso una domanda, cioè una preghiera. Ma saranno cose che non si studiano nelle facoltà di teologia, queste. Lì, al contrario, studiano come emanciparsi dal Medioevo.
«Il principio del Medioevo è l’eteronomia in forma di clericalismo. Ritornare a questo può invero risultare solo un passo disperato, che non può essere compiuto se non a prezzo del sacrificio dell’onestà intellettuale».
Paternoster boomerang
In nome dell’onestà intellettuale, dunque, bisogna pregare per stare bene insieme, per trovare serenità comunitaria, per placare le proprie ansie; mica perché Dio ci ascolti e intervenga, questo no, non si può fare, è disdicevole, immorale, indecoroso, è un «mercanteggiamento». È roba da popolino ignorante bigotto che s’affida a Dio perché è «onnipotente e buono». E invece no, ci spiega l’azzeccagarbugli, è proprio tutto il contrario: siccome è «onnipotente e buono», di te se ne fotte.
Anzi, pare quasi che se lo preghi, lui – nella sua infinita bontà e onnipotenza – s’offenda. Quindi, amici baciapile, occhio a esagerare coi paternoster.
Conformatevi al mondo
Il teologo senza fede ha sempre una spiegazione dotta e convincente per farti perdere la fede, per trasformarla, per farla maturare, per renderla un po’ meno “fedele”.
T’aiuta a liberarti da tutto per diventare un credente come si deve: molto etico perché poco morale, molto razionale perché poco ragionevole, molto spirituale perché poco carnale, molto giusto perché poco misericordioso.
Un credente così rimodellato e plasmato, s’aggira fra noi con Repubblica sottobraccio, medita pensoso gli editoriali del teologo Scalfari e predica in lungo e in largo l’insegnamento del Quinto Evangelo del commendator Migliavacca: «Se il mondo vi odia, è segno che non lo capite. Conformatevi al mondo, e il mondo vi salverà».
Foto Ansa
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