
Vauro disegna Nirenstein come un’ebrea fascista. E intasca 25 mila euro
La vicenda è questa: Vauro aveva pubblicato una vignetta con la parlamentare ebrea Fiamma Nirenstein, rappresentandola con il naso adunco, il fascio, il simbolo del Pdl e la stella di David (la vedete qui a sinistra). Le comunità ebraiche e il giornalista Peppino Caldarola sul Riformista protestarono vivacemente. Il tribunale di Roma ha condannato Caldarola e l’allora direttore del quotidiano arancione, Antonio Polito, a risarcire il vignettista con 25 mila euro.
L’astrusa vicenda è riassunta oggi in una lettera sul Foglio da Emanuele Macaluso, succeduto a Polito alla direzione del Riformista. Macaluso ricorda che, sebbene «il pubblico ministero avesse chiesto l’assoluzione dei due giornalisti», il «20 gennaio scorso il tribunale di Roma, nella persona della dottoressa Emanuela Attura», ha condannato i due giornalisti. Si chiede Macaluso: «L’opinione di Caldarola è rispettabile quanto quella di Vauro? O no? Quel disegno aveva provocato la protesta di tutta la comunità ebraica, come ha testimoniato al processo Riccardo Pacifici, presidente della comunità romana». Vauro si è difeso spiegando di aver appuntato sul petto della Nirenstein il fascio perché ella milita nello stesso partito di Alessandra Mussolini e Giuseppe Ciarrapico. Scrive ancora Macaluso: «Ma queste presenze fanno del Pdl un partito fascista, al punto da mettere un distintivo del fascio a una delle sue parlamentarei che ha una radicale avversione al fascismo? ».
Nelle motivazioni della sentenza, il giudice ha scritto questa frase: «Ebbene, a parere dello scrivente, a prescindere dalla considerazione che appare chiara l’assenza di contenuto antisemita nella vignetta pubblicata sul quotidiano il Manifesto nel marzo 2008 e che, anzi, come spiegato dallo stesso autore, se mai ve ne fosse bisogno, la vignetta voleva evidentemente evocare la mostruosità nascente dell’accostamento di simboli tanto distanti quali il fascio littorio, la stella di Davide e il simbolo del Popolo della Libertà».
Conclude Macaluso: «Il giudice dice, citando Vauro, che questo disegno voleva stimolare un dibattito sulla contraddizione che provoca la candidatura di Fiamma Nirenstein. Un dibattito che ha provocato l’indignata protesta di tutte le comunità ebraiche in Italia, per il giudice è indifferente. Infine, c’è un giornalista che alle esagerazioni caricaturali di Vauro replica con un corsivo ironico, e usa espressioni forti e corrosive, e ora deve pagare 25.000 euro al vignettista. Ma in che paese siamo?».
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