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Il generale Vannacci è entrato definitivamente nella zona “personaggio televisivo”, quel ristretto spazio mediatico in cui si deve recitare una parte in commedia e si “funziona” finché si prosegue a interpretarla senza sbavature. Roberto Vannacci è oggi un perfetto animale da talk show, quello zoo catodico magistralmente raccontato quasi trent’anni fa da Luca Doninelli, un teatro delle marionette e delle macchiette dove anche lui ha trovato la sua maschera.
Lui è il generale, di destra, omofobo, criptofascista che dice le cose di destra, omofobe e criptofasciste che servono alla sinistra per organizzare la propria omofila e partigiana resistenza. Al contrario – e per reazione – la gente che non è necessariamente di destra, omofoba e nemmeno fascista, di fronte alla suddetta sinistra che vuole tacciare il generale, finisce col simpatizzare per lui.
La divisione in curve è uno schema collaudato, funziona. E la tv funziona con la riproposizione martellante delle stesse domande cui seguira...
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