L’unico modo di ricostruire dopo il terremoto

Di Cassian Folsom
27 Agosto 2016
«I monaci e i cittadini si sono tutti ritrovati spontaneamente sotto la statua di San Benedetto che si trova al centro della piazza». Lettera del Priore del Monastero di Norcia
Persone in piazza a Norcia dopo la forte scossa di terremoto della notte. Norcia, 24 agosto 2016. ANSA/MATTEO CROCCHIONI

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Pubblichiamo una lettera inviata a tempi.it da padre Cassian Folsom, O.S.B, Priore del Monastero di San Benedetto di Norcia.

Mercoledì 24 agosto era la festa di San Bartolomeo, giorno in cui il Mattutino doveva iniziare alle 3:45. Intorno alle 3:30, quando eravamo già tutti in piedi, ringraziamo Dio, la terra ha iniziato a tremare. Abbiamo altre esperienze di terremoti nei sedici anni passati qua a Norcia, ma mai niente di simile. Fa una gran paura sentire la terra ruggire e vedere l’edificio dondolare di qua e di là quasi fosse ubriaco. Istintivamente siamo tutti usciti e ci siamo assemblati fuori, nella piazza davanti al monastero. Ci siamo stretti l’uno all’altro per via del freddo, mentre nuove scosse facevano scricchiolare la terra sotto i nostri piedi. I monaci e i cittadini si sono tutti ritrovati spontaneamente sotto la statua di San Benedetto che si trova al centro della piazza. I monaci hanno iniziato a pregare il Rosario e molti cittadini si sono uniti a loro. Quindi abbiamo ringraziato Dio con tutto il cuore per averci risparmiato la vita.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]Dall’altro lato della montagna, ad Amatrice e ad Accumoli, il terremoto ha livellato le città, lasciandosi appresso morte e distruzione. Ci sentiamo in lutto per la tragica morte di queste persone e siamo addolorati per i parenti e gli amici. Infatti, come dicono le Scritture: “Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi “ (Sap 1,13). La morte improvvisa è particolarmente dolorosa, perché non ti dà il tempo di prepararti. Ecco perché San Benedetto prescrive ai suoi monaci di “prospettarsi sempre la possibilità della morte”, in modo che siano sempre pronti, anche di fronte ad una morte violenta e improvvisa che arriva inaspettata nel mezzo della notte.

L’entità dei danni a Norcia è grave. Non si tratta di un solo terremoto, ma di molti terremoti, con scosse continue, perfino ora che scrivo (48 ore dopo). Nel monastero abbiamo avuto molti danni superficiali, abbastanza facili da riparare, ma sono presenti anche danni strutturali molto più gravi. L’ufficiale della Protezione Civile venuto a fare un’ispezione nel pomeriggio del primo giorno, ci ha esortati a lasciare l’edificio, in quanto alcune parti di esso non erano sicure. Le scosse successive hanno aggiunto danni ai danni. La basilica di San Benedetto è stata gravemente colpita. Il muro dietro l’altare di San Benedetto si è crepato e gli stucchi sono crollati. Se un monaco si fosse trovato a celebrare la messa davanti a quell’altare (come spesso capita la mattina presto) sarebbe morto. La facciata si è separata dal corpo della chiesa. Non sappiamo ancora in che condizione siano i nostri lavori di restauro, sui quali abbiamo investito tanto lavoro e tante risorse! La chiesa è chiusa e ci vorranno mesi, forse un anno, per ripararla.

Naturalmente la realtà dei fatti è che viviamo in una zona sismica. Alcune persone subiscono uragani, altre cicloni o tifoni; noi abbiamo terremoti. Ci sono due tipi di comportamenti rispetto a fatti di questo tipo. Uno, è una specie di rassegnazione. L’altro, è affidare tutto alla provvidenza divina. I monaci fanno un voto di stabilità. Uno dei frutti di questo voto è quello che chiamiamo “amore del luogo”. Noi amiamo questo luogo. E lo ricostruiremo.

C’è un’interpretazione spirituale che possiamo dare al terremoto di San Bartolomeo del 2016. Mi viene in mente un’antifona pasquale: “Ecce terraemotus factus est magnus…” (Ed ecco avvenne un grande terremoto…). L’antifona fa riferimento alla reazione della creazione di fronte alla resurrezione di Cristo. Anche noi risorgeremo di nuovo alla fine dei giorni, quando il Signore verrà a giudicare i vivi e i morti. Un tempo era normale meditare sui Novissimi (morte, giudizio, paradiso, inferno). Sarebbe bello riprendere questa consuetudine.

Ci sono due simboli che possiamo trarre da questa storia e che ci invitano a fare riflessioni importanti. Innanzitutto, la Basilica di San Benedetto e l’altare del santo sono gravemente danneggiati. La cultura cattolica della civiltà occidentale sta crollando. Ce l’abbiamo davanti agli occhi. Il secondo simbolo è l’assembramento di persone attorno alla statua di San Benedetto in piazza, unite nella preghiera. Questo è l’unico modo di ricostruire.

Foto Ansa

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13 commenti

  1. Barbara Zenini

    Veronica e Clara: due opposte visioni .
    Ma vince Veronica, e Clara ha tutta la responsabilità della sconfitta .
    La delicatezza e’ una virtù lodevole, ma non produce alcun effetto su veroniche e veronici: Clara, come si evince dai post ringraziano per la delicatezza ma ti invitano a recedere dalla tua posizione dopo aver sparato a zero su millenni di storia fondata sulla Parola e su Cristo della quale anche loro fanno parte e dalla quale sono stati generati . Con egual delicatezza dico che le parole e le bestemmie di Veronica (rileggetele ora ) fanno schifo e non sono degne neppure della peggiore bestia invasata, e, ancora, sono responsabili del disfacimento della nostra civiltà. Nulla può essere tollerato da questi personaggi previa la nostra estinzione a favore di un nuovo mondo barbaro, quello che spacciano per ‘paese migliore’ favorendo una non meglio identificata ‘lotta’ e sputando sulla ‘Preghiera’. Nulla vi dobbiamo; tutto dovete ritrattare .

  2. Clara

    Veronica, il Mistero che noi preghiamo non ha causato il terremoto. E anche se ci sono mafiosi e corrotti (non tutti lo sono) ciascuno puo iniziare a costruire. Lo spettacolo di solidarieta di questi giorni, lo possiamo leggere su tutti i giornali, non nasce dal caso. Magari iniziando ad ascoltare e rispettare chi ha una educazione e un pensiero diversi dai nostri (vero Patty?) forse qualcosa cambierebbe… questo almeno io vedo e chiedo – ogni tanto anche grazie a Tempi

    1. Veronica

      Prima di tutto l’eternità me la promettono i preti in cambio di soldi e potere sulla società e sulle nostre vite.
      Inoltre il Mistero (la cui definizione è tutto un programma) che voi pregate ha sicuramente causato il terremoto se è vero che è stato lui a richiamare a se le anime (entità anch’esse indefinibili)!
      Inoltre la natura e le sue leggi sono state create dal Mistero … ovviamente la morte di un bambino di 11 anni dopo ore di sofferenze (e preghiere) inutili dimostra come appellarsi ad un oracolo sia triste ed umiliante.
      Cosi come lo sono state le parole di Bruno Vespa. La possibilità che tra una decina di giorni avremo nuovi scandali e nuove eterne rovine come a L’Aquila e che ricominci il traffico di appalti è altissima.

      Invece di pregare lottate per un Paese migliore.

      Le divinità ci sono sempre state, sono durate qualche migliaio di anni e poi sono morte, vittime di loro stesse, dei cambiamenti culturali, naturali o indotti con la violenza..
      le religioni superstiti sono state globalizzate e quindi saranno piu dure a morire, ma la loro sorte è inevitabile.

      1. Kolciak

        Sono passati cento anni ma i seguaci di Lenin sono ancora vivi e vegeti.
        Il comunismo renderà la religione superflua, un relitto del passato – così dicevano.
        Si è visto come è andata a finire.

      2. Clara

        Purtroppo Veronica non è questo il luogo per un dialogo. Comunque ti ringrazio per la sincerita e aggiungo solo – e chiudo – che vedo in quello spontaneo ritrovarsi tra gente che ha una domanda vera sul senso della vita (…chi piu di loro?) la speranza di un paese migliore – pur se ciascuno con idee diverse. Non è che se prego rinuncio alla lotta, anzi! Divinita e religioni, idoli e dottrine costruite dagli uomini sono forse davvero destinati a morire (…forse non aveva torto). Il Mistero in cui io credo pero´ è altra cosa. Mica è una religione! E´ Uno che capisce il mio dolore. Uno che incontro, di cui mi innamoro, che magari bestemmio a volte. Ma da cui posso essere perdonata, altro che idee imposte con la violenza o con i soldi… Uno sguardo da cui sempre ripartire. Se avrai voglia di leggere nel Vangelo gli incontri di Gesu forse intuisci di cosa parlo. 2000 anni fa ma anche oggi, ti assicuro. E se guardiamo senza troppi pregiudizi, a volte anche su Tempi, di testimoni che costruiscono, pregando e lavorando come i monaci di Norcia, ne incontriamo tanti. Buona lettura

        1. Veronica

          Complimenti Clara per il modo di esporre il tuo punto vista, inusuale davvero la tua delicatezza su questo sito.

          Ho letto gli incontri di Gesu, come saprai i vangeli non sono documenti storici nè autobiografici, sono
          incontri analoghi a quelli di qualunque altro predicatore ebreo.. guarigioni comprese.

          Sostenere che chi ama i figli o la famiglia piu di lui non è degno della vita eterna non è certo un concetto di elevata saggezza, in pratica, non so dire se in buona fede o meno, cercava di assoggettare le persone il piu possibile minacciando chiaramente il potere pubblico dei sacerdoti ebrei.

          Poi ognuno ha la sua vita.. Gesu ha avuto la sua con il suo destino.

          Ti innamori, poi lui ti perdona, poi lui ti capisce ecc.. perchè dici che ti perdona o ti capisce? E’ il tipico rapporto con un amico immaginario nonchè idealizzato ai propri bisogni di sicurezza e di protezione.

          Inoltre quando dici “Il Mistero in cui io credo pero´ è altra cosa. Mica è una religione” e poi ti rivolgi al vangelo vai in contro ad una contradizione: il vangelo è il testo con cui la chiesa definisce la sua religione e non puoi uscire da quei confini..
          a meno che non vuoi diventare “relativista”, che tradotto in italiano significa eretica.

          Clara ti invito solo ad essere obiettiva e per quanto possibile realista e perdonami se l’ho fatto in modo meno delicato del tuo.

          1. Clara

            Brevissima, poi davvero chiudo per non annoiare anche gli altri.
            Delicatezza è, credo, amare gli altri piu´ delle proprie certezze, disposta anche a cambiare idea – o almeno a camminare insieme – se ti riconosco appassionata e felice delle tue.
            Il cristianesimo, me lo ha detto un prete non eretico, non è una religione ma un fatto accaduto; puoi crederci o no ma è l´incontro con Gesu´, libero, non è sottostare a dei doveri o favole inventati.
            Ho avuto la grazia di incontrare madre Teresa, seppure per un attimo, di conoscere Chiara Corbella Petrillo, poi leggo su Tempi il blog di padre Aldo Trento, ho una amica carissima consacrata a Dio… mai e poi mai mi sognerei di pensare che per loro Gesu´ sia un amico immaginario, idealizzato ai propri bisogni, semplicemente sorriderebbero, immagino, che qualcuno lo possa pensare. Ripeto, non voglio convincerti con delle teorie, se non lo credi ti rispetto comunque, ma razionale per me, anche se parrebbe un po´ strano lo ammetto, è credere a quello che vedo molto concretamente coi miei occhi, ne vedo i frutti e il mio cuore riconosce come vero. Il tempo poi lo verifica.
            Ciao, non rinunciare mai ad essere realista (e spero anche un po´ felice)!

          2. gianmario

            Veronica….come dev’essere triste vivere una vita senza orizzonte come la tua, senza speranza…non che voglia darti dell’animale, ci mancherebbe, ma solo gli animali non credono a niente…la schifo attuale della società è diretta conseguenza della perdita di fede in qualcosa di più grande di noi, qualcosa più di denaro e posizione sociale…auguri.

      3. Soldo

        L’anima è eterna per sua natura, nel corso della vita terrena l’uomo con le sue scelte può renderla irreversibilmente malvagia a tal punto da condannarsi all’inferno, oppure può mantenersi buona e luminosa per poter entrare nel regno dell’amore e della pace.
        Morire a causa di un terremoto è un insegnamento per gli uoimini sia materiale (su come costruire quando ci sono i mezzi) sia spirituale (la vita terrena è solo un passaggio).
        la sofferenza è un mezzo di espiazione e conversione che Dio concede alle anime;
        Gli innocenti che muoino e soffrono in queste situazioni sono coloro che intercedono presso Dio per coprire con la loro purezza e le loro preghiere i peccati gravi degli altri uomini.
        Le divinità non ci sono mai state e mai ci saranno. Dio Creatore e Redentore dell’umanità c’è, ha mostrato la sua potenza con la creazione e ha mostrato la sua natura di amore morendo in croce, ora le scelte sono nelle mani degli uomini, spetta a loro agire bene.

      4. beppe

        come hai ragione Veronica ( e come disonori il tuo nome !) ! infatti hai visto come il PD si è improvvisamente ringalluzzito dopo il terremoto? non per niente hanno alle spalle decenni di TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO !!!

    2. carlo

      Clara,che sei tanto delicata, pareva ti fosse bastato di lezione lo sfoggio delicato della trollona malefica alla tua delicata richiesta di incontrarla al meeting, ma, ti prego, continua a sentirti migliore , che ti farà bene atterrare, ti farà benissimo, anche se non sarà un atterraggio delicato.
      Intanto beccati il solito paese migliore e i soldi dei preti e l’amico immaginario e le religioni spariranno con voi cristiani e tutta la gretta collezione ripetuta all’infinito della trollona malefica.

      1. Clara

        Carlo, Barbara… ma di che cavolo (“delicato” eufemismo) state parlando?? Delicatezza (che pare a voi manchi) è semplicemente amare le persone piu delle proprie convinzioni. Ma dove vivete? Nessuna sconfitta: io con altre Veroniche ci parlo normalmente tutti i giorni senza condannare e misurare vittorie ma cercando di dialogare e costruire. …Vi prego, leggete il giornale e piantatela di commentare inutilmente i commenti altrui, grazie

  3. patty

    Trollona malefica, si prega chi ti ha dato la vita e promesso l’eternità, o tu ti sei fatta da sola?
    E siccome siamo creature non perfette, perché create libere, facciamo il male, ma aspiriamo al bene: in un punto del tuo cuore, sebbene ben nascosto, anche tu aspiri al bene.

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