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«Allora, Igor? Hai deciso cosa farai da grande?». Tirava vento freddo quel pomeriggio di gennaio in Valle Imagna ed era giorno di iscrizioni alle superiori. «Beh, Diego», aveva risposto il tredicenne guardando l’insegnante, «tu dimmi dove sarò a settembre e io ti dirò cosa farò da grande».
Ricordate il viaggio di Tempi a Rota d’Imagna? Difficile immaginare che nella bergamasca potessero succedere cose che da altre parti non succedevano: un borgo di casette che sembravano gettate tra i boschi con la fionda, 920 abitanti, un patrono, San Siro, in alto il Resegone, in basso una sola via, una scuola, un comune, una gelateria aperta quando viene bello e neanche il bar dove buttar giù un caffè o un bicchiere di vino. Poi erano arrivati loro, 117 orfani vestiti di stracci di Berdyansk, 80 chilometri da Mariupol, Ucraina. E con loro gli alpini a preparare i letti e il don a preparare la gente, il sindaco e il delegato all’accoglienza, le signore con gli spazzoloni e il barbiere Luciano, e p...
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