Ucraina. Cosa vuole Putin, cosa non è disposto a cedere Zelensky
In 26 giorni di guerra in Ucraina, a fronte di migliaia di vittime civili, sono già morti in battaglia oltre 7.000 soldati russi, più di quanti ne abbiano persi gli americani in oltre 20 anni di conflitto in Iraq e Afghanistan. L’avanzata russa procede a rilento e questo spiega in parte perché Vladimir Putin, come anche Volodymyr Zelensky, sembra ora più incline a sedersi al tavolo delle trattative.
Che cosa chiede Putin
Giovedì, in una telefonata di mezz’ora con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, Putin ha illustrato che cosa chiede Mosca per interrompere l’invasione. La Bbc ha parlato con Ibrahim Kalin, principale consigliere personale e portavoce di Erdogan, che ha assistito alla telefonata tra i due leader.
Le richieste russe rientrano in due categorie: se le prime, secondo Kalin, possono essere facilmente accettate da Kiev, le seconde sono molto più problematiche. Putin chiede innanzitutto che l’Ucraina modifichi la propria Costituzione, rinunciando a entrare nella Nato e accettando di diventare uno Stato neutrale. Un punto su cui Zelensky ha già dimostrato importanti aperture, dichiarando: «Dobbiamo ammettere che l’Ucraina non può entrare nella Nato».
Lo status di Crimea e Donbass
L’Ucraina, secondo Mosca, dovrebbe inoltre avviare un «processo di smilitarizzazione», proteggere l’utilizzo della lingua russa, parlata dalla maggioranza della popolazione soprattutto nell’Est, e «denazificare il paese». Secondo il consigliere di Erdogan, si tratta di richieste che Zelensky potrebbe accettare senza difficoltà, soprattutto se Putin si accontentasse di una condanna dei movimenti neonazisti da parte di Kiev. Più ostico sarebbe invece smantellarli completamente, visto che il battaglione Azov dispone di 2.500-10.000 effettivi, parte dei quali mercenari stranieri.
Molto più complesso, invece, potrebbe essere trovare un accordo sulle richieste territoriali di Putin. Il presidente russo, infatti, pretende che Kiev riconosca formalmente l’illegittima annessione russa della Crimea del 2014. Inoltre Zelensky dovrebbe accettare che il Donbass diventi indipendente.
Ucraina fuori dalla Nato e dentro l’Ue
Come nota il Washington Post, «un simile accordo sarebbe molto difficile da far digerire al popolo ucraino». Zelensky potrebbe comunque farlo passare per una vittoria se ottenesse precise garanzie che Mosca non approfitterà in futuro della neutralità dell’Ucraina. I modi sono soltanto due: o la Russia accetta che Kiev mantenga il proprio esercito oppure acconsente al fatto che la sua sicurezza sia garantita dall’Occidente.
L’Ucraina potrebbe inoltre cedere sulla Nato, a patto di ottenere un via libera sull’ingresso nell’Unione Europea, la quale potrebbe aprire alla cancellazione delle sanzioni economiche nei confronti della Russia. Del resto, è stato lo stesso capo negoziatore di Mosca, Vladimir Medinsky, a citare come modello due membri dell’Ue, ma fuori dalla Nato, come Austria e Svezia. Infine, Zelensky potrebbe acconsentire alle richieste territoriali di Putin a patto che i soldati russi si ritirino anche da Crimea e Donbass, dove dovrebbero essere schierate truppe internazionali per garantire la sicurezza e il cessate il fuoco.
Vittoria, sconfitta e pace per tutti
Un’intesa modellata su questi o simili presupposti richiederebbe certamente molto tempo e buona volontà da entrambi le parti, ma potrebbe permettere tanto a Zelensky quanto a Putin di cantare parzialmente vittoria, pur costringendo entrambi a cedere qualcosa. Soprattutto, porrebbe fine a una guerra che sta distruggendo l’Ucraina ma che sta anche falcidiando la Russia.
Foto Ansa
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1 commento
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Se queste proposte le avessero fatte prima, quanti morti e feriti avremmo evitato? Purtroppo non abbiamo più uomini come Andreotti