All’Ucraina meno armi dall’Occidente rispetto al 2022

Di Rodolfo Casadei
09 Luglio 2023
Secondo i dati del Kiel Institute, a primavera sono diminuite le promesse dei paesi sostenitori e anche le consegne. La Germania intanto diventa il secondo fornitore di armamenti più importante dietro agli Usa
L'azienda tedesca Rheinmetall produce armi da consegnare all'Ucraina

L'azienda tedesca Rheinmetall produce armi da consegnare all'Ucraina

Il più recente comunicato basato sui dati dell’Ukraine Aid Tracker, il database di tutti gli aiuti umanitari, finanziari e militari ufficiali all’Ucraina elaborato dal Kiel Institute for the World Economy, ci informa che da tempo gli aiuti militari sono superiori a quelli finanziari e umanitari e che nell’insieme quelli del periodo marzo-maggio vanno diminuendo rispetto alla fine dello scorso anno e all’inizio del 2023, e che le consegne effettive di materiale militare sono inferiori agli stanziamenti di circa la metà.

Più armi che aiuti umanitari all’Ucraina

Ma le notizie più interessanti sono altre due, e cioè che il totale degli aiuti di tutti i tipi (finanziari, umanitari, militari) stanziati da una quarantina di paesi del mondo e dalla Ue per l’Ucraina dall’inizio della guerra è arrivato a 165 miliardi di euro (cifra più o meno equivalente al Prodotto interno lordo annuale dell’Ucraina stessa); e che dal maggio scorso la Germania è diventata il secondo paese al mondo per stanziamento di aiuti militari a favore dell’Ucraina.

Con l’approvazione di un pacchetto da 3,26 miliardi di euro che comprende carri armati Leopard, missili aria-aria Iris-T e altre armi pesanti, Berlino porta il totale dei suoi impegni in forniture militari all’Ucraina a un totale di 7,5 miliardi di euro. Scavalca così Polonia e Regno Unito e si porta al secondo posto della classifica fra i paesi che forniscono più armi all’Ucraina. Al primo posto, staccatissimi, ci sono gli Stati Uniti con una cifra equivalente a 44,34 miliardi di euro alla fine del 2022, cui vanno aggiunti 2,6 miliardi di dollari (pari a 2,4 miliardi di euro) stanziati alla fine di marzo.

I paesi baltici sono i più generosi

Anche la Polonia ha stanziato nuovi aiuti militari dopo quelli già approvati e inviati nel 2022; sono state approvate due nuove tranche del valore totale di 581 milioni di euro, che portano il totale del sostegno militare polacco all’Ucraina dall’inizio della crisi a 3 miliardi circa di euro, che è meno della metà di quanto ha stanziato la Germania, ma in rapporto al Pil polacco è più del doppio: i 3 miliardi di euro della Polonia equivalgono a quasi mezzo punto percentuale del suo Pil annuo, mentre i 7,5 miliardi tedeschi equivalgono a meno dello 0,2 per cento del Pil di Berlino.

I paesi più generosi con gli aiuti militari all’Ucraina in rapporto alla loro ricchezza nazionale continuano ad essere i paesi baltici: gli impegni di spesa dell’Estonia sono pari all’1,2 per cento del proprio Pil, e ne fanno il paese al mondo che più militarmente aiuta l’Ucraina rispetto alle proprie risorse; seguono la Lettonia con l’1 per cento e la Lituania con lo 0,8 per cento del Pil. Uno dei due pacchetti polacchi includeva la fornitura di 14 caccia MiG-29, che sono stati effettivamente tutti già consegnati all’Ucraina.

La Slovacchia ha già consegnato aerei da guerra

La Slovacchia è, dopo la Polonia, l’unico altro paese che ha promesso e già consegnato aerei da combattimento. Con tale consegna il valore degli aiuti militari slovacchi è salito a complessivi 191 milioni di euro, più che triplicando gli impegni precedenti e facendo balzare Bratislava al quarto posto della classifica dei paesi che hanno dato di più in rapporto al Pil nazionale (0,6 per cento).

I trend di Polonia e Slovacchia (come pure della Danimarca, che per il 2023 ha deciso di stanziare aiuti militari per 1 miliardo di euro, compresi carri armati Leopard) contrastano con quello generale, che fa dire al Kiel Institute for the World Economy: «Nonostante alcuni pacchetti di aiuti più ricchi, nella primavera del 2023 l’importo totale dei nuovi impegni di sostegno bilaterale all’Ucraina da parte di altri paesi è stato basso rispetto ai periodi precedenti. La maggior parte dei nuovi impegni consiste in aiuti militari. Tuttavia, nonostante l’offensiva ucraina, i nuovi impegni non sono cospicui come all’inizio dell’anno e le consegne di attrezzature militari sono ben al di sotto degli impegni».

Le consegne di armi procedono a rilento

Effettivamente fra il 25 febbraio e il 31 maggio scorsi sono stati stanziati altri 13 miliardi di aiuti per l’Ucraina a livello internazionale (che hanno portato al totale di 165 miliardi di euro), e di questi 9 miliardi sono costituiti da aiuti militari. Mentre nei primi 10 mesi di guerra si è registrato un certo equilibrio fra aiuti militari e aiuti finanziari, dall’ottobre 2022 la quota degli aiuti militari tra i nuovi impegni bilaterali è costantemente aumentata. All’inizio del 2023, oltre la metà degli aiuti promessi era di natura militare. Nell’aprile e nel maggio del 2023, la proporzione è addirittura aumentata a oltre il 70 per cento. Allo stesso tempo, la quota di assistenza finanziaria bilaterale nei nuovi pacchetti è scesa a meno di un quarto.

A ciò fa da contrappeso il fatto che solo alcuni paesi inviano tempestivamente armamenti all’Ucraina impegnata in quella che il suo governo aveva definito “controffensiva di primavera”. Nonostante gli impegni risultino molto più concentrati sul versante militare, le consegne effettive sono state ben al di sotto degli stanziamenti approvati. In generale, è stata consegnata solo poco più della metà delle armi pesanti per le quali era stato dato il via libera. Soprattutto i partner occidentali come Stati Uniti, Germania e Regno Unito hanno rapidamente aumentato le somme impegnate, ma le consegne rimangono inferiori alle promesse. Al contrario, i paesi dell’Europa orientale come la Repubblica Ceca, la Slovenia, la Polonia e la Slovacchia hanno consegnato a Kiev più dell’80 per cento delle armi pesanti promesse.

L’impegno Usa per l’Ucraina

L’incrocio fra i dati del Kiel Institute for the World Economy e quelli di altre fonti permette di fare un raffronto fra l’impegno economico-finanziario americano ai tempi della guerra del Vietnam e quello attuale con l’Ucraina. Per quest’ultima gli Usa hanno finora speso circa 75 miliardi di dollari fra aiuti militari, finanziari e umanitari; durante la guerra vietnamita ne spendevano circa 92 all’anno (in base alla valutazione attuale del dollaro, in termini nominali ne spesero 170 in nove anni di conflitto); mentre la spesa annua per il Vietnam equivaleva allo 0,96 per cento del Pil americano di allora, quella per l’Ucraina equivale allo 0,21 per cento del Pil attuale.

@RodolfoCasadei

Foto Ansa

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