
Hanno avuto «parziale» successo gli ultimi tentativi di avanzata da parte dell’esercito ucraino vicino a Bakhmut e nella regione di Zaporizhia. Il viceministro della Difesa, Hanna Maliar, ha parlato di combattimenti «violentissimi» che hanno permesso ai soldati di Volodymyr Zelensky di progredire di 300-500 metri in diverse direzioni verso le città costiere di Mariupol e Berdiansk. Funzionari occidentali hanno però parlato al Guardian di progressi «lenti e costosi» per l’Ucraina: «La Russia ora si difende e ha un grande vantaggio»
Perdite ingenti per l’Ucraina
Come temuto dal presidente dell’Ucraina, la controffensiva si sta rivelando difficile e sanguinosa a causa delle fortificazioni edificate dalla Russia. Nell’ultima settimana Kiev ha conquistato un pugno di villaggi, vicini alla prima linea di difesa russa, ma secondo la versione fornita da Vladimir Putin, e di conseguenza tutt’altro che attendibile, avrebbero perso un numero di soldati dieci volte superiore rispetto alla Russia, oltre che 160 carri armati e 360 veicoli blindati (il 30 per cento di quelli ottenuti dai paesi occidentali).
L’Ucraina ha ammesso di aver sofferto perdite, senza però entrare nei dettagli. Secondo gli analisti militari polacchi di Rochan Consulting, la Russia ha distrutto o catturato la metà dei Leopard donati a Kiev in grado di attraversare i campi minati russi. Anche un settimo dei Bradley a disposizione dell’Ucraina sono stati distrutti.
Un soldato della 37ma brigata dell’esercito ucraino, addestrata dalla Nato e dotata di armamenti occidentali, ha raccontato al Washington Post quanto è brutale e violenta la battaglia: con la sua unità composta da 50 uomini stava avanzando a sud di Velyka Novosilka, nella regione di Donetsk, per colpire le linee nemiche quando lui e i suoi soldati sono finiti sotto una pioggia di colpi di mortaio. Dopo appena 20 minuti, erano rimasti in 20 ma il «nostro sacrificio ha permesso di conquistare alcune posizioni dei russi».


«L’esercito di Kiev avanza lentamente»
Nel suo discorso Putin ha abbandonato la ridicola definizione “operazione militare speciale”, utilizzando a più riprese la parola “guerra”. Il presidente russo ha sottolineato che non c’è bisogno al momento di nuove mobilitazioni e che la controffensiva ucraina «ha fallito in ogni direzione», suggerendo infine che l’ipotesi di conquistare la capitale Kiev non è stata ancora abbandonata.
Anche se lentamente, in realtà l’esercito di Kiev sta avanzando ma serviranno settimane, più probabilmente mesi, per capire se la controffensiva avrà successo. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha dichiarato che «gli ucraini stanno avanzando e liberando molti territori, ma non sappiamo se sarà una svolta nella guerra».
Alcuni funzionari occidentali hanno dichiarato al Guardian che «l’offensiva va nella giusta direzione, ma lentamente e a caro prezzo. Le perdite russe non sono significative perché i russi possono scegliere ora quando ritirarsi. La controffensiva è incredibilmente difficile».
Escalation senza fine del conflitto
Per permettere il successo della controffensiva l’amministrazione Biden ha promesso all’Ucraina una nuova fornitura di armi del valore di 325 milioni di dollari, comprendente decine di veicoli corazzati. Secondo il Wall Street Journal, gli Usa potrebbero anche fornire munizioni all’uranio impoverito, come già fatto dal Regno Unito, per attaccare con più efficacia le postazioni russe.
Contemporaneamente il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha detto che il suo paese ha iniziato a ricevere armi nucleari tattiche dalla Russia «tre volte più potenti delle atomiche sganciate dagli Usa su Hiroshima e Nagasaki».
In un clima di costante escalation del conflitto Putin ha firmato giovedì una nuova legge che rimpiazza il precedente accordo con l’Ucraina “stato confinante” sul controllo del Mare d’Azov definendo il bacino “mare interno” della Russia. La decisione è arrivata dopo l’annessione illegittima delle regioni ucraine di Zaporizhia, Kherson e Donetsk. «L’Ucraina ha perso lo status di Stato confinante con il Mare d’Azov e lo Stretto di Kerch», ha detto Putin. «Il Mare d’Azov è diventato un mare interno della Russia». Una mossa che renderà ancora più difficile trovare un accordo se, come probabile, le armi non riusciranno a risolvere il conflitto.
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