Ucraina. La fine ingloriosa della “coalizione Leopard”
Sono passate solo tre settimane dall’accordo raggiunto dai paesi Nato sull’invio di carri armati moderni all’Ucraina e già la “coalizione Leopard” si è sciolta come neve al sole. A fine gennaio gli Stati Uniti avevano accettato a malincuore di inviare a Kiev 31 esemplari dei modernissimi Abrams 1 per convincere i partner europei a fornire un centinaio di Leopard 2. Ma come dichiarato dal ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius «per usare un eufemismo i progressi nell’offerta di Leopard non sono stati proprio mozzafiato».
Olanda e Danimarca si tirano indietro
I 14 Leopard 2A6 promessi dalla Germania arriveranno in Ucraina. Altri tre ne fornirà il Portogallo, due il Canada e otto la Norvegia per un totale di 27. Meno cioè di un battaglione, composto da 31 mezzi.
L’Olanda aveva fatto intendere che ne avrebbe messi a disposizione 18 ma, ha dichiarato Pistorius, a Berlino non è arrivata nessuna richiesta ufficiale e anche se arrivasse la Germania risponderebbe picche perché si rischierebbe «un ulteriore indebolimento della prontezza operativa dell’esercito tedesco».
Dalla Polonia solo Leopard vecchi e «non operativi»
La Danimarca, che dispone di 44 carri armati moderni, non ne invierà neanche uno, al pari probabilmente della Finlandia. La Polonia, sempre in prima linea quando si tratta di rifornire di armi l’Ucraina, ha annunciato che consegnerà a Kiev 30 Leopard 2A4, il modello più vecchio. Ma secondo il ministro della Difesa tedesco le condizioni dei mezzi in questione non sarebbero buone, tanto che ne ha messa in dubbio «l’operatività».
Per quanto riguarda i carri antiaerei tedeschi Gepard, che sono già stati consegnati a Kiev, la Svizzera si è rifiutata di fornire le munizioni e così Berlino, che ha abbandonato il modello nel 2010, ha dovuto commissionarne la produzione all’azienda Rheinmetall.
La Nato non ha più armi per l’Ucraina
Invece che ritrovarsi con due battaglioni di carri armati ultramoderni, come sembrava appena tre settimane fa, l’Ucraina dovrà accontentarsi di 27 tank. Ci sarebbero i 31 Abrams americani, ma questi arriveranno nella migliore delle ipotesi in autunno, più probabilmente l’anno prossimo. Servirà poi addestrare le forze ucraine all’utilizzo, e non sarà affatto semplice, e garantire l’approvvigionamento di carburante, altrettanto complesso. È molto probabile, come sottolineato da analisti americani, che gli Stati Uniti abbiano promesso gli Abrams solo per spingere gli europei a fare altrettanto, senza la reale intenzione di inviarli a Kiev.
Se i carri armati dovevano essere l’arma che avrebbe “cambiato la guerra”, come scritto dai giornali, l’Ucraina ha poco di che rallegrarsi. La verità è che i paesi Nato, come ammesso dal segretario generale Stoltenberg, sono a corto di munizioni e armamenti e sono restii a finanziare una nuova corsa alle armi.
Foto Ansa
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