Ucraina, i proiettili all’uranio impoverito sono «tossici e radioattivi»

Di Redazione
23 Marzo 2023
La Gran Bretagna ha annunciato che li fornirà all'esercito di Kiev, scatenando l'ira della Russia. Secondo l'Onu e le organizzazioni che vogliono farli bandire sono pericolosi per l'uomo e l'ambiente
Un proiettile all'uranio impoverito

Un proiettile all'uranio impoverito

La Gran Bretagna ha annunciato che fornirà all’Ucraina proiettili all’uranio impoverito, il cui utilizzo, secondo l’ex procuratrice del tribunale dell’Aja, Carla Del Ponte, costituisce «un crimine di guerra». La notizia ha scatenato l’ira del ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, secondo cui «lo scontro nucleare è a un passo». I proiettili, come sottolineato anche da Londra, non hanno niente a che fare con le armi nucleari. Il loro utilizzo però è molto controverso a causa dei danni riportati dai soldati, tanti anche italiani, dopo l’uso che ne è stato fatto nelle guerre nei Balcani e in Iraq.

Uranio impoverito usato solo in Iraq e Balcani

Solo Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Cina, Francia e Pakistan producono proiettili contenenti uranio impoverito ma solamente Washington e Londra li hanno mai utilizzati: in Iraq contro i tank di Saddam Hussein e nei Balcani. La tecnologia è stata ideata dagli Stati Uniti negli anni Settanta, quando il Pentagono utilizzò gli scarti della produzione del combustibile per le centrali atomiche e le testate per le bombe nucleari per farne proiettili.

L’esercito britannico ne ha attualmente in dotazione di due tipi: i Charm 1 e i Charm 3. Possono essere usati come munizioni per i cannoni da 120 millimetri montati su alcuni tank dell’esercito inglese, soprattutto i Challenger 2 che saranno consegnati da Londra a Kiev. Secondo il governo britannico sono «altamente efficaci» contro i carri armati moderni e i veicoli blindati.

«Creano una polvere radioattiva e tossica»

Da anni la Coalizione internazionale per mettere al bando armi all’uranio (Icbuw) si batte perché simili proiettili vengano eliminati dagli arsenali. Secondo l’Organizzazione non governativa, «quando i proiettili colpiscono una superficie corazzata, bruciano per le alte temperature generate dall’impatto. Si crea così una polvere sottile radioattiva e tossica. Attraverso il cibo e la respirazione questa polvere tossica viene assorbita dal corpo e può causare gravi danni». I danni più comuni generati dai proiettili sono cancro e infertilità, anche se gli studi finora effettuati non permettono di avere una certezza scientifica, riporta l’Aiea.

Pur non esistendo al momento un divieto esplicito di utilizzare questi proiettili, secondo l’Icbuw «gli standard della legge umanitaria internazionale, dei diritti umani e della protezione dell’ambiente» renderebbero implicito tale divieto.

I dubbi dell’Onu

Un rapporto dell’Onu pubblicato l’anno scorso ha messo in guarda all’utilizzo dell’uranio impoverito in guerra in Ucraina per le sue possibili conseguenze. «L’uranio impoverito e le sostanze tossiche nei comuni esplosivi possono causare irritazioni della pelle, insufficienza renale e aumentano il rischio dell’insorgenza di tumori. La tossicità chimica dell’uranio impoverito è considerata un problema maggiore rispetto al possibile impatto della sua radioattività».

Infatti, si legge ancora, potrebbe contaminare l’ambiente e «minare la ricostruzione, rendendo la terra inutilizzabile per l’agricoltura».

Foto Ansa

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