Troppi “se” nell’emergenza presidi. E l’inizio dell’anno si avvicina

Di Carlo Candiani
09 Agosto 2012
Può il collegio del Consiglio di Stato smentire il proprio presidente? Il caso del concorso per dirigenti bloccato, e (provvisoriamente )riabilitato, non sembra avere fine.

«Questa è la vittoria della scuola e di un Paese, che, qualche volta, nonostante tutte le pecche ancora evidenti si scopre normale, con la capacità di dare peso al bene comune». Così aveva dichiarato sabato 4 agosto sulle pagine di Avvenire Roberto Pellegatta, il presidente dell’associazione di dirigenti scolastici Disal: Giorgio Giovannini, a capo del Consiglio di Stato, aveva accolto poche ore prima il ricorso dell’Ufficio scolastico regionale contro la decisione del Tar del 17 luglio, che aveva a sua volta annullato il concorso per dirigenti scolastici, 355 nuovi presidi che da settembre si sarebbero dovuti insediare in altrettante scuole della Lombardia.

Tutto era partito dalla contestazione indirizzata al Tribunale amministrativo di circa un centinaio di candidati bocciati, che avanzavano dubbi sulla legalità del concorso, poiché le buste contenenti i nomi dei partecipanti alla gara risultavano trasparenti. Continuava Pellegatta nel suo intervento su Avvenire: «In forza di questa sentenza (la revoca della sentenza del Tar; ndr), tutte le 1.200 scuole statali della regione potranno cominciare l’anno scolastico con un dirigente nominato. È stata sventata la paralisi del sistema scolastico lombardo».

Il presidente di Disal illustrava la nuova situazione che sembrava essere definitiva, o quasi: «Dopo la sentenza del Tar, infatti, almeno 400 scuole non avrebbero più avuto il preside e altrettante lo avrebbero avuto part-time. Praticamente, i due terzi delle scuole non avrebbero avuto una guida certa, per fortuna non sarà così e dal 1° settembre, tutte le scuole avranno il dirigente». Le tappe della vicenda erano chiare: «Ci siamo mossi tempestivamente, e, grazie all’impegno di otto colleghi, che hanno aderito al nostro ricorso, ora tutti potranno beneficiare di questo straordinario risultato. Che è la vittoria dell’onestà, tempestività e insistenza con la quale l’associazione ha sempre dall’inizio perseguito l’obiettivo del bene delle scuole, delle famiglie, degli studenti e dei docenti vincitori del concorso».

Ma l’articolo che appare oggi sulla “Cronaca di Milano” del Corriere della Sera dipinge la “situazione presidi” in maniera diversa. Si comincia col definire la decisione del Consiglio di Stato come “provvisoria”: le nomine del concorso sarebbero in bilico, dopo che questo è stato stoppato dal Tar e ora riabilitato “soltanto” provvisoriamente. Restano così nel limbo i 406 candidati idonei per 355 posti, che l’Ufficio scolastico regionale ha pubblicato ufficialmente lunedì 6 agosto. Si attende  la conferma dell’ultima sentenza, che si conoscerà il 28 agosto e arriverà sempre dal collegio del Consiglio di Stato stesso. «Se, come speriamo, il Consiglio di Stato, non sconfesserà la decisione del suo presidente, l’emergenza presidi si ridurrà in modo consistente», sono le parole al Corriere del direttore dell’Ufficio scolastico regionale Giuseppe Colosio. «Se invece il concorso verrà bloccato, lo scenario sarà terribile: un altro anno di presidi con incarichi multipli».

I “se” quindi si sprecano, mentre monta la polemica tra chi ha passato il concorso e chi si è rivolto al Tar. Il Corriere si affida ad un’anonima professoressa dell’hinterland milanese: «Ci stanno isolando, ci stanno accusando di aver difeso il nostro interesse a scapito del benessere collettivo. I ragazzi non hanno bisogno di vedere i loro insegnanti farsi la guerra». Se non è guerra, certo le posizioni, sono piuttosto distanti; mentre sempre sul Corriere, uno dei cento candidati bocciati che hanno ricorso al Tar, Lorenzo Valentino, spiega: «Siamo preoccupati anche noi per l’assenza dei presidi nelle scuole, ma riteniamo che il concorso così come è stato sostenuto abbia leso un nostro diritto, e che sia giusto proseguire nella ricerca della verità»; e annuncia «una mediazione con l’Ufficio scolastico regionale attraverso i legali che ci seguono, in cui chiederemo di sostenere quattro mesi di tirocinio e un esame finale che ci permetta di ottenere il titolo di dirigente». Nell’intervista già citata di Avvenire, riguardo alla sentenza prevista, come detto, per il 28 agosto, Pellegatta concludeva: «Nell’attesa di tale sentenza, l’Ufficio scolastico regionale lombardo è tenuto a pubblicare le graduatorie e tutti gli atti preliminari alle nomine. Se non lo facesse, i dirigenti vincitori del concorso potrebbero citarlo per danni. Tutto ciò, mentre il ministero dell’Economia e delle Finanze ha autorizzato l’assunzione di 1.213 neodirigenti scolastico e quindi le altre regioni possono già procedere alla definizione dei contratti».

@carlocandio

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