Tremonti: riforma fiscale tagliando i costi della politica – Rassegna stampa/1

Di Redazione
15 Giugno 2011
Tremonti presenta un abbozzo di riforma fiscale e parla di tre aliquote sui redditi delle persone e cinque imposte al massimo. Il ministro dell'Economia non ha parlato di tagli immediati: «Non si fa la riforma tributaria in deficit, né sconquassando il bilancio dello stato. Potrà essere avviata anche e soprattutto grazie al taglio dei costi della politica»

“Un sistema con non più di tre aliquote sui redditi delle persone, e non più di cinque imposte. E’ la riforma vagheggiata ieri da Giulio Tremonti all’assemblea della Confartigianato. Il ministro dell’Economia ha dato la sensazione di indicare più un punto d’arrivo – la famosa legge delega – che non il taglio immediato chiesto dal Cav. e da Umberto Bossi per rimettere in sesto il centrodestra e l’alleanza con la Lega, oltre a ritrovare la sintonia con l’elettorato” (Foglio, p. 1).



Oggi arrivano sul tavolo del governo e di Berlusconi i risultati dei lavori delle commissioni istituite da Tremonti per riformare il fisco. “La prima relazione, coordinata da Piero Giarda, riguarda gli sprechi da tagliare; la seconda, a opera di Vieri Ceriani, è la classificazione dei 471 regimi di deduzioni e detrazioni che valgono 190,3 miliardi l’anno; la terza è una ricognizione affidata al presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, su quanto si può ragionevolmente portare in chiaro del sommerso. Infine la sintesi politico-decisionale, opera della ragioneria e di Tremonti stesso” (Foglio, p. 1).




Tremonti ha dichiarato: «Non si può pensare di fare la riforma tributaria in deficit, né sconquassando il bilancio dello stato. Piuttosto potrà essere avviata anche e soprattutto grazie al taglio dei costi della politica. Meno aerei di stato e più Alitalia, meno benefici fiscali a quelli che hanno il gippone. Non si può dedurre tutto, dalle palestre alle finestre».



“A tratti ieri Tremonti è sembrato tornare all’impostazione liberista del passato, come quando ha evocato «aliquote più basse possibili rappresentano il miglior investimento per ridurre l’evasione fiscale». Ma la priorità è di sicuro la semplificazione, più che la riduzione secca della pressione complessiva. Attualmente le aliquote sul reddito delle persone fisiche sono cinque, tra il 23 e il 43 per cento, e incidono sui redditi che spaziano da 15 mila euro a oltre 75 mila, sui quali scatta il prelievo massimo” (Foglio, p. 1).

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