
Ognuno può «essere ciò che vuole»? Non esattamente. Le trans-storie (non) parallele di Schuyler e Rachel

Mattia Ferraresi racconta oggi per il Foglio le storie parallele, o meglio, emblematicamente «divergenti», di Schuyler Bailar e Rachel Dolezal (nelle foto), ovvero «la nuotatrice che voleva essere un nuotatore e la donna bianca voleva essere nera». L’articolo non contiene alcun giudizio di merito esplicito, è steso in maniera sintetica e del tutto asettica, del resto i due casi sono talmente speculari e contemporaneamente opposti da rendere clamoroso il loro semplice accostamento.
[pubblicita_articolo]UNA NON-QUESTIONE. Schuyler, scrive Ferraresi, «ha diciannove anni, è matricola ad Harvard ed era l’acquisto di punta della squadra femminile di nuoto dell’università, fino al giorno in cui è passata alla squadra maschile». La cosa è avvenuta «dopo un doloroso processo di transizione – tinto di istinti suicidi e disturbi alimentari» e soprattutto senza operazione chirurgica, giacché «la “transizione completa” non implica per tutti un cambiamento genitale» ed è invece «un processo definito da ciascun individuo». Se Schuyler si sente maschio sarà trattato come tale, e infatti, continua Ferraresi «l’università ha accolto a braccia aperte la decisione di Bailar». Tutti «si sono mostrati incredibilmente sensibili e comprensivi», ex compagne e nuovi compagni di vasca compresi. L’allenatrice della squadra femminile di nuoto domanda: «Perché il genere dovrebbe essere una questione?», e anche per l’allenatore della squadra maschile si tratta solo di «un altro ragazzo da allenare, non mi sembra una questione». Schuyler, sintetizza soddisfatto un amico, ora è «ciò che voleva».
UN IMBROGLIO. Rachel invece di anni ne ha 37, vive a Spokane, Washington, e qualche giorno fa è stata costretta a lasciare l’incarico da presidente locale della Naacp, associazione che si batte per i diritti degli afroamericani. «Il fatto – racconta Ferraresi – è che Dolezal è bianca, figlia di genitori inequivocabilmente caucasici, ma si sente afroamericana e pubblicamente s’identifica come “nera”». E lo fa «senza sentire il bisogno di un cambiamento dei tratti somatici». Anche per lei, insomma, nessuna operazione, ma solo «un doloroso processo di transizione» che «sentiva di dover fare, tanto era a disagio nei panni di della donna bianca che non aveva mai voluto essere». Ma cosa è successo quando è emersa la sua precedente identità di “bianca”? «La Naacp l’ha disconosciuta e cacciata in malo modo, definendola “un imbroglio”, la famiglia l’ha accusata pubblicamente di mentire» e «sua madre dice che il suo comportamento “non è quello di una persona sana”». Conclude Ferraresi: «La comunità nera l’ha messa al bando e così la comunità bianca», mentre giornali e tv «hanno condannato il suo tentativo di essere ciò che voleva».
Foto Ansa/Ap
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13 commenti
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tra qualche mese avremo un nuovo caso di <TRANSFORMER di cui parlare: angelino alfano si sveglierà una mattina e pretenderà di essere di centrodestra e obbligherà berlusconi a riprenderlo nel suo calderone per cucinare l'ennesima minestra riscaldata con cui illudere i cosiddetti moderati e fregare per l'ennesima volta la lega.
La quale lega, nel frattempo, di trasforméscions ne ha fatto non poche, dal “Padania Libera” dei tempi di Miglio al “Il Sud con Salvini”, passando per l’adorazione del Dio Po con relativa processione per la raccolta con l’ampollina alle acque sorgive.
In compenso sono ancora pochissime rispetto alle trasforméscions del berlusca, che prima fa fuori i delfini che lui stesso si è scelto (e descrive con dovizia di particolari di come la defenestrazione gli abbia procurato un rasserenamento d’animo) e dopo qualche tempo rivolge loro il classico “accorato appello” all’unità dei moderati, che lui per primo ha portato allo sfascio.
Sarà meglio stare al tema di questo articolo che tratta di cose ben più serie, i paralleli con la politica lasciano il tempo che trovano.
Vero, Sebastiano, certi paragoni sono azzardati, ma, allora, non ci cada anche lei, finisce che si trascina qualche altro che può osservare come la Lega, oa, meno territoriale e più nazionale (senza dire che quanto al giudizio e pre-giudizio sulla classe politica meridionale e sul clientielismo cui si prestano tanti di noi, la Lega è meno severa di taluni che vivono dale nostre parti: e guardi cosa piove addosso da tutte le direzioni politiche e geografiche ai meridionali che votano o voteranno Lega, che, fra l’altro e non è poco altro, si oppone all’eurocrazia che ci sta radendo al suolo), sia rimasta ferma su punti decisivi quali il NO all’immigrazione come “opzione strategica e ideologica” e il NO ai matrimoni gay. Mentre Berlusconi, appena gli è sembrato di capire in che direzione tirava il vento, ha scaricato il proprio elettorato e nel corso di un dopocena a lume di selfie ha detto Sì allo jus soli e Sì ai matrimoni gay: tranne parziale e prudente marcia indietro alle prime avvisaglie di flop elettorale.
Una classe politica usa a tutti i vezzi e vizi, profumi e balocchi del trasformismo, non può che interpretare a anzi, esaudire i transformer del senso comune, del linguaggio, dell’evidenza fattuale e della coerenza ideale che pensano di potersi inventare ogni giorno o più volte al giorno ubbidendo in perpetuo al sentimento o a quello che gli sembra il sentimento “genuino” di sé e degli altri. Che è una definizione, direi, clinica della follia. E alla follia della politica che si presta e si asservisce a tutti i capricci di chi ritiene che la realtà non sia all’altezza dei propri desideri, dobbiamo ribellarci: e dare almeno un po’ di credito e se occorre, anche il nostro voto a chi rifiuta di seguie e assecondare questa deriva verso la demenza che umilia poprio la libertà con cui tenta di giustifIcarsi.
Gentilissimo Raider, anzitutto puoi darmi benissimo del tu.
Apprezzo quello hai scritto e in gran parte lo condivido.
Nel merito però rispondevo ad Angelo, osservando due cose semplici:
1) che in politica (ancor più che in altri settori) nessuno può scagliare la prima pietra ed ergersi al più puro fra i puri;
2) che era meglio restare al tema dell’articolo, ben più serio, piuttosto che fare paragoni e parallelismi azzardati e contestabilissimi con il cialtronismo politico il cui virus si è ampiamente diffuso in tutte le forze politiche nessuna esclusa.
Tutto qui.
Stammi bene.
Caro Sebastiano,
se difendevo la Lega, non era certo per attaccare te. Credo che tu abbia equivocato, non per colpa tua: me ne scuso, anche se non era mia intenzione. Tutto il resto, mi sembra meno importante, ti ho sempre rispettato e apprezzato, continuerò a farlo a dispetto di divergenze, nel caso, più o meno elettorali.
MI SCUSO SE VI HO TRASCINATO FUORI DAL SEMINATO. tanto dalle smanie e dai pruriti americani non ne caviamo niente, come dalle rape. mi è venuto in mente alfano. l’ha già detto che è pronto a rientrare del centrodestra: come niente fosse. e non dite che il caso NCD è ininfluente o indifferente nella situazione attuale.
Sono d’accordo con lei su Alfie “Bugs Bunny” e Lega, quindi, quanto a questo, non si scusi con me, Angelo, non ha commesso alcun reato contro la proprietà transitiva delle responsabilità ministeriali, che Alfano se le tiene tutte con tutte quante sono le prerogative e deleghe connesse a un ruolo istituzionale al di sopra dei suoi mezzi. Alfano sta fra l’ominicchio che non sa sa essere all’altezza delle situazioni cui espone i cittadini e il quaquaraqua che non è in grado di decidere nemmeno per sé: e in tutte e due i casi, la soluzione è unica: dimissioni. Ma un per due, in politica, può dare un risultato inferiore al prodotto di una moltiplicazone aritmetica: per cui non è necessario eppre sapere contare fino a uno. Ecco: quell’uno, non è lui.
Grazie alla redazione per aver posto in moderazione il mio post per la millesima volta. Impagabili.
Siamo alle comiche: ho provato a rispedire il messaggio e trovo questa scritta:
” Identificato un commento duplicato; sembra che tu abbia già scritto questo commento! ”
Geni allo stato puro.
Grazie ancora.
Scusa, Sebastiano, è capitato anche a me, persino la prima volta che avevo spedito un commento !
Alcuni post, del tutto innocui, vengono pubblicati anche due giorni dopo e altri, altrettanto innocui, addirittura, spariscono.
Evidentemente ci sono dei problemi tecnici, non facilmente sistemabili, e tutto questo grazie ai nostri affezionati troll : prima delle paginate di be stemmie, questi problemi non c’erano.
( quando qualcuno si lamenta della redazione, mi sento in dovere di intervenire :quanti altri spazi così liberi ci sono nel web ? )
Quindi questa nuotatrice, pardon, nuotatore scenderà in vasca con un costume da maschio? In pratica nuoterà in topless, spero per lei che abbia un seno molto ridotto, perché è il suo stesso seno a smentire il suo delirio di genere, oltre che l’ipocrisia di colleghi di squadra e allenatori, anche se poi probabilmente questa ipocrisia è semplice istitnto di sopravvivenza. Se un allenatore avesse detto che il re è nudo (in questo caso meglio dire che la regina è in topless) come minimo ci sarebbe stato il licenziamento in tronco e bisogna pur mangiare. Quanto agli altri nuotatori, che spesso legano alla loro capcità sportiva il conseguimento di un titolo di studio hanno semplicemente annusato l’aria che tira e si sono adeguati.
Illustrissimi Menichetti Tornello e Galasi, quelli di Tempi non sono starordinariamente più geniali di tanti altri, e tantomeno di Voi due, ovviamente, che siete certo ampiamente sopra la media.
Semplicemente, cercano di essere aderenti alla realtà. E la realtà comunque, prima o poi, si impone [anche a costo di sopportare ancora anni e anni di teorie del gender e balle varie].
Se la bianconera [non juventina, spero …] ha mentito – e certamente lo ha fatto – ha mentito anche la maschiofemmina. Innanzitutto ha mentito a sè stessa. Fermo restando che non possiamo giudicare l’intimo della persona, possiamo e dobbiamo però prendere atto che è una femmina, punto e basta. Dopo di che, allenatori e compagni di università continuino pure con la loro patetica ipocrisia, fino a quando apparirà il bambino di turno che dirà a tutti che il re è nudo.
P.S. Fatemelo dire: la cosa dovrebbe valere anche in senso inverso, per la parità di genere, giusto?
Bene, allora in occasione del prossimo mondiale di volley femminile – per esempio – prendiamo due centrali e un opposto maschi, tre “elementi di punta” del campionato italiano, i quali dichiarano che da qualche tempo si sentono femmine e vogliono essere trattati come tali, beninteso senza tagliarsi il pistolino, giacché “la transizione completa non implica per tutti un cambiamento genitale» ed è invece «un processo definito da ciascun individuo». [Ovviamente possono anche tenersi la barba e i peli sulle gambe, perchè se non conta il pistolino, men che meno quattro o quattro milioni di peli …].
Il c.t. li (pardon! le) convoca in nazionale e vinciamo il mondiale.
Mi aspetto che la federazione mondiale di volley non abbia niente da ridire. Al massimo interviene Obama e sistema tutto….
Dite che è uno scenario inverosimile? Io non sarei così tranquillo.
E perché mai dovrebbe essere inverosimile?
Peraltro non lo limiterei mica solo al volley.
A parti invertite, per esempio, lo applicherei alle gare di fioretto a squadre.
E alle olimpiadi bisognerebbe pure eliminare la distinzione fra gare maschili e femminili. E via disfacendo…