
Torna la sharia in Afghanistan: i talebani fucilano un uomo allo stadio

I talebani hanno compiuto la prima esecuzione pubblica da quando sono tornati al potere in Afghanistan, nell’agosto dell’anno scorso dopo il disastroso ritiro di Stati Uniti e Nato, e da quando è stata formalmente reintrodotta la sharia un mese fa. Secondo quanto dichiarato dal portavoce dei tagliagole islamisti, Zabihullah Mujahid, un uomo è stato fucilato in pubblico in uno stadio nella provincia meridionale di Farah dopo essere stato condannato a morte per omicidio.
La prima fucilazione pubblica allo stadio
Il condannato, Taj Mir, avrebbe ammesso di aver ucciso nel 2017 un uomo per rubargli lo smartphone e la bicicletta. La famiglia della vittima si è rifiutata più volte di perdonare l’assassino, chiedendone invece la condanna a morte: «Se l’avessimo perdonato, sarebbe uscito di prigione e magari avrebbe ucciso il figlio di qualcun altro», sono le parole della madre della vittima riportate dall’agenzia statale Rta. «Abbiamo chiesto che per lui la punizione sia la morte così che serva da lezione anche per altri».
Alla fucilazione pubblica, eseguita dal padre della vittima, hanno partecipato centinaia di persone, tra le quali molti membri del governo talebano, come il vicepremier, i ministri della Giustizia e dell’Interno e il vicegovernatore della provincia di Farah.
Fustigazioni e lapidazioni secondo la sharia
La reintroduzione della sharia in Afghanistan riporta indietro il paese di vent’anni. Durante i cinque anni in cui i talebani furono al potere, dal 1996 al 2001, prima dell’intervento delle forze alleate in seguito all’attentato dell’11 settembre negli Stati Uniti, erano all’ordine del giorno esecuzioni pubbliche, lapidazioni, fustigazioni e mutilazioni.
Negli ultimi giorni, decine di persone, comprese 10 donne, sono state frustate in pubblico in diverse province del paese. Secondo Shabnam Nasimi, ex consigliere speciale del governo britannico per i rifugiati afghani, si sarebbero verificate anche la lapidazione di una donna e l’impiccagione di due uomini.
I talebani in Afghanistan perseguitano le donne
Le prime persone a fare le spese del ritorno al potere dei talebani nell’ultimo anno e mezzo sono state le donne. Non solo le afghane non possono più lavorare nella maggior parte dei settori della società, ma alle giovani è stato proibito anche di frequentare la scuola.
Una donna, per compiere lunghi viaggi, deve ottenere il permesso ed essere accompagnata da un uomo. Tra i luoghi pubblici vietati al genere femminile ci sono – come annunciato di recente dal portavoce del ministero per la prevenzione del vizio e la promozione della virtù – le palestre, i bagni pubblici e i parchi.
Come commentato in forma anonima da una studentessa di Kabul, «con queste limitazioni ora le donne afghane sono letteralmente prigioniere nelle quattro mura di casa».
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