Te Deum per Bocatas, il sogno di un uomo ridicolo che dà frutti impensabili

Di Jesús de Alba
14 Dicembre 2020
So che non saremo mai nemmeno una goccia nell’oceano del problema droga. Ma allora perché da 25 anni questa opera fiorisce come il campo in primavera?
Distribuzione alimenti per i poveri nella periferia di Madrid a opera di Bocatas

Articolo tratto dal numero di dicembre 2020 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.

Con un piccolo gruppo di amici nel 2021 festeggeremo i 25 anni di un’attività che mi è sempre sembrata inutile o poco interessante ai fini sociali: distribuire la cena del venerdì sera in una cittadella di emarginati alla periferia di Madrid, dove i tossici si accalcano per procurarsi le loro dosi giornaliere di droga.

So che non arriveremo mai a rappresentare nemmeno una goccia nell’oceano che ha reso la droga un problema mondiale. Ma allora perché andiamo avanti da 25 anni? Quest’anno, ancor più con la pandemia, l’esperienza di Bocatas è fiorita come il campo in primavera e dal nulla, nei mesi più duri di reclusione tra marzo e luglio, abbiamo dato vita a un programma di distribuzione di viveri che è arrivato a servire ogni settimana 4.000 persone appartenenti a 1.300 famiglie, con tonnellate e tonnellate di cibo donate da grandi e piccole aziende, pubbliche e private, militari, cittadini… cibo da ogni dove. Siamo arrivati a contare circa 500 volontari per la raccolta del cibo e il trasporto degli scatoloni di alimenti nelle case dei bisognosi.

In quei giorni siamo riusciti a organizzare anche un gruppo, tutt’oggi all’opera, per aiutarli a cercare offerte di lavoro, un altro impegnato a cercare abitazioni o soluzioni per pagare gli affitti. E sempre con quel tocco di “Bocatas”, l’approccio che consiste innanzitutto nel tentativo di stabilire un rapporto personale e umano con queste famiglie. I frutti non sono mancati: molti volontari, per esempio, sono diventati padrini dei bambini nati in questi giorni. Affetto e calore umano per affrontare tempi difficili.

Vedere le scene del Vangelo

Secondo Dostoevskij – come ricorda la grandissima studiosa russa Tat’jana Kasatkina – nel suo libro Il sogno di un uomo ridicolo un cristiano oggi non ha problemi ad accettare il Vangelo. Ciò che gli è difficile è vedere le scene del Vangelo. Vedere come anche oggi Gesù stia cercando un buon posto per nascere. Persone che lo possano aiutare, dando una mano nelle situazioni drammatiche che tanti stanno attraversando in questi giorni.

Mentre scrivo queste righe ricevo una richiesta di aiuto su Whatsapp: «C’è una signora che vive alla periferia di Madrid che chiede di essere inclusa nella distribuzione del cibo, è possibile? Se non hai nessuno, visto che è lontano, mi offro io per portarle il pasto, ma se hai qualcuno che lo sappia fare meglio, io non l’ho mai fatto. La donna è in guai seri, ha quattro figli e si prostituisce, ma ora non ha clienti». Cristo ha bisogno di noi, anche di coloro che «non l’hanno mai fatto».

Il racconto di Dostoevskij Il sogno di un uomo ridicolo narra la storia di un misero impiegato della provincia russa all’inizio del XX secolo. Per tutta la vita si dedicò a risparmiare qualcosa dal suo piccolo stipendio per comprare schiavi contadini e liberarli, i cosiddetti servi della gleba. Era così piccolo il suo stipendio che in tutta la vita non avrebbe potuto liberarne più di tre o quattro. Morì in miseria, senza poter lasciare un’eredità alla sua famiglia, la quale non seppe mai cosa avesse fatto quell’uomo in vita. Bene, è grazie a questo piccolo uomo ridicolo, scrive Dostoevskij, che 18 anni dopo con la rivoluzione russa avverrà la liberazione di centinaia di migliaia di contadini dalla schiavitù. Sono le azioni che servono veramente a Cristo per liberare il mondo e redimerlo. Grazie a Dostoevskij ho capito un po’ di più perché è ancora in piedi un’opera tanto “ridicola” come Bocatas, perché Dio continua a sostenerne il valore, al di là dei frutti immediati che possiamo vedere o meno.

Oro puro in un periodo terribile

Penso che la cultura occidentale sia fondata su questo cristianesimo che da sempre raccoglie i più deboli, i più poveri e gli indifesi e li aiuta a venirne fuori, semplicemente per essere persona, il prossimo, per essere scelto da Dio per vivere.

Penso alla gioia e alla freschezza del cuore che questa azione ridicola produce in me e nei miei amici. Oro puro per i tempi che corrono. Abbiamo da poco festeggiato il 65esimo compleanno di una volontaria che ci ha incontrati quest’anno e non s’è più separata da noi. In una manciata di parole di ringraziamento ha raccontato che l’unico suo desiderio è che le persone possano vivere come lei ha vissuto quest’anno. Incredibile, mentre il 99 per cento della popolazione aspetta che questo fatidico 2020 passi in fretta, questa donna ha trovato la verità della vita.

Cristo sta nascendo di nuovo. Beati gli occhi che possono vederlo ancora oggi. Buon Natale.

***

Jesús de Alba, detto “Chules”, autore di questo articolo, nel 1996 ha fondato con alcuni amici Bocatas, opera di aiuto agli emarginati di Madrid che oggi è arrivata a prendersi cura (non solo dal punto di vista alimentare) di migliaia di famiglie

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