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Te Deum laudamus per la bellezza della fede dei cristiani di Gaza

Di Nabila Saleh
26 Dicembre 2024
Sembrerà strano, ma quello che mi resta dei mesi trascorsi sotto le bombe nella Striscia non è la potenza del male, bensì la speranza della nostra comunità. Eravamo come nell’arca di Noè. Condividere la vita, sperimentare l’aiuto reciproco, pregare insieme ogni giorno è stato commovente
I cristiani celebrano la Messa del Venerdì Santo fuori dalla chiesa della Sacra Famiglia di Gaza
I cristiani celebrano la Messa del Venerdì Santo fuori dalla chiesa della Sacra Famiglia di Gaza (foto Ansa)

Ho vissuto a Gaza per 14 anni e ho fatto più volte l’esperienza della violenza della guerra. Ma nessuna è paragonabile a quest’ultima. Ricordo il conflitto del 2021: undici giorni di terrore. È stato terribile, ma è finita presto. Eravamo tutti convinti che anche questa volta sarebbe durata una settimana, due al massimo. Continuavamo a ripetercelo io e le mie consorelle l’11 ottobre 2023, mentre obbligate dai bombardamenti abbandonavamo la nostra scuola, la più bella di Gaza, per rifugiarci insieme ad altri 635 cristiani nella parrocchia latina della Sacra Famiglia. Altri avevano trovato rifugio nella parrocchia ortodossa di San Porfirio.

È stata dura addormentarmi ogni notte senza sapere se avrei riaperto gli occhi il mattino successivo o guardare mamme e bambini e pensare: saranno vivi domani? Abitavamo nei locali della scuola della parrocchia, all’interno delle classi. A volte, quando i bombardamenti erano particolarmente forti, restavamo sulle scale pronti a scappare oppure ci ...

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