Tax freedom day 2014: oggi gli operai smettono di lavorare per il fisco. Quattro mesi e mezzo dopo l’inizio dell’anno
Oggi, mercoledì 14 maggio, in Italia è il “Tax freedom day”, il primo giorno dell’anno in cui gli operai smettono di lavorare per il fisco e iniziano a guadare per se stessi. La “liberazione fiscale” del 2014 è giunta, almeno per gli operai, con due giorni d’anticipo rispetto all’anno scorso. Lo rende noto uno studio della Cgia di Mestre. «Grazie agli 80 euro in più in busta paga che i redditi più bassi riceveranno nelle prossime settimane – ha spiegato il segretario Giuseppe Bortolussi – il fisco diventa meno esigente». Per gli impiegati e i quadri intermedi che non beneficeranno degli 80 euro, invece, il giorno di liberazione fiscale cadrà soltanto il 22 giugno.
4 MESI E MEZZO ALL’ANNO. L’operaio tipo, con moglie e figlio a carico e uno stipendio mensile netto di 1.676 euro, lavora per il fisco italiano per ben 133 giorni all’anno. Più di un terzo del suo stipendio, pari a 9.450 euro, se ne va in tasse. Lo studio, fa notare la Cgia, «mette in evidenza il forte peso fiscale che grava anche sui redditi da lavoro dipendente».
BENE BONUS RENZI. Benché gli incapienti, i pensionati e i lavoratori autonomi non saranno interessati dal bonus Renzi, per Bortolussi, «aver iniziato ad abbassare le tasse anche solo ad una parte dei contribuenti italiani costituisce un segnale importante che inverte la rotta fin qui seguita». «Negli ultimi anni avevamo assistito ad un progressivo aumento del carico fiscale che aveva fortemente impoverito il ceto medio», ha spiegato il segretario della Cgia. «Ora – ha concluso Bortolussi – grazie a questo provvedimento, si cambia registro».
Lo studio della Cgia mette in evidenza anche l’aumento delle detrazioni da lavoro dipendente, voluto dal precedente governo Letta. A partire da quest’anno, i vantaggi legati all’aumento delle detrazioni (circa 200 euro) sono concentrati sulle fasce di reddito medio basse (attorno ai 15-20 mila euro) e decrescono al crescere del reddito.
GLI AUMENTI DEL 2013-2014. Sempre secondo lo studio della Cgia, crescono invece le tasse locali, l’Iva, le accise della benzina e le tasse sui redditi di capitale. Nel 2013, l’aliquota dell’addizionale comunale Irpef, per un operaio, era pari allo 0,62 per cento, importo che è salito nel 2014 allo 0,65 per cento. Da ottobre l’Iva è passata dal 21 al 22 per cento, mentre dall’1 marzo 2014 fino alla fine dell’anno si manterrà l’incremento delle accise sul gasolio per autotrazione e sulla benzina di 2,4 euro per mille litri. Per quanto riguarda il bollo sui redditi di capitale si è passati dall’1 per mille del 2012 all’1,5 per mille nel 2013 e al 2 per mille nel 2014. Inoltre, dal 1° luglio 2014 salirà dal 20 per cento al 26 per cento la ritenuta sui proventi sui capitali, tra cui gli interessi attivi sui conti correnti.
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