Pronta una nuova tassa per affondare i porti italiani. E il bottino finirà nelle casse dello Stato

Di Redazione
12 Giugno 2013
Dal 1° luglio scatta il divieto di fare sconti sul costo dell'ancoraggio per navi cariche di merci. Le tariffe subiranno rincari del 30 per cento.

All’arrembaggio dei porti italiani. Una tassa potrebbe affondare il loro business, dirottando le navi di mezzo mondo, che vengono nel Mediterraneo per commerciare con l’Europa, su approdi molto più economici e accoglienti, come, per esempio, i porti maltesi, greci o egiziani.

STOP AGLI SCONTI. Il 1° luglio scatterà il divieto per i porti italiani di praticare sconti sulla tassa di ancoraggio, grazie alla quale i moli italiani riescono ad essere competitivi con tutti quelli del Sud d’Europa e del Nord Africa. Algesiras, Tangeri, Pireo, Port Said e Malta, solo per fare qualche nome, infatti, sono porti più convenienti di quelli italiani come Gioia Tauro, Taranto e Cagliari (vedi tabella). Ma i nostri moli sono finora riusciti a competere proprio grazie alla possibilità, garantita dal 2010, di scontare la tassa di ancoraggio, oltre che ai migliori servizi offerti.

VIA AI RINCARI. Dal 1° luglio 2013, però, praticare sconti sulla tassa di ancoraggio non sarà più possibile, perché la legge di stabilità (la numero 228 del 2012) interrompe questa possibilità alle autorità portuali. Inoltre, la legge prevede rincari del 30 per cento sui tributi portuali a partire dal 2013 e del 15 per cento dal 2014. Una vera mazzata e un cambio delle regole del gioco in corsa.

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LO STATO INCASSA. Questa possibilità si è finora dimostrata di vitale importanza soprattutto per i porti di trasbordo, dove i carichi e le merci cambiano nave per poi proseguire la loro rotta. Ma soprattutto si tratta di una misura che non grava in alcun modo sul bilancio pubblico, ma del singolo porto soltanto. «Il provvedimento non pesa sulle casse dello Stato – precisa Piergiorgio Massidda, presidente dell’Autorità portuale di Cagliari al Sole 24 Ore – la copertura la garantiamo noi, riducendo le spese correnti».

SCORRETTEZZE. «Abbiamo appena votato il taglio fino al 90% delle tasse per le navi che approdano almeno 12 volte l’anno nel nostro scalo», ha spiegato Massidda. «Grazie all’opera di marketing avviata, Cagliari ha aumentato il traffico, tra gennaio e apriel 2013, del 15% rispetto all’anno scorso. Per essere competitivi, però, abbiamo bisogno che il governo mantenga la possibilità di abbattere la tassa di ancoraggio».

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