Le scuole paritarie di Milano uccise dalle tasse. La Tares costerà fino a dieci volte di più
Allarme Tares per le scuole paritarie non comunali di Milano. Senza che il Comune abbia mai comunicato nulla prima e in un periodo in cui non è affatto semplice reperire risorse per nessuno, gli istituti paritari del capoluogo lombardo hanno ricevuto venerdì scorso gli avvisi di pagamento per il nuovo tributo sui rifiuti da effettuarsi nella giornata del lunedì successivo 16 dicembre. Praticamente senza preavviso. E, come se non bastasse, con la pessima sorpresa che gli importi da pagare sarebbero aumentati, e di molto, rispetto a quanto pagato in precedenza.
MIGLIAIA DI EURO IN PIÙ. Fidae Lombardia, la federazione che riunisce gli istituti cattolici dalle materne alle superiori, comunica che gli importi da pagare sono, in alcuni casi, addirittura «decuplicati rispetto agli anni precedenti». A riferirlo è l’Avvenire. Ad ogni modo, anche se solo la tassa sui rifiuti dovesse costare il doppio dell’anno precedente ad una scuola paritaria, essa potrebbe trovarsi a dover sborsare 20 mila anziché 10 mila euro. Quarantamila se quadruplicasse. Ipotesi non certo irrealistiche. E ciò «nonostante al tavolo tecnico» col Comune «si stia discutendo di una proposta, già in vigore in altri Comuni, secondo cui gli istituti paritari pagano nella stessa misura di quelli statali, conteggiando una quota a studente». Che sarebbe molto meglio, anziché far pagare «un conto salatissimo visto che il contributo richiesto alle paritarie non comunali è passato dagli 0,54 centesimi al metro quadro agli attuali 2 euro».
C’È SCUOLA E SCUOLA. «Abbiamo applicato quanto previsto dalla legge 214 del 2011», il cosiddetto decreto “Salva Italia” voluto dall’esecutivo dei tecnici capitanato da Mario Monti che all’articolo 14 istitutiva la Tares, si giustificano dall’assessorato all’Istruzione di Palazzo Marino. Peccato, però, che, così facendo, la giunta del sindaco Pisapia, di fatto discrimini le scuole paritarie di Milano e tutti i loro studenti rispetto ai colleghi della scuola statale. Le paritarie milanesi, infatti, se non dovesse cambiare nulla, dovrebbero pagare la Tares come si trattasse di un qualunque normalissimo esercizio commerciale e non, invece, di una scuola.
E L’IMU CHI LA PAGA? Ma non è tutto. Mentre la questione di un’eventuale esenzione del pagamento dell’Imu per le scuole paritarie è ancora in attesa di essere risolta (come ha spiegato a tempi.it il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi), sempre secondo quanto riferito dall’Avvenire, a Milano, il Comune starebbe per tagliare al ribasso anche la dotazione del fondo che dovrebbe garantire la distribuzione delle derrate alimentari alle mense delle scuole paritarie dell’infanzia. «Nell’ultimo incontro che abbiamo avuto – racconta suor Anna Monia Alfieri, presidente regionale Fidae – i funzionari hanno prospettato non solo la riduzione a un terzo del fondo previsto, ma anche la sostanziale scomparsa della gratuità delle derrate alimentari introducendo anche per le paritarie il criterio legato al reddito così come avviene nelle comunali». Peccato, però, che la «gratuità» sia prevista solo per quelle «famiglie con reddito Isee inferiore ai duemila euro». Ed è difficile pensare che possano essere un numero anche solo minimamente rilevante le famiglie che, con un reddito inferiore ai duemila euro, decidano di mandare i loro figli alle scuole paritarie. Che, ancora una volta, pagano per tutti. Nonostante facciano risparmiare la collettività, alleggerendo notevolmente l’esborso dello Stato, come ben si evince da questa tabella dell’Avvenire.
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9 commenti
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Tutti si riempiono la bocca della parola liberta’ ma molti pensano che sia quella di imporre le
loro opinioni. L’educazione dei figli e’ un diritto dei genitori, con ottime motivazioni. Le azioni dei
figli, se sbagliate, sono sofferenza per i genitori, non o pochissimo per gli estranei.
E’ quindi giusto che possano scegliere i valori da insegnare, se sbagliano faranno mea culpa.
Mi sembra giusto anche l’uso attinente della matematica. Tutti paghiamo le tasse, per avere
una scuola per TUTTI. Le scuole paritarie devono ingiustamente pagare gli insegnanti e le
spese di manutenzione. Se chiudessero aumenterebbe la spesa dello stato, ma questa mate-
matica sembra difficile da capire, per molti.
Il sig. Sarti si ripresenta sempre con le solite poche preconcette idee. Ragioni sulla tabella
qui sopra. E’ triste vedere come moltissime persone non abbiano il senso della giustizia. ma
preferiscono voler imporre le loro opinioni. Sconsiglio di mettersi a discutere con il sig. Sarti,
frigge e rifrigge la solita frittata.
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hanno votato pisapia anche grazie al battage di DON COLMENGA E DEL PUFFO VIOLA.
Emanuele Sarti, forse avresti fatto meglio ad andare ad una scuola paritaria, ” …nessuno gli ha obbligati…”,
” ….ci devono andare di mezzo chi non ha poteri…”, sei ridicolo……
Te l’ho gia detto altre volte, i tuoi commenti visceralmente anti-cattolici hanno un effetto equivalente a quello di un potente lassativo, ti prego abbi pietà, risparmiaci…….
solite spallate balorde e politicizzate contro le istituzioni ideologicamente “antipatiche”… solite demonizzazioni contro chi “ha i soldi”, demonizzazioni frutto di invidia e cancro comunista.
antonio io non sparo contro le scuole antipatiche. è che non avevo i soldi per andarci. e questa è la ragione meno ideologica del mondo. fare i conti è una cosa pratica. e le scuole paritarie sono per chi se le può permettere. chiedo pari condizioni, non chiusura nè elemosina.
i voucher bastano per pagare la retta intera? se si allora chiunque può accedervi, se no allora è solo per chi se le può permettere. le elementari orsoline che ho frequentato io hanno chiuso perchè la gente si era stufata di pagare per l’istruzione, non per le tasse. non sarebbe meglio reclamare la completa parità scolastica?
Bella idea quella della perfetta parità scolastica. Io penso che si possa cominciare, per esempio, dai contributi dello Stato, che ad oggi destina 58 miliardi alla scuola statale e 500 milioni a quelle paritarie. Un po’ più di parità non farebbe male. E’ vero.
E qual è il costo totale della retta di una privata che dovrebbe pare lo stato?