Un anno fa moriva il premio Nobel cinese Liu Xiaobo. La moglie, che il governo comunista ha accettato di lasciare andare in Germania, «è libera solo fisicamente, ma ancora schiava mentalmente» e sotto ricatto
È libera da ieri l’attivista, vedova del defunto premio Nobel Liu Xiaobo e dal 2010 segregata in casa dal regime comunista. Si trova in Germania grazie all’impegno umanitario della cancelliera e alle intemerate del tycoon
Potrebbe essere già finita la guerra dei dazi, a riprova che l’unico modo per trattare con il governo comunista è fare la voce grossa. Se la Germania vuole davvero salvare Liu Xia, deve copiare l’odiato tycoon.
Secondo l’amico Hu Jia il partito comunista potrebbe averla sequestrata e portata “in vacanza” per impedirle di parlare. «Sono terrorizzati da quello che potrebbe dire»
Il premio Nobel per la pace, condannato ingiustamente a 11 anni di carcere nel 2009, era malato di cancro. Lasciandolo morire, il partito comunista accelera la caduta del regime
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