«Stupri, massacri, violenze sui bambini. In Congo è in atto una catastrofe»
Articolo tratto dall’Osservatore Romano – «La situazione nella Repubblica Democratica del Congo è catastrofica». A parlare è il premio Nobel per la pace 2018, Denis Mukwege, il medico che da anni cura le donne vittime di stupri drammaticamente usati nel paese africano come arma da guerra. Mukwege afferma che «è in atto una spirale di violenza senza precedenti» e ammonisce: «Chiudere gli occhi davanti a questo dramma significa esserne complici». Ha affidato il suo ennesimo accorato appello alla comunità internazionale a una lettera inviata a un docente dell’Università dell’Aquila, impegnato in missioni umanitarie, che ieri lo ha reso noto. Nel documento, che porta la data del 4 gennaio scorso, il premio Nobel parla di centinaia di migliaia di donne violentate, oltre quattro milioni di sfollati e sei milioni di morti, violenze anche sui bambini.
L’ALLARME DEL PANZI HOSPITAL
Specializzato in ginecologia e ostetricia, Mukwege nel 1998 ha fondato a Bukavu, il suo paese natale, il Panzi Hospital, ospedale in cui è diventato il massimo esperto mondiale nella cura di danni fisici interni causati da stupro. Da allora ha curato più di 50.000 donne. La struttura ospedaliera è stata voluta proprio a Bukavu, quasi al confine con il Rwanda, perché gli abitanti della zona erano rimasti senza presidio ospedaliero da quando, durante la guerra civile congolese, era stato distrutto quello costruito in precedenza. Prima del Nobel, nel 2014, Mukwege ha ricevuto il premio Sacharov dell’Ue per l’impegno del suo ospedale e per le sue coraggiose denunce a sostegno delle donne.
L’INSTABILITÀ POLITICA
L’appello del premio Nobel arriva in un momento particolarmente difficile per la Repubblica Democratica del Congo in termini di stabilità politica. Martin Fayulu, uno dei candidati alla presidenza alle elezioni dello scorso 30 dicembre, ha fatto appello contro il risultato ufficiale delle elezioni, che aveva assegnato la vittoria al candidato Felix Tshisekedi. Secondo i rappresentanti di Francia, Belgio e Conferenza episcopale congolese, che hanno monitorato il processo di voto, il vincitore legittimo sarebbe infatti Fayulu, che ha anche chiesto un riconteggio manuale dei voti. Sia Fayulu che Tshisekedi erano candidati dell’opposizione all’attuale presidente Joseph Kabila, in carica dal 2001: secondo Fayulu, però, Tshisekedi avrebbe stretto un patto con Kabila per ottenere la carica di presidente.
Sabato scorso decine di persone sostenitrici di Fayulu hanno protestato contro Kabila e Tshisekedi fuori dalla casa del loro candidato presidente nella capitale Kinshasa. L’esercito è intervenuto per disperderle. Ci sono state nei giorni scorsi anche altre manifestazioni e non solo a favore di Fayulu, ma anche organizzate da sostenitori di Tshisekedi. A Kikwit, nel sud-ovest del paese, due poliziotti e due civili sono rimasti uccisi in scontri violenti.
Foto Ansa
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