Libri per l’estate. Antonio Socci e i suoi “avventurieri” a caccia di «cose dell’altro mondo»
È il caso di Katja Giammona, attrice italo-tedesca con una carriera già avviata e prospettive di successo. Una vita comoda, facile, fatta di svaghi, party e nessuna rinuncia. E che però non appaga la giovane. Ciò che cambia Katja è un vero e proprio viaggio andata e ritorno all’Inferno, al termine del quale l’attrice si convertirà totalmente al cristianesimo. Oggi Katja si è ritirata dal mondo della televisione e ha scelto di dedicare la sua vita alla preghiera, alla penitenza e alla solitudine.
Socci si occupa poi di altri “avventurieri”. Nel libro racconta alcuni aspetti della vita di sant’Agostino e della sua «impasse che fu sbloccata proprio dalla grazia di un incontro dove gli fu evidente che la verità conosciuta dalla ragione in alcuni momenti era una possibilità di esperienza quotidiana e una vita nuova, più bella, più felice». L’incontro che salva Agostino è quello con il vescovo di Milano Ambrogio, che porterà a una lenta ma potente conversione il santo di Ippona. Che scriverà: «Fummo battezzati e si dileguò da noi l’inquietudine della vita passata».
[pubblicita_articolo]Tra le pagine del libro di Socci trova spazio Giacomo Leopardi e la sua insistente ricerca. Tutta la vita è mendicanza dell’amore adorante per quella donna ignota, ricercata, mai trovata. E poi il Franz Kafka de Il castello interiore, in cui l’autore di Praga teme che «il Re dei Cieli, il Messia, ci visiti mentre noi non ce ne accorgiamo, pieni di sonno, storditi dalle chiacchiere e dal frastuono della vita esteriore – fuori dal castello – che non ci fa riconoscere la sua voce che ci chiama. È struggente in Kafka – scrive Socci – l’attesa di quella voce, l’anima è tesa ad accorgersi di quel volto, desiderosa di incontrare quegli occhi. (…) Vorrebbe incontrare un giorno uno sguardo che almeno avesse una luce vera. (…) È un uomo in attesa, un uomo che mendica».
«Cosa testimoniano queste storie?», si domanda l’autore di Avventurieri dell’eterno. «Che il cristianesimo è – letteralmente – una cosa dell’altro mondo: ma in questo mondo. Nel senso che fanno irrompere l’infinito in questo misero mondo, l’eterno nelle circostanze della vita quotidiana».
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28 commenti
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Caro Carlo Gaetano Maria Martinellli Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, non posso far a meno di notare, con supremo divertimento, che dopo oltre quattro giorni di discussione ancora insisti ad attribuirmi la qualifica di simpatizzante di Socci, benché fin dall’esordio, di simpatia per lui e per tutti i senesi io non ne abbia manifestata affatto, a parte quel minimo di difesa d’ufficio che spetta a chi viene aggredito da chi, a forza di mangiar polenta, si crede di avere diritto a formulare giudizi superficiali quanto sprezzanti sulla fede altrui.
Insomma caro mio, nonostante la tua faccia sprizzi vivacità intellettuale dalle bacheche di feisbuc, tu sei duro come il masso della Gonfolina, altro che “de coccio”.
Non posso fare a meno di notare che insisti pure a chiamarmi “bauscia d’oltrepo” che evidentemente, nel tuo idioma barbaro deve significare qualcosa di offensivo in salsa razzista.
Orbene sappi che codesta tua, anzi vostra, “supposta” autoreferenziale superiorità cispadana, da queste parti, al massimo, muove la gente al sorriso, ma non, come scrisse Malaparte “per grata, amabile disposizione dell’animo, né per orgogliosa compassione: ma per malizia, e dirò, anzi, per spregio.”
Perché gli stolti, quaggiù in riva all’Arno, ci fanno ribrezzo.
E ora pigliati pure la soddisfazione di scrivere la tua solita frustrata replichina su feisbuc, ché tanto io vado al mare.
Scusa se non ricambio i bacioni, ma il tuo viso di bischero non mi ispira punto.
“Se un prete promuove “l’amore diversamente abile” c’è bisogno di una bolla della Congregazione della Dottrina della Fede per considerarlo fuori dalla Chiesa?”
Ma, caro Carlo Maria Paraponzi Ponzi Po, non ho forse scritto, peraltro con sommo entusiasmo (alé!), che al mondo intero basta il tuo autorevole e insindacabile giudizio?!
Anzi, io son sicuro che il dies irae, il Signore, commosso da cotanta dottrina infusa nella tua spaziosa cervice, ti cederà il posto, per sia tu e non altri a giudicare i vivi e i morti.
E il tuo regno non avrà fine.
Amen.
Poero brodo, e poi spirò!
@Carlo G.M. Martinelli, in base ad una pluriennale esperienza personale, ti assicuro che il buon Socci, in quanto cittadino senese, in fatto di “ipertrofia megagalattica dell’io”, è di gran lunga al di sotto della media. D’altra parte pure Santa Caterina, a suo tempo, al papa non gliele mandava certo a dire.
Comunque, a dirsela tra di noi, di una cosa puoi star tranquillo, del tuo riverito e molto condiviso parere analogo alla linea radio-mariana, al caro Socci e a tutti i senesi non gliene importa una beneamata sega.
socci si ritiene superiore al papa ed ai vescovi – questa è una posizione che merita solo un atteggiamento l’oblio…visto il ridicolo di cui si copre. l’astio poi mostrato nei confronti di chi osa contraddire il Nostro Grande Autore dimostra di non ritenere meritevole nessuna opinione al di fuori della propria…ignaro del ridicolo…. gli manca solo di fare l’esor..ciccio!! o meglio che si fondi la sua chiesa così potrà fare il papa il vescovo il chierichetto l’esorcista tutto insieme!! tanti tanti auguri a socci e ai soccimel !
Signor Persici, Socci non si ritiene superiore a nessuno. Ha espresso le sue idee, dubbi, perplessità e tristezze come in tanti altri hanno fatto: mi sovviene il filosofo Pera rispondendo ad alcune domande al funerale del Card. Biffi, il giornalista Vittorio Messori che si “pone in atteggiamento di ascolto” pur non comprendendo gran chè, cosa che hanno fatto senza troppi veli anche alcuni alti prelati d’Oltreoceano…Non credevo che credere in Dio e far parte della Chiesa consistesse nel mettere un bavaglio alla bocca e un paraocchi negli occhi. Il Giudice è uno Solo, gli altri sono liberi, e se ci dovessero essere commissariamenti o scomuniche queste vengon prontamente emesse dalla gerarchia competente (non so da chi, forse il Papa stesso): infatti essi/e sono venute meno anche in questo pontificato tutto improntato sulla misericordia.
..doveva essere “NON sono venute meno” ma credo si sia capito lo stesso; grazie per la pazienza nei miei confronti…
Diversamente da lei, Mr Stoppani non sono un profondo conoscitore dei senesi, nonché statistico di “ipetrofie megagalattiche dell’io”.
La sua superiorità sull’argomento è inconfutabile, ma non è il punto della questione.
Sta di fatto, tuttavia, che l’ego smisurato, che si collochi ai vertici, a metà o alla fine di una classifica da lei compilata, non mi sembra né una virtù cristiana né dell’animo umano, con cui santa Caterina non ebbe mai nulla a che spartire, anche quando “al Papa non gliene mandava certo a dire”, per usare le sue parole.
Personalmente, anch’io nel mio piccolo, ho avuto modo di esprimere perplessità su diverse esternazioni del santo Padre.
Specialmente sul problema dell’immigrazione.
Il nocciolo della questione, che mi son preoccupato di sottolineare, è l’incoerenza del nostro: non riconoscere l’elezione del card. Bergoglio al soglio pontificio per una procedura malfatta e definirlo successivamente “Papa”, quando si rivolge a sua Santità.
Se il suo beniamino, oltre all’io ipertrofico fosse anche provvisto di coerenza, dovrebbe considerarsi non più appartenente alla Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana, visto che ne disconosce il Capo.
Ecco il senso del mio intervento.
Che poi del mio parere all’iracondo, ridondante, narciso – noto anche per aver caparbiamente considerato “preghiera” la blasfema pièce teatrale di Castellucci, condannata dalla generalità dei cattolici e dai Vescovi – “non gliene importa una beneamata sega”, per ripetere una sua icastica espressione, Mr Stoppani, lascio a lei indovinare quante ne possa importare a me, quando mi garba di esprimere un parere fuori dal coro.
Caro Carlo Gaetano Maria Martinelli Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, avevi cominciato bene ammettendo che io, grazie alle mie pluriennali frequentazioni con contradaioli vari, conosco i senesi meglio di te…
Che peccato…
Ti sei voluto esibire nell’arte spericolata della “supposta”, che è quella supposizione la quale, essendo spesso fatta per il solo amor di polemica, viene fuori talmente balorda che l’unico posto degno di essa è quello dove si mette, di norma e regola, il noto medicamento.
In effetti io, tanto perché tu lo sappia, sebbene io sia in grado di valutare con una certa approssimazione se l’ipertrofia dell’io di tizio è maggiore o minore di quella dell’io di Caio, non sono uso, né per denaro, né per sollazzo, a redigere classifiche in merito, ma questa immagine, evidentemente, t’è tanto garbata che ti ci sei confezionato una bella supposta.
Seconda ti poi, il fatto che da una pur amichevole presa per le mele degli senesi tu abbia ricavato che Socci rivesta nientemeno che il ruolo di “beniamino” del sottoscritto, assurge alla categoria del mistero insondabile, che è notoriamente materia prima per supposte di prima scelta.
Ti gioverebbe, per capire meglio lo spirito del mio post precedente, una visita guidata alla mia città (Firenze) e a quella di Socci.
In questa irripetibile occasione di erudizione constateresti che i saloni dei palazzi di entrambe sono magnificamente affrescati con scene di sanguinose battaglie in cui noi e loro ci siamo scannati a vicenda.
Sul resto non metto bocca, salvo su una cosa, io credevo che non fosse il papa la persona con la quale andare d’accordo per considerarsi “appartenente alla Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana”.
Nella sua replica “tiritera”, questa sì per il gusto di una polemica per sé stessa, ho capito solo che le piacciono le supposte.
Il rimanente è “menare il can per l’aia”.
Che peccato, però …
Chissà perché mi dava l’impressione di preferenze diverse.
Comunque, “De gustibus non disputandum”.
Sul “resto” su cui dice di non metter bocca, ma poi ce la mette, sta il punto.
Non si tratta di esser d’accordo su TUTTO quel che dice il Papa per appartenere alla Chiesa.
Scontato, però, che ci deve almeno stare la condivisione dei dogmi di Fede e del corpo della morale cattolica.
E, “in primis” riconoscere – ovvio – che l’attuale occupante la Santa Sede lo è a pieno titolo.
Che non mi sembra il caso del focoso Antonio.
Sulla rimanenza – delle solite zuffe tra senesi e fiorentini – non me può “fregà de meno”, come dicono un po’ più in giù dalle sue parti.
Dolente d’averti tediato con la mia “tiritera” caro Carlo Gaetano Maria paraponzi ponzi po, ma se le tu cose non le pigli alla prima uno che si trova nella necessità di fartele capire, come deve fare senza dilungarsi un pochino?
Mica tutti hanno il sublime dono della sintesi e quello parimenti prezioso della limpidezza espositiva di cui te fai notoriamente sfoggio su feisbuc?
Vedo che stavolta mi attribuisci una (tanto per cambiare) supposta quanto ambigua predilezione per le supposte.
Ciò non mi meraviglia per nulla per due fondati motivi che ora vado ad illustrare.
Il primo lo si ricava con una banale applicazione della logica: se da quello che ho scritto prima tu hai supposto che io sono un fan di Socci, allora perché ci si dovrebbe stupire della tua ulteriore supposta secondo la quale a me piacerebbero, appunto, le supposte?
Se uno piglia fischi per fiaschi è logico che pigli anche lucciole per lanterne.
Il secondo motivo (che, ti avverto, è un tantino più complicato da spiegare), consiste nel fatto che a furia di frequentare i troll lgbtxyz, a chi non sa prender le distanze capita di trovarsi ad usarne gli stessi collaudati espedienti, come quello tipico che consiste nell’insinuare che l’interlocutore è anch’egli un sudicio pervertito, (nella fattispecie amante delle supposte).
Quanto al resto direi che l’unica frase veramente pregnante è “non me può fregà de meno”.
Delle sue escursioni polemiche non mi curo.
Son senza senso e conducono solo a distrarre dal cuore della questione.
Che rimane la contraddizione di Socci: non ha diritto a considerarsi cattolico perché non riconosce la validità dell’elezione di Bergoglio al soglio pontificio.
Con tutta la libertà che gli spetta di scrivere sulle cose attinenti l’eternità, ci mancherebbe.
Solo per questo ho postato i miei commenti.
Non per sentire le sue divagazioni non pertinenti all’argomento.
Direi che ora quasi quasi ci siamo.
E’ ben vero che io ho divagato parlandoti del carattere dei senesi, ma non volevo certo far polemica. A quella ci hai pensato tu con le tue supposte.
E’ ben vero che è incoerente chiamare papa uno che si ritiene sia stato eletto in modo fraudolento, ma, dal canto mio, non sono sicuro che sia vero che si debba approvare tutto quello che dice un papa per rimanere cattolici (a meno che costi non parli “ex cathedra”), visto che il Capo della Chiesa Cattolica Apostolica Romana mi risulta sia un certo Gesù Cristo.
Se la Chiesa affidasse la sua esistenza agli uomini, starebbe fresca.
Quasi, quasi, ben detto.
Perché l’argomento supposte l’hai inaugurato tu, cocco.
Che poi – divagando, divagando, da buon fiorentino che disdegna la polemica – fai la pudibonda mammoletta offesa se uno rilancia sul tema.
Quanto a Socci mi fa piacere che tu convenga con quel che sostengo.
Che è la cosa che mi sta a cuore.
Quanto al Papa non ho mai sostenuto che si debba approvare tutto ciò che dice.
Mi ero già espresso sopra in tal senso, sottolineando anche la parola “TUTTO” in maiuscolo, per dar maggior enfasi al concetto.
E intendevo proprio il parlare “ex-cathedra” dei pontefici, quando ho fatto riferimento ai dogmi e al corpo della morale, che sono stati e sono pronunciamenti ex-cathedra indelebili.
Non l’avevi capito?
Mah !
Gesù Cristo il Capo della Chiesa Cattolica Apostolica Romana?
Ancora a capofitto a sfondare un’altra porta aperta.
Caro Carlo Gaetano Maria paraponzi ponzi po, a chiunque basta leggere quanto compare su questa pagina per capire che io, inizialmente, mi son limitato a prendere per le mele i senesi tracciando i tratti caratteristici del loro irriverente carattere, e che ad attizzare polemica sei stato tu a suon di supposte, elaborate dal tuo arguto intelletto, partendo da quello che hai potuto o voluto capire di quello che ho scritto io: praticamente una sega.
Tuttavia ammetto senza difficoltà, anzi coprendomi il capo di cenere, che nella misura in cui io mi diletto assai a scrivere tediose bischerate, sovente mi lascio vincere dal tedio leggendo le bischerate altrui, e che pertanto non ce l’ho proprio fatta ad arrivare al punto in cui scrivevi le stesse cose che poi ho scritto anch’io su come si possa essere felicemente cattolici senza condividere in toto le esternazioni e le omelie di un papa. Mea culpa!
Chiarito questo equivoco dovuto alla mia fraudolenta indolenza di cui mi scuso senza affanni, non mi resta che pregarti, quando ti rivolgi al sottoscritto, di non usare colorite espressioni vagamente indicative di mal riposta affettuosità quali “cocco” e “mammoletta”, visto che la persona con la quale sei uso condividere l’alcova si potrebbe anche ingelosire.
Tanti saluti.
Sì, “a chiunque basta leggere quanto compare su questa pagina per capire che ad attizzare la polemica sei stato tu”, iniziando argutamente con la supposta”.
A chiunque, ma a te escluso, s’intende, “per non farcela proprio ad arrivare al punto”, per usar parole tue.
E pur sempre il primo “ad usar colorite espressioni” – quali ad es. “una beneamata sega” – chiaramente indicativa di una mal supposta superiorità in te stesso.
La persona cui fai riferimento non è usa ad ingelosirsi poi, perchè – diversamente da te – comprende che “cocco” e “mammoletta” sono espressioni palesemente indicative di una presa per il culo di “bischeri”.
Anch’io ho una preghiera.
Per un “mea culpa” non superficiale, tuffati nella cenere, non accontentarti di spargertela sul capo, per far ammenda di intender tardi le cose.
Te capì, baùscia dell’oltre Po?
Aggiungo a quanto preso nelle maglie della moderazione, che sarebbe molto interessante capire, specie per te medesimo, cosa intendi esattamente quando scrivi di “una mal supposta superiorità in te stesso”, ciò sia in termini generali, visto che pure tu converrai che l’espressione è alquanto confusa, sia con riferimento al dato di fatto, a mio modesto parere certo come la morte, che “del tuo riverito e molto condiviso parere […] al caro Socci e a tutti i senesi” (e quindi certo non a me che non son Socci e non son senese!) “non gliene importa una beneamata sega”.
Attendo la tua certamente brillante spiegazione con divertita curiosità.
Signor Charlie, mi scusi,
un prete favorevole alla unione o matrimonio omosessuale -e ce ne sono, ha voglia!!- può considerarsi un prete cattolico? Grazie.
Gentile Susanna,
un prete favorevole all’unione omosessuale – matrimonio omosessuale è un’espressione senza senso – non può considerarsi cattolico.
Anche se rimane prete.
Perché si è preti per sempre.
cara susanna che confusione !!! possibile che non riesca a distinguere peccato e peccatore ??? l’omosessualità è peccato e la chiesa quello condanna…il peccato. la chiesa non condanna il peccatore ma il peccato. è un concetto così difficile da capire ?? un prete che ritenga che l’omosessualità non sia peccato è nel peccato pure lui. il prete che assolve l’omosessuale – semprechè pentito – compie il suo mandato.
Mi scusi, la confusione la fa lei, e in questo sito più di una volta io stessa ho fatto notare la differenza fra peccato e peccatore! Ammetto di non essere stata chiara- forse- rivolgendomi a Charlie, ci riprovo.
La mia domanda era solo per far notare che nessuno -neppure Charlie- può affermare che Socci non sia cattolico, perchè -a parte che non si giudica- allora ce ne sono parecchi di cattolici sedicenti tali ma che poi non lo sarebbero: anche i sacerdoti favorevoli all’ “amore diversamente abile”(quindi in FORTE contrasto con l’insegnamento della Chiesa, cioè di N.S.G.C.).
E infatti Charlie mi ha gentilmente risposto, ed io ne approfitto per fargli notare che ci questi sacerdoti ci sono, sono in aumento e continuano a celebrare in nome di N.S.G.C., quindi sono cattolici della Santa Romana Chiesa. Altro che Socci! ( con rispetto per il Sacerdozio conferito Loro -metto anche la maiuscola, toh!).
Gentile Susanna,
che ci siano “parecchi cattolici sedicenti tali” – come lei sottolinea – che vestono anche l’abito talare nonostante il loro forte contrasto con l’insegnamento della Chiesa, ma che fan meno notizia di Socci, che ovviamente è più conosciuto per via dei libri che scrive e del blog che tiene, mi sembra una considerazione scontata.
Sono oggettivamente fuori dalla Chiesa, se non ne rispettano la dottrina.
Si deve, quindi, proprio giudicare – in modo chiaro – un comportamento manifesto da loro tenuto e propugnato, che – in un modo o nell’altro – contraddice assolutamente l’ortodossia.
Se poi lei ritiene che biasimare la condotta di chi apertamente non riconosce Francesco come Pontefice sia un’inezia a confronto di chi apertamente sostiene “l’amore diversamente abile”, io non so che dirle.
Non ho nessuna voglia di discettare sulla gravità delle trasgressioni. In entrambi i casi sono pubblici contegni da ripudiare per un autentico fedele alla Santa Madre Chiesa.
A che serve un vetusto istituto come la Congregatio pro doctrina fidei se c’è qui Carlo Gaetano Maria Martinelli Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare a stabilire a botta sicura e senza fallo chi è “oggettivamente fuori dalla Chiesa”…
Scriviamo a Papa Francesco di assumere in pianta stabile il nostro arguto commentatore di feisbuc, cosicché il Santo Padre possa cogliere al volo questa imperdibile occasione di snellire le lungaggini vaticane.
Alé.
Spero che questo libro sia molto richiesto….
Io invece prego che lo Spirito Santo illumini il cammino di Antonio Socci e che possa rientrare nello spirito di obbedienza al Santo Padre e alla Chiesa Cattolica. È una mente brillante ed un grande esegeta, servono uomini come lui dentro il recinto di Pietro, non al di fuori
Io invece prego perché il messaggio di fondo di Socci (incontrare Cristo nella fedeltà alla Chiesa di sempre) sia recepito non solo dai suoi lettori, ma anche dal Papa. Il Papa è un uomo, da rispettare, amare ma anche criticare se serve. La papolatria lasciamola ai tempi più bui della Chiesa.
Dicevo, spero che questo libro venga venduto perchè mi pare di capire essere all’altezza, in grado di far “vibrare” le corde dell’anima. Anima -grande sconosciuta dei tempi attuali- che come pesante zavorra pare essere sempre più incapace di librarsi nell’infinito mondo dello Spirito e che, anzi, pare la povera anima essere sempre più impantanata, imbevuta dello spirito che annoia a morte, cioè quello del mondo….
A Socci il mio ‘grazie’, perchè mai si stanca, contro tutto e contro tutti, di affermare la verità incontrata.
grande grande socci colui che è più grande del papa e dei vescovi tutti santo santo santo socci più grande di giussani di carron e di qualsiasi santo mai apparso su queste terre!!