Il gup di Torino Luca Del Colle ha rinviato stamattina a giudizio il presidente e fondatore di Stamina (che da qualche giorno non è più nemmeno una onlus, per le irregolarità riscontrate). Le imputazioni in quest’inchiesta sono quelle relative alla tentata truffa alla Regione Piemonte per un finanziamento di 500 mila euro per un laboratorio sulle staminali, che la giunta (allora guidata dalla piddina Mercedes Bresso) aveva prima concesso a Stamina e che poi ha revocato. Il processo inizierà il 3 aprile e la giunta della Regione dovrà decidere se costituirsi parte civile.
SOLO UNA DELLE INDAGINI. Questa inchiesta, condotta dal pubblico ministero Giancarlo Avenati Bassi, è però solo una di quelle che coinvolgono Vannoni o il dottor Marino Andolina (l’ex direttore del dipartimento trapianti dell’Ospedale Burlo di Trieste): la più scottante resta quella condotta dal pubblico ministero di Torino Raffaele Guariniello e avviata sin dal 2009. In quest’ultima inchiesta, giunta in fase di chiusura lo scorso 19 gennaio di quest’anno e che deve ancora passare al vaglio del gup, Vannoni e altre 12 persone sono indagate per associazione a delinquere e truffa, anche in relazione alle denunce presentati da 56 ex pazienti, per le manipolazioni e le trasfusioni di staminali in condizioni prive della minima sicurezza. L’inchiesta ha raccolto, tra l’altro, le testimonianze di pazienti che hanno avuto malori dopo le trasfusioni di staminali, e addirittura di parenti di persone decedute che mettono in relazione le morti alle “cure”.
IL DIFENSORE: «REATI PRESCRITTI». Oggi Vannoni non era presente in aula, ma il suo avvocato Roberto Piacentino ha anticipato ai giornalisti le strategie della difesa: «Non patteggeremo e non chiederemo il rito abbreviato. Riteniamo che sia già intervenuta la prescrizione e in ogni caso che non è stato consumato alcun tentativo di truffa. Vannoni non è venuto perché si tratta di un’udienza di carattere procedurale, in cui non è strettamente necessaria la sua presenza».