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Sono scemo a confidare che sia l’Europa a salvare l’Armenia dai piani turco-azeri?

Di Renato Farina
05 Giugno 2024
Con una guerra lenta, da roditore furbi e ostinato, nell’indifferenza di Bruxelles gli azeri spostano ogni giorno le linee di confine conquistando territorio centimetro dopo centimetro
Il dittatore Ilham Aliyev alla cerimonia a Stepanakert per la conquista da parte degli azeri dell’enclave armena del Nagorno-Karabakh, 15 ottobre 2023
Il dittatore Ilham Aliyev alla cerimonia a Stepanakert per la conquista da parte degli azeri dell’enclave armena del Nagorno-Karabakh, 15 ottobre 2023 (foto Ansa)

Mi appare improvvisamente, datato 20 maggio, un messaggio su X. È firmato, in inglese, dall’appena insediato nella sua sede caucasica Luca Di Gianfrancesco, e non vi offenderete se fornisco la traduzione dettata da Google alla mia ignoranza molokana: «Sono orgoglioso di servire il nostro paese come ambasciatore d’Italia a Baku. Ambasciata e Ice (Istituto Commercio estero) lavoreranno insieme per rafforzare le relazioni tra Italia e Azerbaigian in tutti i settori di interesse comune per costruire ponti tra i due paesi».

Per prima cosa gli affari? Non sono tanto ingenuo da non sapere come funzionano le cose del mondo. Le cose del mondo sono i “ponti” costruiti sul traffico delle merci, gas e tecnologie, e va bene. Ma le cose mondo sono soprattutto le persone, la loro libertà, il diritto di vivere nella loro terra senza esserne strappate via come animali infetti. Per lasciare spazio a forniture che aumenteranno forse il Pil ma se comportano ...

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