«Subiamo dai jihadisti violenze di continuo. Il Natale è la nostra speranza»
L’associazione pro Terra Sancta ha rilanciato una campagna per sostenere i francescani che vivono a Knaye e Yacoubieh (qui i dettagli), villaggi di Idlib governati dai jihadisti. Tempi ha parlato più volte di loro e delle loro comunità, dove recentemente è stata lapidata a morte una cristiana. Riportiamo di seguito il messaggio di uno dei frati francescani che vive nella martoriata terra siriana.
Siamo un piccolo battello in un mare di calunnie. Non usciamo quasi mai, perché c’è il rischio di venire derubati o essere addirittura rapiti. Subiamo violenze di continuo e continuamente siamo perseguitati e calunniati. Gesù dice “Beati voi quando vi perseguiteranno e diranno ogni male contro di voi” e questa per noi è davvero una consolazione e una certezza in mezzo a tutta la violenza. Le bombe continuano a cadere intorno a noi, in questo scontro senza fine tra le forze governative e i jihadisti rimasti.
Recentemente hanno messo in carcere tre membri della comunità con accuse false e non sappiamo se saranno sottoposti ad un giusto processo o se ci chiederanno grosse somme per il riscatto. Perché sotto il controllo jihadista, regna l’anarchia. Nonostante questo, a breve inizieremo alcune attività per prepararci al Natale, la festa dell’unica speranza che ci sostiene. Coi bambini abbiamo iniziato a preparare dei presepi da regalare a ciascuna delle 250 famiglie della comunità, mentre con i ragazzi prepareremo un concerto per il giorno dopo Natale.
Non possiamo mostrare nulla all’esterno, non possiamo esporre decorazioni, ma ogni casa avrà il suo presepe e ognuno di noi si preparerà nel suo cuore alla festa. Oltre alle attività in parrocchia, daremo a ogni famiglia un pacco alimentare più sostanzioso di quelli che già distribuiamo e un piccolo contributo economico di aiuto. Questo è stato possibile grazie al vostro aiuto, perché non possiamo ricevere altro sostegno al momento. Il vostro aiuto e le vostre preghiere ci permettono di sopravvivere in questa tragedia senza fine.
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